Gli azionisti di Twitter hanno approvato l’offerta di acquisto da 44 miliardi di dollari di Elon Musk, dalla quale il patron di Tesla e Space X sta cercando di svincolarsi. L’accordo come ormai tutti sanno è al centro di una battaglia legale la cui parola finale spetta a un giudice del Delaware, che analizzerà il caso in tribunale a ottobre.
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Zatko: “Twitter non sa quali dati possiede e non sa come proteggerli”
Il voto degli azionisti di Twitter arriva nel giorno in cui l’ex responsabile della sicurezza della società, Peiter Zatko, licenziato lo scorso gennaio, ha reso la sua testimonianza nella commissione del Senato ribadendo le accuse di gravi carenze nella sicurezza contro la direzione del social network. Accuse che Musk utilizzerà nella causa legale in corso.
Nel suo intervento davanti ai senatori, Zatko ha parlato di “compagnia gestita dai rischi e dalle crisi” che “ha reagito ai problemi troppo tardi”. Secondo l’ex dirigente, il board di Twitter non ha mostrato la volontà di risolvere i problemi e avrebbe ignorato gli avvertimenti arrivati da lui e da altri dipendenti. Citando lo scrittore Upton Sinclair, Zatko ha aggiunto che “è difficile portare qualcuno a capire qualcosa quando il suo stipendio dipende dalla sua capacità di non capire quella cosa”.
Ma non finisce qui: secondo l’esperto “la direzione di Twitter sta ingannando i funzionari eletti, le autorità di regolamentazione e persino il suo stesso consiglio di amministrazione“: i responsabili del gruppo “non sanno quali dati hanno, dove sono, da dove provengono. Quindi, ovviamente, non possono proteggerli“. L’ex dipendente ha aggiunto che la piattaforma è “oltre un decennio indietro rispetto ai migliori standard del settore” e ha sentenziato: “Non importa chi ha le chiavi se non ci sono serrature”. Tra le accuse più gravi che Zatko rivolge contro Twitter c’è la violazione dei termini di un accordo con Federal Trade Commission (Ftc) del 2011 secondo cui la società avrebbe affermato in modo falso di avere rafforzato le misure per proteggere la sicurezza e la privacy dei suoi utenti.
Il caso dell’indennità pagata all’ex responsabile della sicurezza
Twitter non ha commentato le dichiarazioni del suo ex manager. Il board aveva comunicato in passato di averlo licenziato per i suoi “standard scadenti”, accusandolo di “cercare in modo opportunistico il sistema per danneggiarli”. L’ex dirigente – assunto dopo che nel 2020 aveva hackerato i profili di Joe Biden, Obama, Jeff Bezos e dello stesso Elon Musk – sostiene invece che il licenziamento è legato agli scontri con la dirigenza per la mancata sicurezza dei profili. Le accuse di Zatko, rinomato per essere un hacker etico, rischiano di complicare la battaglia legale di Twitter contro Musk. A rafforzare la posizione del patron di Tesla anche il fatto che il social network abbia pagato al suo ex responsabile per la sicurezza un’indennità di fine rapporto da 7,5 milioni di dollari, consentendo a Musk di appellarsi a un’ulteriore violazione dell’accordo di acquisto.
Nella lettera gli avvocati di Musk hanno citato una sezione dell’accordo di fusione secondo la quale Twitter si impegnava a non “concedere o fornire alcuna liquidazione o indennità di fine rapporto a qualsiasi fornitore di servizi dell’azienda, se non il pagamento di importi o indennità di fine rapporto nel corso ordinario dell’attività, in linea con la prassi passata e subordinatamente all’esecuzione e alla non revoca di una liberatoria di crediti a favore dell’azienda e delle sue consociate”. A fine giornata il titolo Twitter guadagnava l’1,6% a Wall Street.