“It’s My Film”: così il digitale recupera la memoria italiana

Una seconda vita, questa volta pubblica, ai “filmini” di famiglia. Li ospita il festival di Vicenza in una rassegna – promossa da Regione e Commissione Ue – che mette al centro nuove tecnologie e storia

Pubblicato il 09 Giu 2010

placeholder
Rivalutare le pellicole di famiglia, dall’8mm al super8, fino
al 16mm, come documenti per esplorare l’immaginario collettivo
dal secondo dopoguerra fino agli anni '80, ma anche come
spunti per la creatività cinematografica attraverso lo sviluppo
delle nuove tecnologie. E’ l’obiettivo di “It’s my film
festival”, manifestazione che si svolgerà a Vicenza dal 17 al
19 giugno e che è stata presentata oggi alla Casa del cinema di
Roma. Scelta non casuale dal momento che è la capitale a
ospitare gli “studios” di Cinecittà, il cui maxi archivio
dell’Istituto Luce è stato digitalizzato per il 90% e che
negli ultimi anni  ha visto crescere gli investimenti nella
post-produzione digitale grazie allo spinoff “Digital
Factory”, in partnership con Medusa.

Il festival vicentino recupera home movies, film provenienti da
archivi privati o ritrovati nel nutrito circuito dell’usato,
restaurati e ridefiniti in formato digitale. Un materiale che
“ha una grandissima carica emozionale perché vengono tirati
fuori dai cassetti più remoti filmati che vanno dagli anni ‘40
ai ’70 e restituiti nella loro bellezza attraverso la
digitalizzazione delle immagini, nuovi fotogrammi e un notevole
miglioramento dei limiti tecnici e tecnologici con cui queste
riprese sono state fatte nel passato”, sottolinea al Corriere
delle Comunicazioni Carlo Libondi, direttore del
festival -. It's my film è uno strumento che favorisce il
confronto tra i ragazzi delle videocamere e dei telefonini e i
loro genitori e nonni, cresciuti in un mondo ancora di provincia,
dove una cinepresa 8mm e Super8 regalava la magia di fare del
cinema partendo dalla vita di tutti i giorni”

In un momento in cui in Italia si fatica a tirare fuori la
memoria storica del nostro paese, gli organizzatori lanciano
quasi una provocazione nell’aprire “gli armadi della società
italiana degli anni dell’immediato dopo guerra e rendere
pubblica una storia, fatta di tante di tante piccole storie che
possono appassionare e tornare attuali grazie allo sviluppo delle
nuove tecnologie. In questo senso, si inseriscono le proiezioni
di film d’autore come quelli di Amedeo Fago, Stefano Rulli e
Italo Moscati che, nel suo “Occhi sgranati”, ripropone
immagini di migrazioni di ieri e di oggi, in un susseguirsi di
fotogrammi tra italiani che partivano in passato e emigranti che
arrivano adesso. Una sorta di diario pubblico condiviso, quasi
come avviene a Pieve Santo Stefano, definita per l’appunto
“la città dei diari”. Nel piccolo borgo toscano ha sede
l’Archivio diaristico, un archivio pubblico conosciuto e
riconosciuto a livello mondiale, che raccoglie scritti di gente
comune in cui si riflette, in varie forme, la vita di tutti e la
storia d’Italia: sono diari, epistolari, memorie
autobiografiche provenienti da tutto il mondo.

Il Festival è realizzato nell’ambito del progetto europeo
Europe home movies net (Ehmn), promosso da Regione del Veneto e
Commissione europea, nel quadro del “programma cultura
2007-2013”, in partnership con Grecia, Ungheria e Slovenia.

Alla manifestazione è abbinato un concorso che vede la
partecipazione di 12 artisti europei che hanno prodotto
altrettanti “corti”, utilizzando materiale home movies
rivisto in formato digitale. Significativo spazio verrà dato
anche ai giovani vicentini: 40 studenti di tre istituti cittadini
(il Liceo classico “Pigafetta” e gli scientifici “Lioy” e
“Quadri”) sono stati infatti coinvolti in un progetto mirato
ad avvicinare scuola e cinema. Gli studenti stanno seguendo un
breve corso di linguaggio cinematografico, dalla sceneggiatura al
montaggio, che si concluderà con la presentazione di un corto da
realizzare con strumenti digitali amatoriali (dalla videocamera
al cellulare) e da proporre nel corso del festival, in
un’apposita sezione. La stessa formula sarà applicata in altre
scuole europee con l’obiettivo di costruire una rete che,
attraverso la tecnologia e il linguaggio degli home movies,
produca e raccolga i contributi giovanili sul tema
dell’identità europea.

 

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articolo 1 di 2