La fusione tra Vodafone Uk e Three Uk è finalmente realtà. L’operazione, si legge in una nota, si è conclusa con successo il 31 maggio. La nuova società, denominata VodafoneThree, è posseduta al 51% da Vodafone e al 49% da Ck Hutchison Group Telecom Holdings Limited ed è guidata dall’amministratore delegato Max Taylor, attualmente a capo di Vodafone Uk, con Darren Purkis di Three Uk che ricoprirà il ruolo di direttore finanziario.
Indice degli argomenti
I piani post-fusione: 11 miliardi di investimenti in dieci anni
“VodafoneThree investirà 11 miliardi di sterline nei prossimi 10 anni, creando una delle reti 5G più avanzate d’Europa, offrendo a milioni di clienti e aziende in tutto il Paese un’esperienza mobile di gran lunga superiore”, recita il comunicato. Nel suo primo anno, VodafoneThree prevede di investire 1,3 miliardi di sterline per accelerare l’implementazione della rete. In linea con le previsioni precedentemente comunicate dalle due società, si stima che il merger genererà sinergie di costi e investimenti pari a 700 milioni di sterline all’anno entro il quinto anno dal completamento e che l’operazione contribuirà positivamente al flusso di cassa libero rettificato di Vodafone a partire dall’esercizio 2029.
I vantaggi del consolidamento
“La fusione creerà una nuova forza nella telefonia mobile del Regno Unito, trasformerà l’infrastruttura digitale del Paese e porterà il Regno Unito all’avanguardia della connettività europea”, commenta nella nota Margherita Della Valle, amministratore delegato del gruppo Vodafone. “Siamo ora ansiosi di dare il via alla costruzione della nostra rete e di offrire rapidamente ai clienti una copertura più ampia e una qualità di rete superiore. L’operazione completa la riorganizzazione di Vodafone in Europa e, dopo questo periodo di transizione, siamo ora ben posizionati per la crescita futura”.
Canning Fok, vicepresident di Ck Hutchison e presidente esecutivo di Ckhgt, aggiunge: “Come abbiamo dimostrato in altri mercati europei, la scalabilità consente gli investimenti significativi necessari per fornire le reti mobili di livello mondiale che i nostri clienti si aspettano, e la fusione tra Vodafone e Three garantisce proprio questa scalabilità. Inoltre, questa transazione genera un significativo valore per gli azionisti, restituendo al gruppo circa 1,3 miliardi di sterline di liquidità netta.”
Labriola: è tempo di decisioni coraggiose, anche in Europa
Quello del consolidamento è un tema caldissimo. Lo dimostra il commento di Pietro Labriola, numero uno di Tim, al post pubblicato da Della Valle su LinkedIn con l’annuncio della fusione. “Why not inside the European Union. It’s time of brave decisions”, ha scritto il manager condividendo il post sulla propria pagina: “Perché non all’interno dell’Unione Europea. E’ tempo di decisioni coraggiose”.
Labriola del resto descrive da tempo il settore delle tlc come “un malato terminale”, che potrà essere rimesto in sesto solo con il “consolidamento“.
“Prima di consolidare e creare champion europei dobbiamo, però, creare champion nazionali”, aveva precisato a marzo Labriola, in occasione di un evento di Affari&Finanza, facendo proprio l’esempio del gruppo Vodafone, che è “transnazionale, ma la somma di tanti numeri negativi non dà un numero positivo. Il primo punto è quindi il consolidamento nei singoli Paesi”.
Il numero uno di Tim ha ribadito che “non stiamo chiedendo la carità a nessuno”, visto che il comparto delle telecomunicazioni “è nevralgico. Se non abbiamo un ritorno nell’investimento non investiremo nelle reti 5G e in fibra, e quindi non ci sarà digitalizzazione dell’Europa. Il problema non sarà quindi di Tim o Orange ma dell’economia europea”.
Sul tema del consolidamento che deve partire dal “campione nazionale” prima di pensare a un “campione europeo”, Labriola ha citato Poste Italiane che, dopo essere entrata nel capitale di Tim, “potrebbe accelerare questo processo e porterebbe all’espansione dei servizi al segmento consumer come l’energia”.
“Il consolidamento”, ha spiegato l’Ad, “porterà le aziende a mettere insieme le reti e questo comporterà un’assunzione di costo minore”. Per Tim, ci sono solo “due partner ideali: iliad e Poste, tutti gli incroci che portano a una quota di mercato sopra il 45% sono impraticabili”. Un deal con iliad avrebbe caratteristiche industriali di riduzione delle reti, mentre “con Poste la partnership può accelerare la condivisione della base clienti”.
Il punto a Telco per l’Italia l’11 giugno
L’Ad di Tim, Pietro Labriola, sarà ospite al prossimo Telco per l’Italia – “Oltre le reti: da TelCo a TechCo per costruire il futuro dell’Italia” – l’evento CorCom-Nextwork360 in programma a Roma il prossimo 11 giugno.
Registrati subito e assicurati il tuo posto all’evento! Scopri il programma completo e iscriviti su www.telcoperlitalia360summit.it.