Esiste o no un "Piano B" per la vendita di T-Mobile Usa a
At&t, nel caso la proposta di merger fallisse sotto i colpi
dell'opposizione dei regolatori americani? Nonostante quanto
riportato dal Wall Street Journal, ovvero che At&t e Deutsche
Telekom starebbero già studiando modalità alternative per
cooperare – in particolare, una joint venture sulle reti – le
aziende negano che esista un Piano B e restano impegnate a portare
avanti il piano originario:
un portavoce di Deutsche Telekom ha
smentito ufficialmente quanto scritto dal quotidiano
finanziario.
Il Wall Street Journal aveva citato “persone a conoscenza dei
fatti” e riferito che At&t e Deutsche Telekom stanno discutendo
la formazione di una joint venture per mettere in comune le
attività di rete mobile negli Stati Uniti nel caso la vendita di
T-Mobile Usa non riesca ad andare in porto. Queste trattative,
secondo il Wsj, sarebbero in fase iniziale e comunque il presunto
“Piano B” verrebbe considerato solo come estrema risorsa nel
caso fallisse l’accordo principale, che continua a rappresentare
il vero interesse per entrambe le parti.
La
joint venture è un’opzione che Deutsche Telekom ha già
usato in Gran Bretagna quando ha unito la sua divisione mobile
locale T-Mobile in partnership con la francese Orange lo scorso
anno, dando vita al maggior carrier wireless del Regno Unito.
L’allora chief regional officer per l’Europa di Deutsche
Telekom, che ha avuto un ruolo chiave nel realizzare la jv
britannica, è l’attuale chief executive di T-Mobile Usa, Philipp
Humm.
"Non è affatto un’ipotesi peregrina che At&t e Deutsche
Telekom stiano considerando delle alternative e una joint venture
sulle reti può ben rappresentare una delle opzioni”, commenta
Stefan Borscheid, analista di LBBW. "Tuttavia, anche in questo
caso le due aziende devono stare attente a come strutturano la jv
sulle reti, per ottenere l’approvazione del regolatore”.
Secondo il Wsj, una possibilità è che nella jv entrambe le
aziende usino lo spettro di T-Mobile, che è ciò che interessa a
At&t per potenziare la capacità delle sue reti mobili, mentre
Deutsche Telekom manterrebbe i suoi clienti mobili americani. Non
è chiaro invece, in caso di jv, che fine farebbe la break-up fee
che At&t si è impegnata a pagare a Deutsche Telekom se fallisce la
vendita di T-Mobile Usa; forse ne verrebbe versata solo una
parte.
Come noto, At&t si è accordata con Deutsche Telekom per acquistare
T-Mobile Usa per 39 miliardi di dollari, ma l’operazione, subito
criticata dai carrier rivali, si è scontrata con l’opposizione
del dipartimento di Giustizia e di recente anche con quella della
Federal Communications Commission. Quest'ultima ha pubblicato
proprio questa settimana uno studio di 109 pagine in cui sostiene
che la fusione tra At&t e T-Mobile Usa sarebbe un danno per la
concorrenza e finirebbe col far salire i prezzi per i clienti
finali.
Al report della Fcc At&t ha immediatamente replicato definendo il
documento “completamento privo di equilibro e credibilità”.
Secondo Jim Cicconi, capo della lobby che difende gli interessi di
At&t nel mondo politico, “Il report è sleale”, una sorta di
crociata nemmeno tanto velata contro la telco americana e non
un’analisi obiettiva.