Zte getta la spugna: per ora niente accordi con gli operatori Usa

L’annuncio di Hou Weigui, presidente della società: troppo forti gli ostacoli politici, rimandato per il momento ogni tentativo di accordo con operatori per attrezzature di rete Tlc core

Pubblicato il 31 Ott 2011

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La cinese Zte rinuncia, almeno per ora, a contratti con operatori
americani che riguardino attrezzature di rete di telecomunicazione
core, consapevole degli ostacoli polici che probabilmente si
frapporrebbero ad accordi del genere. A dichiararlo è lo stesso
presidente di Zte, Hou Weigui, come riportato dal sito Total
Telecom.

Zte è ormai uno dei maggiori fornitori mondiali di hardware per
telecomunicazioni e protagonista di una decisa strategia di
espansione verso i mercati sviluppati, ma sia negli Stati Uniti che
in Europa ha dovuto scontrarsi con una certa resistenza politica. I
timori delle autorità occidentali sono legati alla sicurezza delle
infrastrutture critiche: gli americani, per esempio, temono che i
vendor cinesi possano “spiare” con sistemi occulti le loro reti
di telecomunicazione su cui transitano informazioni sensibili.

I commenti di Hou suggeriscono che, almeno nel breve periodo, Zte
ritiene che non possa far molto per rassicurare gli Stati Uniti e
alleviare i timori legati alla sicurezza nazionale. “Zte non
cercherà accordi nelle attrezzature core con aziende come Sprint
Nextel, At&t, Verizon Wireless o T-Mobile Usa”, ha dichiarato Hou
in un’intervista. 
"Non ha senso sprecare tutte le nostre
energie per questo obiettivo. L’anno scorso abbiamo imparato la
lezione”, ha aggiunto riferendosi a quando i timori del governo
americano hanno impedito la firma di un accordo sulle attrezzature
di rete con Sprint. Hou ha tuttavia aggiunto che Zte è molto
attiva nel fornire cellulari e modem wireless ai principali carrier
americani e il business è in crescita.

Alcuni politici americani hanno accusato Zte (e l’altro grande
vendor cinese di attrezzature, Huawei) di rappresentare una
potenziale minaccia per la sicurezza nazionale. Quattro
parlamentari hanno mandato l’anno scorso una lettera che invitava
la Federal Communications Commission a valutare più da vicino il
business di Zte e di Huawei e a considerare limitazioni alle
attività che le due cinesi possono condurre negli Stati Uniti.

Allora Zte aveva replicato che la lettera presentava una
descrizione falsa della compagnia e delle sue attività e anche
Huawei ha sempre negato di avere legami con il governo e
l’apparato militare cinese.

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