Zingaretti: “Wi-fi pubblico sleale? Grazie a noi cresce la domanda di banda”

Il presidente della Provincia di Roma replica al j’accuse del mondo dell’Ict: “Nessuna concorrenza: non offriamo servizi nei luoghi privati”. E ricorda: “Abbiamo aperto tavoli con gli operatori per semplificare la posa della fibra”

Pubblicato il 07 Mar 2011

Quello delle connessioni internet WiFi gratuite è un universo in
movimento, e vede in prima linea molte pubbliche
amministrazioni.

Aveva iniziato la Provincia di Roma nel 2008, e ormai in molti si
stanno attrezzando, da Firenze a Milano. Tanto che
Assotelecomunicazioni-Asstel di Confindustria servizi innovativi e
tecnologici ha preso posizione col presidente Stefano Parisi, che
ha definito “fuorviante e irrealistico continuare a propagandare
Internet gratis per le città italiane offerto da Province e
Comuni”. “Vuol dire – ha detto – fare concorrenza sleale con i
soldi pubblici, statalizzare uno degli interventi di natura più
decisamente privata, l’investimento nelle reti di nuova
generazione”.

E mentre Franco Bernabé, numero uno di Telecom Italia, ha espresso
posizioni molto più morbide, definendo il WiFi pubblico “stimolo
all’utilizzo della banda larga”, Nicola Zingaretti, presidente
della Provincia di Roma, che di questo ha fatto uno dei punti
qualificanti del proprio mandato, mette i puntini sulle i: “Noi –
afferma – come altri enti locali, diamo un servizio a tutta la
comunità, e non vogliamo sostituirci agli operatori privati, né
fare concorrenza sul mercato: portiamo il web libero, gratuito e
accessibile a tutti nei luoghi pubblici, non nelle case private: è
il principio dell’illuminazione pubblica, o delle fontane nelle
nostre città. E nel frattempo abbiamo aperto tavoli con gli
operatori per semplificare le concessioni di permessi per gli scavi
in tecnologie non invasive per la posa di fibra ottica, e siamo la
Provincia più veloce nel concedere le strade per questi
lavori”.

Gli effetti sul mercato, per Zingaretti, saranno positivi: “Forse
non è chiaro che c’è un rapporto causa-effetto tra l’hot spot
che installiamo in un piccolo Comune e l’aumento delle richieste
di connettività nelle case private. Dopo che è stato aperto un
hot spot in un Comune che non ne aveva i cittadini, stimolati nel
bisogno di connettività, iniziano a chiedere agli operatori la
banda larga. Un servizio che magari non c’è ancora perché gli
operatori preferiscono combattersi fra di loro in zone dove già
sono presenti piuttosto che servire zone più isolate. Molte
persone ci mandano e-mail e ci chiedono di sostenere la loro
richiesta agli operatori privati di portare la banda larga anche
nelle loro case”.
L’intenzione non è di farsi da parte, ma di rilanciare: “Per
lo sviluppo di un Paese – commenta Zingaretti – le infrastrutture
immateriali sono indispensabili quanto quelle materiali. Siamo
orgogliosi di essere tra le amministrazioni locali che più hanno
investito su questa tecnologia contro il digital divide: vogliamo
contribuire alla modernizzazione che serve per rendere l’Italia
più competitiva. Con ‘Free Italia WiFi’, collaborazione con il
Comune di Venezia e la Regione Sardegna, vogliamo socializzare
l’esperienza di ‘Provincia WiFi’: hanno già manifestato
interesse le Province di Torino, Firenze, Potenza, Pesaro, Gorizia
e Grosseto.

‘Free ItaliaWiFi’ vuole creare una federazione nazionale di
reti WiFi pubbliche già esistenti, per interconnettere i sistemi
di autenticazione e permettere a ogni utente registrato l’accesso
alle reti federate con le stesse credenziali. Recentemente abbiamo
inaugurato il WiFi al Tribunale di Roma, e pochi giorni fa ero in
Toscana per i primi 10 hot spot a Prato, dove hanno aderito a Free
Italia WiFi anche le Province di Prato, Firenze e Pistoia. Un bel
modo – conclude Zingaretti – per celebrare i 150 anni dell’unità
d’Italia”.

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