NUOVE REGOLE. Reti Ngn, imperativo agire subito

La crisi economica non lascia altra possibilità: accelerare sugli investimenti tramite partnership pubblico-privato

Pubblicato il 28 Nov 2011

placeholder

l momento storico è di quelli importanti. La nascita del governo
Monti ha comportato, tra le prime novità di grande rilievo,
l’attribuzione al ministro Corrado Passera delle funzioni
accorpate di ministro dello Sviluppo economico, Infrastrutture e
Trasporti. Quali implicazioni? La lungimiranza e il coraggio alla
base di tale scelta risiede, innanzitutto, nella consapevolezza che
nel nostro Paese l’obiettivo del perseguimento dello sviluppo
economico e della crescita passa, in via incontrovertibile,
attraverso la realizzazione di obiettivi di carattere
infrastrutturale.

L’intento palesato, quindi, consiste nel favorire una cabina di
regia unitaria sul versante degli strumenti amministrativi di
sviluppo economico e di sviluppo strategico delle infrastrutture,
capace di generare una virtuosa opera di allineamento di indirizzo
verso la promozione di politiche industriali sinergiche capaci di
consolidare nuove basi su cui rilanciare la crescita economica nel
nostro Paese. In questo scenario, quali le priorità? In un’epoca
dove le risorse pubbliche sono scarse due sono i passaggi
chiave.

Il primo è l’individuazione dei settori industriali che
impattono in modo più incisivo sui tassi di crescita del prodotto
interno lordo (Pil). Il secondo, non trascurabile, riguarda gli
strumenti di finanziamento da utilizzare per promuovere gli
investimenti e rendere sostenibili/fattibili i progetti.
Sul primo punto è importante sottolineare come la portata
dell’effetto moltiplicativo sul Pil degli investimenti in reti di
nuova generazione (Ngn) ne impone una assoluta priorità. Da studi
condotti recentemente è stato stimato che 1 mld di investimenti in
banda larga genera un incremento in termini di Pil che va da 1,3 a
1,5 mld/euro. In altre parole, considerate le esternalità di rete
positive su imprese, consumatori e PA collegate ai servizi ad alto
valore aggiunto disponibili, il broadband può essere ritenuto un
bene infrastrutturale strategico per lo sviluppo economico e
sociale del Paese (autostrade digitali), alla stregua di quello che
rappresentò per lo sviluppo industriale il piano autostradale
degli anni ’60. Da un punto di vista economico, come già
sostenuto in passato nella rubrica, per la presenza di esternalità
positive, il broadband può essere concepito come molto vicino ad
un bene di merito.

Sul versante dei finanziamenti necessari allo sviluppo Ngn
l’esigenza di un intervento pubblico multi-level (Stato, Regioni
ed Enti locali) è rafforzato dalla presenza di alti costi fissi
che, in un momento di congiuntura economica stagnante e con la
forte incertezza sulla domanda, costituiscono un ostacolo
difficilmente superabile dal solo settore privato. D’altro canto,
in presenza della crisi dei debiti sovrani i margini
dell’intervento pubblico si sono notevolmente ridotti.

Tuttavia, è proprio l’attività di guida e coordinamento,
rintracciabile nel nuovo coraggioso assetto di governance pubblica,
a poterci indicare la strada giusta ed economicamente equilibrata
da poter intraprendere.
Visto lo schock tecnologico in atto, che rischia di veder diminuire
il grado di competitività del nostro Paese, per assicurare livelli
adeguati di investimento sulle infrastrutture di prossima
generazione appare necessario il ricorso alle forme di Partenariato
Pubblico Privato (Ppp). Gli esiti derivanti dalla creazione di una
cabina di regia unitaria, allineando obiettivi di politica
industriale con le policy relative ai beni infrastrutturali
(strumentali) idonei a facilitarne il raggiungimento, possono
essere in grado di promuovere, anche nel breve-medio periodo, una
politica industriale più consapevole e illuminata.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!