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L’evoluzione degli algoritmi di visione (l’analisi di immagini su reti neurali) promette soluzioni in grado di offrire alti livelli di capillarità e di preservare allo stesso tempo la privacy dei cittadini

Pubblicato il 14 Nov 2011

a sicurezza pubblica è da sempre argomento controverso, centrale
nelle riflessioni riguardanti la gestione delle città: la
prevenzione del crimine richiede un controllo capillare del
territorio che ha imposto alle amministrazioni locali costi
rilevanti con risultati non sempre di buon livello.

I recenti tagli alle forze di sicurezza hanno messo in seria crisi
la capacità di monitoraggio della sicurezza dei cittadini: i dati
diffusi in settembre dal sindacato di Polizia Consap sulla
sicurezza a Roma mettono ben in luce la problematica. Nelle aree
periferiche della capitale il rapporto tra agenti di Polizia e
cittadini va da 1 a 1.626 nel quartiere San Basilio, ad uno
sconfortante 1 a 2.242 nella zona di Ostia: presidi totalmente
inadeguati per il contrasto dei fenomeni criminali.

L’uso alternativo di telecamere di sicurezza pone peraltro
problemi di tutela della privacy: già nel 2000 il Garante per la
privacy evidenziava i rischi della videosorveglianza, stimando in
300 il numero medio di inquadrature subito da ciascun cittadino
ogni giorno. Proprio le norme sulla privacy ne mitigano
l’utilità in termini investigativi, imponendo la cancellazione
automatica delle immagini dopo un certo lasso di tempo.
L’evoluzione degli algoritmi di visione – tecniche di analisi
delle immagini in tempo reale basate su reti neurali – promette
soluzioni interessanti, in grado di offrire alti livelli di
capillarità, e di preservare la privacy degli onesti cittadini. Il
riconoscimento automatico del volto ne rappresenta un’utile
applicazione: Scotland Yard è stata per esempio in grado di
riconoscere i partecipanti ai disordini avvenuti in luglio
analizzando i dati delle telecamere di sorveglianza e incrociandoli
con il database di immagini di Facebook; il sistema Moris permette
invece alla polizia americana di riconoscere i sospetti utilizzando
solamente un iPhone.

Le piattaforme per il monitoraggio del traffico esemplificano la
categoria altrettanto bene: sensori e telecamere distribuiti lungo
le strade permettono di “leggere le targhe” ed individuare
automaticamente le infrazioni. L’implacabile sistema Sirio Ves
montato a Roma ed il sofisticato Atsac di Los Angeles, introdotto
nel 1994, appartengono a questa categoria.
Sistemi simili, se opportunamente integrati, possono arrivare a
rilevare pattern comportamentali anche molto sofisticati: il Centro
Studi Codacons-Comitas (associazioni da anni impegnate nella tutela
dei consumatori, delle microimprese, della sicurezza ambientale) ha
organizzato un gruppo di esperti per sviluppare, integrando
tecnologie diverse, un sistema di visione elettronica
all’avanguardia, chiamato Video Knowledge Management, in grado di
riconoscere comportamenti criminali e di allertare in tempo utile
le forze dell’ordine. Il sistema è intelligente e distingue
sagome umane, veicoli ed oggetti: confrontando i fotogrammi di un
video può rilevarne automaticamente movimento, velocità ed
intenzioni, individuando colluttazioni in corso o situazioni a
rischio (rapine, furti, scippi, molestie) e mobilitando le forze di
sicurezza o di emergenza più adatte alla situazione.

Vkm è concepito per monitorare zone sensibili 24/7 senza
intervento umano: oltre a garantire il controllo del territorio
promuove attraverso la deterrenza la cultura della legalità,
amplificando la percezione di sicurezza da parte dei cittadini. A
regime Vkm permetterà ingenti risparmi rispetto ai sistemi
tradizionali di videosorveglianza perché elimina la necessità di
supervisione e rende immediata la notifica del fatto criminoso, con
benefici per la privacy dei cittadini – non soggetti a monitoraggio
se non coinvolti in attività sospette.

La piattaforma permette la correlazione di dati eterogenei e trova
applicazioni nell’ambito della sicurezza ambientale/controllo del
territorio: monitoraggio statico/dinamico (rilevamento continuo di
parametri significativi di deformazione e di spostamento, indotti
da varie cause di sollecitazione); prevenzione incendi;
monitoraggio di attività abusive; monitoraggio di aree ad accesso
limitato; controllo della mobilità; monitoraggio dei beni
culturali (sicurezza e condizioni di salute).

Come la Pre-Crime di Minority Report, le polizie moderne saranno in
grado di anticipare il verificarsi di crimini gravi, o perlomeno di
intervenire tempestivamente; diversamente dal film, le forze
dell’ordine non avranno bisogno di veggenti immersi in vasche
tecnorganiche, ma solo di un pizzico di intelligenza artificiale
made in Italy.

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