Reding: “Serve un mercato unico dei digital content”

Il commissario Ue alla Società dell’Informazione ribadisce l’impegno di Bruxelles a creare i presupposti regolamentari ideali per la digitalizzazione, l’accesso e l’autorizzazione dei contenuti digitali in tutti i 27 Paesi dell’Ue

Pubblicato il 05 Ott 2009

Il White Paper sulla strategia per lo sviluppo dei nuovi servizi
media dell’EDiMa (l'organismo che riunisce le digital media
company europee) dovrebbe “concentrarsi sulla creazione di un
singolo mercato digitale per i consumatori, i creatori di contenuti
e gli internet service provider”. Lo ha dichiarato il commissario
europeo per l’Information society Viviane Reding. “Tutto il
nostro lavoro per rendere moderne le regole delle
telecomunicazioni, promuovere Internet e la banda larga che senso
avrebbe se non promuovessimo anche l’adozione di servizi basati
su Internet e la distribuzioni dei contenuti via web? Sarebbe come
avere un oleodotto senza il petrolio”, ha detto la Reding. “Il
Singolo mercato digitale è la fonte di tutti i servizi che
renderanno la nostra economia basata sulla conoscenza e pienamente
digitale”. Secondo il commissario Ue, oggi il mercato dei servizi
digitali è ostacolato dalla frammentazione delle regole, diverse
Stato per Stato. L’anno scorso un consumatore europeo su tre ha
comprato online, ma solo il 7% lo ha fatto in un Paese diverso dal
proprio.

Tre quarti dei retailer europei vendono su Internet, ma solo uno su
cinque attraversa il confine. Di qui l’appello per l’adozione
della bozza della Direttiva per i diritti dei consumatori (Consumer
Rights Directive), che chiede regole comuni per il mercato retail
nell’Ue. Il gap è ancora maggiore se si guarda alla fornitura di
contenuti digitali da un Paese all’altro. Colpa, dice la Reding,
delle norme che regolano le licenze e i diritti d’autore, non
applicabili al mondo digitale. “Non solo si limita l’offerta
legale di contenuto online, ma si ostacola lo sviluppo di nuovi
servizi media”: spesso il contenuto acquistato online legalmente
può essere acquistato o scaricato solo nel Paese di residenza del
consumatore e ha una protezione tecnologica che ne limita l’uso a
un solo tipo di media player. “Presto le forze del mercato
renderanno questi modelli di business sorpassati”, dice la
Reding. “Il 60% dei giovani utenti Internet europei scarica
contenuti gratis dal web e il 28% dice di non essere disposto a
pagarli. Ma questa percentuale si ridurrebbe se i giovani
trovassero offerte concorrenziali e meno restrizioni contrattuali e
tecnologiche. Questi utenti sono il nostro futuro”. “Siamo
onesti”, continua la Reding: “nell’offerta di contenuti
digitali, l’Europa non è il più vasto mercato del mondo, ma 27
mercati separati. Ecco perché gli Usa ci sono superiori”.

A proposito degli Stati Uniti: perderà l’Europa la partita della
digitalizzazione dei libri? La Reding cita apertamente il caso di
Google Books: “Se non agiamo subito, i cittadini Usa non solo
godranno della più ampia offerta di contenuti digitali, ma
potranno accedere con un semplice click a 10 milioni di libri, tra
cui moltissimi parte dell’eredità culturale europea. Potrebbe
nascere un nuovo digital divide tra le due sponde dell’Atlantico.
Oggi, detentori di diritti e Isp in Europa investono troppo tempo e
denaro nella gestione dei diritti, anziché in servizi capaci di
attrarre utenti”. “Dobbiamo affrontare il problema della
digitalizzazione di massa dei libri e delle opere orfane”, ha
sottolineato la Reding parlando delle priorità nella sua agenda.
“E’ inaccettabile che un’enorme parte dell’eredità
culturale europea resti inaccessibile ai cittadini Ue, quando
potrebbe essere a portata di click. La risposta europea a Google
Books non deve essere una guerra culturale contro il progresso
tecnologico, ma un invito ad accelerare la migrazione dell’Europa
verso un sistema moderno che faccia l’interesse di autori e
investitori. Dobbiamo mettere in atto soluzioni che evitino che la
digitalizzazione avvenga tutta negli Stati Uniti”.

La Commissione ha recentemente adottato la comunicazione
"Europeana – next steps" per dare un nuovo indirizzo al
progetto della libreria digitale europea. La Reding insieme al
commissario Charlie McCreevy ha lanciato poi un’altra
comunicazione sul "Copyright nella società della
conoscenza”. La Commissione ha anche cominciato ad affrontare un
punto importante del White Paper dell’EDiMA: le conseguenze della
mancanza di una politica coordinata sui temi del copyright e dei
contenuti digitali all’interno delle istituzioni dell’Ue.
L’obiettivo, conclude la Reding, è raggiungere la creazione di
un mercato unico, moderno, favorevole alla libera concorrenza, con
più opportunità per i consumatori che costituisca l’ambiente
ideale per la digitalizzazione, l’accesso e l’autorizzazione
dei contenuti digitali in tutti i 27 Paesi dell’Ue, dove gli
utenti europei potranno comprare ovunque e godere di qualunque
contenuto su qualunque piattaforma. Un progetto su cui si lavorerà
nei prossimi anni e che fa parte di quella che la Reding definisce
“la nostra ambiziosa Agenda Digitale Europea”, alla cui
definizione si è già impegnato il Presidente Barroso. “Tutto
sarà fatto per eliminare i principali ostacoli al mercato unico
digitale e rendere l’economia digitale un importante motore della
ripresa in Europa”, ha concluso la Reding.

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