Ecco Movio, il kit per le mostre virtuali

Pubblicato il 19 Mar 2014

placeholder

La Fondazione Telecom Italia e l’istituto centrale per il catalogo unico (ICCU) hanno presentato oggi a Roma presso la Biblioteca nazionale centrale lo strumento Movio, un innovativo kit open source con cui archivi, biblioteche e musei ma anche soprintendenze, università, scuole ed associazioni possono realizzare mostre virtuali per dare risalto ai propri capolavori e valorizzare il patrimonio meno noto, molto spesso poco visibile per mancanza di mezzi, personale e risorse, nonché di occasioni per essere presentato.

In particolare, il nuovo applicativo è stato realizzato dall’ Iccu, da sempre impegnato nella diffusione dell’uso delle tecnologie digitali per i beni culturali, grazie al contributo di Fondazione Telecom Italia che, con il proprio bando sui “Beni invisibili” del 201o, ha inteso finanziare iniziative di rilancio dei beni culturali invisibili, oggetti e luoghi inaccessibili, ma anche tradizioni di conoscenze, competenze, abilità, tecniche a rischio di declino. Movio è stato selezionato su oltre 300 progetti arrivati a Fondazione Telecom Italia per il suo bando in quanto affronta il tema dei beni invisibili da un’ottica particolare: nel nostro Paese ci sono infatti diversi eventi espositivi e mostre, realizzati da soggetti culturali, che potrebbero non avere mai una diffusione efficace attraverso il web.

Il progetto Movio, coordinato dall’ICCU, si rivolge quindi a tutte le istituzioni culturali pubbliche e private che mettono in atto strategie di valorizzazione e divulgazione della conoscenza attraverso:

· la realizzazione di eventi espositivi e mostre temporanee aperte al territorio;

· l’uso di siti, portali e applicazioni web in grado di rappresentare efficacemente l’identità e l’attività dell’istituto e attuare strategie di informazione e divulgazione culturale e scientifica;

· la collaborazione di figure professionali interne o consulenti esterni (curatori museali, archeologi, storici dell’arte, archivisti, bibliotecari, grafici, web designer, redattori web, tecnici informatici ecc.) specificamente dedicati alle attività della valorizzazione e divulgazione della conoscenza.

MOVIO è concepito così come uno strumento per promuovere l’accessibilità e la fruibilità dei contenuti culturali digitali di una mostra, itinerario o percorso culturale da presentare come “mostra virtuale”, uno spazio che guida alla scoperta delle opere e consente al fruitore di creare propri percorsi e chiavi di lettura differenti da quelli proposti dal curatore, allargando l’orizzonte delle proprie conoscenze. L’idea di Movio ha raccolto ampi consensi ben prima della sua concretizzazione; alle due realizzazioni pilota previste dal progetto ad opera dell’Archivio Storico della Fondazione Telecom Italia e del Museo Centrale del Risorgimento, se ne sono infatti aggiunte altre già realizzate da parte della Biblioteca Universitaria Alessandrina, della Biblioteca Universitaria di Pavia, dell’Area Servizi Culturali della Regione Lazio, dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, o ancora in fase di realizzazione da parte dell’Archivio Storico e Museo Aziendale della Birra Peroni, dell’Istituto Centrale per gli Archivi, della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, dell’Istituto Luigi Sturzo, della Soprintendenza SPSAE e Polo Museale della Città di Roma, del Museo nazionale di Castel Sant’Angelo, dell’Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico (ISMA) del CNR e dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Come tutti i progetti finanziati Fondazione Telecom Italia, anche questa iniziativa ha una forte valenza tecnologica in quanto offre l’occasione di sviluppare un’interazione tra nuove tecnologie, innovazione e cultura.

Il software Movio è pensato come un SCMS (Semantic Content Management System) open source che consente la creazione, gestione e manutenzione di pagine web, di un minisito e di app personalizzati sulle specifiche di mostre temporanee, stabili o nate per il web. I contenuti digitali potranno essere facilmente inseriti anche da redattori che non dovranno avere conoscenze informatiche particolari, e fruiti da utenti remoti che avranno a disposizione una piattaforma di amministrazione facile all’utilizzo, accessibile e multilingue.

Il software, sviluppato in modalità totalmente open source e distribuito gratuitamente, è stato pensato come un contenitore che integra strumenti diversi al servizio dei curatori delle mostre: da diversi tipi di gallerie fotografiche, alla timeline, alle mappe interattive, allo storyteller. Un aspetto particolarmente innovativo è costituito dal cosiddetto ontology builder, attraverso il quale il curatore avrà uno strumento per costruire la mappa concettuale dell’esposizione e consentire all’utente di comporre percorsi cognitivi personali con i contenuti predisposti per la mostra. L’ontology builder risponde alle esigenze sia dell’utente che esplora la mostra in modo superficiale, sia dell’utente interessato ad approfondire i singoli temi.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Argomenti trattati

Approfondimenti

T
telecom

Articolo 1 di 2