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Industria 4.0 e startup: ecco l’ecosistema dell’innovazione

Nella quarta rivoluzione industriale, processo che porterà alla produzione automatizzata, un ruolo di rilievo spetta alle startup che si occupano di industrial analitycs, ovvero lavorano sulla valorizzazione dei dati raccolti per ottenere vantaggi a partire dal machine learning

Pubblicato il 27 Nov 2016

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Nell’Industria 4.0 le startup potranno fare la differenza. Il processo che porterà alla produzione industriale automatizzata e interconnessa attraverso l’uso di industrial analytics, Internet of Things, interazioni machine-to-machine, stampa 3D e cloud computing vede in gioco diversi attori. Un ruolo di rilievo è certamente da riservare alle giovani società innovative che possono scegliere di correre da sole, ovvero proporre in autonomia i propri prodotti o servizi, o diventare parte di un percorso di open innovation portato avanti dalle imprese più grandi attraverso partnership o accordi di vario tipo.

La centralità delle startup per la quarta rivoluzione industriale è segnalata anche nel piano del governo che prevede una serie di misure a favore della nuova imprenditoria: dalle detrazioni fiscali agli incentivi al venture capital fino al rifinanziamento del Fondo centrale di garanzia, agevolazione del Ministero dello sviluppo economico per pmi e startup. Il piano potrebbe subire ulteriori modifiche prima di entrare nella Legge di Stabilità, ma è senz’altro significativo che sia stato elaborato pensando allo sviluppo dell’ecosistema delle startup. Ecosistema che sta cominciando a familiarizzare con il mondo dell’Industria 4.0. Sono almeno una ventina le startup italiane nate per lo smart manufacturing: tra queste, solo per citare qualche nome, Alleantia, impegnata nell’ industrial Internet of Things, Experenti nella human interface, PhiDrive (motori rotativi piezoelettrici), Ioota (Internet of Things), Kenstrapper, attiva nel mondo delle stampanti 3D, e Sysdev, che realizza sensori per monitorare la condizione dei pilastri e grandi strutture.

“Da quasi 5 anni – ricorda Giovanni Miragliotta, direttore dell’Osservatorio Smart Manufacturing della School of Management del Politecnico di Milano – il numero di startup attive nell’ambito dello smart manufacturing e finanziate a livello mondiale da fondi o venture capital registra una crescita annua del 15%, con finanziamenti complessivi pari a un miliardo e mezzo di dollari”. Secondo Gianni Potti, presidente Cnct Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, le startup potranno fungere da laboratorio di ricerca e sviluppo per molte aziende. “Con l’Industria 4.0 – premette Potti – il vecchio settore manifatturiero dovrà reingegnerizzare i processi produttivi, non limitarsi solo all’IT. Spariranno le divisioni aziendali come le conosciamo oggi e la fabbrica sarà flessibile”.

Flessibilità che è già nel Dna delle startup e che dunque dovrebbe ben sposarsi con le future fabbriche che emergeranno dalla quarta rivoluzione industriale. “Vedo le startup – prosegue Potti – come il nuovo reparto Ricerca e Sviluppo collocato a fianco del manufatturiero. A loro il compito di inventare e creare soluzioni. Già molte aziende si appoggiano a coworking o fablab. È l’open innovation”. Le startup più papabili a un ruolo da protagoniste della quarta rivoluzione industriale sono, secondo Giovanni Miragliotta, quelle che si occupano di industrial analitycs, ovvero lavorano sulla valorizzazione dei dati raccolti, utilizzati dalle imprese per ottenere vantaggi a partire dal ‘machine learning’, quel processo che consente alle macchine di perfezionare la loro resa ‘imparando’ dai dati via via raccolti e analizzati.

“In ogni caso – afferma il direttore dell’Osservatorio Smart Manufacturing – non dobbiamo dimenticare che l’Industria 4.0 è tangenziale a molti altri percorsi di innovazione digitale. Startup che anni fa si sarebbero definite dell’Internet of Things oggi si fanno chiamare startup dell’Industrial Iot”. E gli startupper sono consapevoli del ruolo che ricoprono nell’ambito di un comparto industriale per il quale è indispensabile e rimettersi in gioco. “Le startup – dice Marco Bonvino, Ceo di Sysdev – sono il magma, forniscono elementi di innovazione su settori che le industrie non sono in grado di esplorare. L’Industria 4.0 prevede la collaborazione, e in certi casi la fusione, tra settori aziendali differenti. È finita l’era delle specializzazioni, occorre mettere insieme gente che non si parla da decenni. Questo processo può avvenire più in fretta se la grande industria riesce ad attingere al ‘brodo di coltura delle startup’, verificare se emergono proposte valide e quindi coinvolgerle. Ma serve che startup e industrie siedano allo stesso tavolo”.

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