Manca meno di un mese al verdetto sul matrimonio Wind-3 da parte della Commissione europea. Il termine per valutare la proposta di joint venture del valore di 21,8 miliardi da cui nascerebbe il colosso da 31 milioni di clienti alla cui guida è stato designato l’attuale Ad di Wind Maximo Ibarra, è fissato all’8 settembre.
La discesa in campo da parte di Xavier Niel, che ha rilevato gli asset (torri e frequenze) “ridondanti” dalla fusione “sfilandoli” alla concorrente Fastweb, di fatto riporterà a quattro il numero degli operatori sul mercato nazionale (Niel si appresta a lanciare l’operazione Free anche nel nostro Paese) sgombrando il campo da quegli eventuali rischi di abbattimento della concorrenza che avrebbero potuto intaccare fino a compromettere il buon esito dell’annunciata liaison.
Sulla strada dunque non ci sarebbero ostacoli – il condizionali è sempre d’obbligo in operazioni di questa portata. A meno di non considerare un ostacolo la richiesta da parte di Fastweb all’Europa di un cosiddetto “market test” per verificare che l’acquisto degli asset da parte di Niel sia realmente conveniente rispetto all’offerta presentata dalla fiber company guidata da Alberto Calcagno.