Tim Brasil, Oi pronta a mettere sul piatto 10 miliardi

Secondo la stampa carioca nella proposta per la controllata di Telecom Italia sarebbero coinvolte anche Claro e Vivo in vista di un successivo spezzatino. L’offerta potrebbe essere formalizzata entro il 30 settembre

Pubblicato il 08 Set 2014

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Trenta miliardid reais ovvero 10 miliardi di euro. A tanto ammonterebbe, secondo il quotidiano brasiliano O Estado de Sao Paulo, l’offerta che Oi starebbe studiando per comprare Tim Brasil.

La proposta di acquisto valorizzerebbe la controllata brasiliana di Telecom Italia 10 miliardi di euro. Il piano, su cui lavora la banca d’investimento Btg Pactual, prevede poi lo spezzatino di Tim Brasil che andrebbe per il 40% a Claro del magnate messicano Carlos Slim, per il 25% a Vivo (Telefonica) e per il restante 35% al campione nazionale Oi. L’offerta verrebbe formalizzata prima del 30 settembre, data della nuova asta per le frequenze del 4G.

Vivo, da parte sua, potrebbe prendersi più tempo per manifestarsi dal momento che la sua controllante, Telefonica, è impegnata nella negoziazione per l’acquisizione di Gvt. Il fatto che avvenga prima dell’asta delle frequenze, riporta il giornale brasiliano citando una fonte, è un “pezzo importante dell’equazione” in quanto le decisioni riguardo al consolidamento del mercato “devono essere prese prima di essa”.

Sulla scia dei rumor Tim Brasil guadagna il 3,36%. Anche Telecom Italia beneficia della notizia, guadagano terreno in Borsa per tutta la giornata per poi chiudere al 2%.

Il futuro di Tim Brasil è stato protagonista del dibattito nei giorni scorsi all’indomani della decisione di Vivendi di accettare l’offerta di Telefonica per Gvt, rigettando quella di Telecom. Decisione che ha portato la compgania italiana a ribadire la strategicità dell’asset carioca.

Usando la massima latina “res valet quantum vendi potest”, il presidente di Telecom, Giuseppe Recchi, ha voluto sottolineare il valore di Tim Brasil per la compagnia di Tlc . “L’ipotesi di aggregazione con Gvt è stata una parentesi che ora si è chiusa”, ha detto il presidente in occasione del Forum Ambrosetti di Cernobbio. “’Il piano originale di Telecom sul Brasile era quello di una crescita organica”. “Con Vivendi si era presentata un’opportunità di valutare un’opzione diversa. Le operazioni si costruiscono su dei range di valutazione, su cui i board danno un’autorizzazione e poi insieme al board si era deciso fino a dove spingersi. Abbiamo deciso di avere una disciplina finanziaria, non abbiamo voluto fare nessun inseguimento al rialzo, come già aveva anticipato il nostro amministratore delegato”.

Telecom Italia porterà, dunque, avanti il piano industriale 2014-2016 che prevede un miglioramento dei margini nel business domestico sia mobile, sia fisso e il piano di investimenti in Brasile, in modo da rafforzare la posizione di Tim Brasil.

Nel Paese sudamericano in particolare resta ”il focus sullo sviluppo e gli investimenti” già annunciati per il 2014-2016 dall’Ad, Marco Patuano, puntando sulla forte posizione di Tim Brasil, senza effetti dal nulla di fatto sul fronte Gvt, operazione straordinaria al di fuori del piano.

Per Marco Fossati, secondo azionista del gruppo, evenutuali offerte per Tim Brasil dovranno avere i multipli pari a circa 11 volte l’Ebitda, quindi su valori circa doppi rispetto all’attuale capitalizzazione. Oggi Tim Brasil vale circa 10 miliardi di euro, con un EV su Ebitda pari a 5,4 volte, secondo i dati Thomson Reuters. “Se gli operatori brasiliani vogliono ridurre il numero degli attori a tre da quattro, beneficiando di sinergie enormi, è meglio che facciano arrivare sul tavolo del consiglio un’offerta che valuta Tim Brasil intorno a 11 volte l’Ebitda – ha spiegato – Solo in quel caso la prenderemo in considerazione”.

Intanto Fitch ha confermato il rating di Telecom Italia a BBB-, con outlook negativo. Il rating, secondo una nota dell’agenzia di rating, sono supportati dalla posizione sul mercato domestico, fisso e mobile, e da un contesto operativo che, nonostante le recenti difficoltà, esercita una pressione minore rispetto ai principali concorrenti in Europa. L’outlook negativo è legato al profilo sul fronte del debito, che continua riflettere l’eredità della passata struttura proprietaria.

Secondo l’agenzia Tim Brasil potrebbe trovarsi in svantaggio competitivo qualora Vivendi dovesse completare la cessione a Telefonica della sua divisione di servizi in banda larga Gvt. “Con Telefonica ora in trattative esclusive con Vivendi per la vendita delle sua attività in banda larga, Gvt, vi e’ il rischio che un’offerta convergente di servizi di telefonia fissa e mobile diventi una capacitòà di servizio più importante nel medio periodo. Nonostante la sua forte posizione nel mobile, Tim Brasil potrebbe trovarsi in una situazione di svantaggio competitivo se questa ipotesi si dimostrasse vera”. Nel frattempo, “i minori costi per la sospensione del servizio e il rallentamento dell’economia hanno tolto crescita al mercato della telefonia mobile. Le aste di bande di frequenze di quest’anno potrebbero inoltre far aumentare materialmente le spese in conto capitale in Brasile, sebbene Fitch ritiene che i pagamenti verrebbero spalmati su un ampio numero di anni limitando l’impatto a breve sul cash flow”.

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