l’analisi

Dazi Usa, frenano le reti 5G private: l’industria manifatturiera rallenta



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Secondo Abi Research, nel 2025 le implementazioni nel settore manifatturiero statunitense sono diminuite dell’11% rispetto al 2024. L’incertezza legata ai dazi e alle politiche commerciali scoraggia gli investimenti, mentre Germania e Malesia accelerano

Pubblicato il 14 mag 2025



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Il 2025 si apre con un dato allarmante per la trasformazione digitale dell’industria statunitense: secondo Abi Research, le implementazioni iniziali di reti 5G private nel settore manifatturiero sono scese dell’11% rispetto all’anno precedente. Una battuta d’arresto che non nasce da motivi tecnologici o mancanza di casi d’uso, ma da un clima di profonda incertezza economica e politica, alimentato dai dazi Usa imposti su componenti tecnologici chiave e da una strategia commerciale nazionale percepita come volatile.

Il freno agli investimenti in reti 5G private è un segnale chiaro: l’ambiente politico influenza in modo diretto le decisioni industriali, e di riflesso, la competitività del sistema-Paese. In un momento in cui le tecnologie abilitanti – dall’automazione industriale all’Internet of Things – richiedono connettività ultra-affidabile, bassa latenza e controllo privato dei dati, rinunciare al 5G privato equivale a lasciare il passo alla concorrenza internazionale.


Germania e Malesia avanti, gli Usa rallentano

Impietoso il confronto con altre economie. Secondo Abi Research, Germania e Malesia hanno registrato una crescita netta nelle implementazioni di reti 5G private nel 2024 e inizio 2025, spinte da politiche industriali favorevoli, fondi pubblici mirati e partnership strategiche tra governi, operatori e vendor.

In Germania, in particolare, le reti 5G private sono parte integrante della strategia “Industrie 4.0”. Qui il governo ha promosso la concessione diretta di spettro dedicato alle imprese industriali, facilitando un modello di autogestione della rete che si è dimostrato efficace in numerosi settori: automotive, chimica, logistica.

Il governo malese ha invece adottato un approccio di collaborazione pubblico-privato per accelerare l’adozione del 5G, incoraggiando la creazione di ecosistemi industriali locali attraverso incentivi fiscali e deregolamentazione. Questi Paesi stanno costruendo una solida base per la competitività del loro tessuto produttivo, mentre gli Stati Uniti si trovano in una fase di incertezza paralizzante.


Dazi Usa fra i 3 ostacoli chiave al rollout 5G privato

L’indagine Abi evidenzia con chiarezza i motivi dietro al rallentamento negli Usa. I principali freni sono:

1. Dazi Usa e barriere all’importazione

I dazi Usa imposti su componenti hardware provenienti da Asia ed Europa – tra cui antenne, chipset, moduli radio e apparati di rete – hanno fatto lievitare i costi di implementazione, riducendo l’attrattività del 5G privato per le aziende manifatturiere. In particolare, le pmi, che avrebbero bisogno di reti wireless scalabili, faticano a giustificare investimenti così onerosi in assenza di economie di scala immediate.

2. Incertezza regolatoria

Il settore soffre anche per l’assenza di una cornice normativa chiara, sia per quanto riguarda la gestione dello spettro privato, sia per il supporto pubblico all’innovazione. Ne risulta una frammentazione normativa che genera incertezza e scoraggia la pianificazione a medio-lungo termine.

3. Roi incerto e ritardi nei casi d’uso

Molte imprese segnalano difficoltà nel misurare il ritorno sull’investimento delle reti 5G private. Il tempo necessario per progettare, installare e integrare la rete con sistemi esistenti può essere lungo, e senza una roadmap condivisa o incentivi a supporto, il rischio di immobilismo cresce.


Impatto strategico: produttività, sicurezza, competitività

La frenata nelle reti 5G private ha implicazioni profonde sulla competitività dell’intero settore manifatturiero statunitense. Queste reti sono progettate per offrire latenze sotto il millisecondo, priorità di traffico e massima personalizzazione: condizioni indispensabili per abilitare impianti produttivi intelligenti, manutenzione predittiva, visione artificiale, automazione di veicoli e robotica collaborativa.

Senza questo layer infrastrutturale, la transizione verso modelli di smart manufacturing rischia di rimanere sulla carta. Non solo: il 5G privato è un elemento centrale anche per la cybersecurity industriale, offrendo segmentazioni di rete, gestione diretta dei dati e isolamento logico dalle reti pubbliche. In uno scenario globale segnato da crescenti minacce cyber, il fattore sicurezza è tutt’altro che secondario.


Una questione geopolitica: il 5G come leva di potere

Va poi considerato un elemento geopolitico. Le reti 5G private rappresentano una leva di autonomia tecnologica, capace di ridurre la dipendenza da reti pubbliche controllate da attori esterni. In Cina, il rollout 5G in ambito industriale è stato inserito in piani strategici come “Made in China 2025” e “Digital Silk Road”. Anche in Europa, il Pnrr e altri fondi Next Generation EU dedicano risorse significative all’infrastrutturazione digitale.

In questo scenario, l’arretramento statunitense non è solo una questione industriale, ma anche una perdita di influenza tecnologica e standard-setting. Un ecosistema nazionale che rallenta sul 5G industriale rischia di ritrovarsi marginalizzato nei tavoli tecnici, negli organismi di normazione e nelle future alleanze strategiche globali.


Quali contromisure? Il ruolo della politica industriale

Il rallentamento delle reti 5G private negli Usa può essere invertito, ma serve una risposta sistemica. ABI Research individua alcune direttrici:

  • Eliminare o sospendere i dazi Usa su componenti critici per le reti industriali
  • Definire regole certe per l’assegnazione dello spettro privato
  • Sostenere le pmi con incentivi mirati o credito d’imposta per l’innovazione infrastrutturale
  • Avviare progetti pilota pubblico-privati per testare modelli replicabili di rete 5G privata

Serve una visione industriale che vada oltre i cicli elettorali, capace di riconoscere che la connettività è una risorsa strategica tanto quanto l’energia o i trasporti. Il rischio, altrimenti, è di perdere un treno che difficilmente ripasserà.

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