La trasformazione in atto nel mondo delle telecomunicazioni prende forma attorno a un concetto chiave: Telco AI. L’adozione diffusa dell’intelligenza artificiale generativa (GenAI) e dei modelli linguistici su larga scala (Llm) sta spingendo gli operatori a ripensare radicalmente le proprie infrastrutture.
È quanto emerge dal “DSP Leaders Report – Trends in Telco AI Infrastructure”, pubblicato da TelecomTV su supporto di Dell Technologies e Nvidia, che documenta l’impatto crescente dell’AI su architetture di rete, modelli operativi e strategie industriali. Un’indagine da cui emerge che AI factory, edge computing e data sovereignty non sono più scelte tecnologiche, ma leva competitiva ed esigenza strutturale.
Il contesto, rivela l’analisi, non è semplice: dopo gli investimenti in 5G e banda ultralarga, gli operatori hanno ridotto il Capex, e il settore cresce appena dell’1,6% l’anno. Ma l’intelligenza artificiale rappresenta un’occasione irripetibile per rilanciare i ricavi e ritrovare centralità. A patto di muoversi subito.
Indice degli argomenti
AI factory, il cuore della strategia Telco AI
Il concetto di AI factory è ormai parte integrante del lessico telco. Si tratta di data center specializzati per l’addestramento, ottimizzazione e inferenza AI, alimentati da Gpu di ultima generazione. A oggi, secondo i dati raccolti nel Dsp Leaders Report, Nvidia ha reso pubblici 18 accordi con operatori telco in tutto il mondo.
Le AI factory nascono per supportare sia servizi interni sia offerta commerciale, in particolare per clienti enterprise e pubblici. Il tema della sovranità del dato è centrale. Ne è un esempio Telus, in Canada, che sta costruendo due AI factory alimentate al 99% da energia rinnovabile. L’obiettivo è offrire calcolo sovrano, ridurre la dipendenza dai cloud esteri e trattenere i talenti AI nel Paese.
Anche Bell Canada ha annunciato il piano AI Fabric, basato su un supercluster da 500 MW e tecnologie Groq, segno che il dominio Nvidia non è più incontrastato. In Europa, la Commissione Europea ha lanciato il programma InvestAI, con un budget di 200 miliardi per la creazione di AI gigafactory sovrane e sostenibili. La AI factory di Deutsche Telekom, sviluppata con Nvidia, avrà 10.000 Gpu ed è pensata per il supporto all’industria manifatturiera.
Orange Business, invece, si propone come partner cloud europeo per l’AI-as-a-Service, con una proposta basata su compliance Gdpr, infrastrutture proprie e collaborazione con Nvidia.
Il modello asiatico: AI nazionale e servizi esportabili
Nel contesto Telco AI, l’Asia gioca un ruolo di avanguardia. In Corea del Sud, SK Telecom si definisce “AI company” e ha avviato un piano triennale per una rete di data center regionali, edge AI, e Gpu-as-a-Service per aziende e governo. L’obiettivo è esportare il modello in altri mercati grazie a collegamenti sottomarini ad alta capacità.
In Giappone, SoftBank e Kddi stanno costruendo AI factory su ex siti industriali. Kddi ha avviato partnership con Hpe, Sakura Internet e HighRes, per offrire servizi multicloud, multi-Llm e condivisione Gpu on-demand. Anche Singtel, a Singapore, ha lanciato la piattaforma Nxera per democratizzare l’accesso all’AI tramite partnership con Nvidia e 5G ad alte prestazioni.
Edge computing e AI-Ran, tra opportunità e perplessità
Un’altra leva strategica è il network edge, in particolare nel contesto della AI-Ran Alliance, che riunisce Aws, Microsoft, Ericsson, Nokia, Nvidia e altri. L’obiettivo è condividere l’infrastruttura tra AI e funzioni Ran, con potenziali benefici in termini di efficienza, costi e latenza.
Tuttavia, secondo il Dsp Leaders Report, solo il 24% degli operatori è pronto a investire oggi in AI-Ran. Il 56% preferisce aspettare che le strategie cloud Ran si stabilizzino. Verizon, ad esempio, ha dichiarato che l’AI-Ran “risponde a una domanda che nessuno ha posto”, mentre Vodafone si concentra sull’uso dell’AI per ottimizzare le reti, senza integrarla ancora nell’infrastruttura Ran.
L’incertezza riguarda anche la collocazione fisica dei carichi AI: edge, nodo regionale o core? Il rischio è investire in modelli ancora acerbi. Per questo, molti operatori scelgono di cloudificare le funzioni Ran, mantenendo flessibilità sull’adozione futura dell’AI.
Banda ultralarga, la dorsale invisibile dell’AI
L’approccio Telco AI ha bisogno di connettività ad altissima capacità. Gli AI workloads generano enormi volumi di dati che devono viaggiare rapidamente tra datacenter, edge e dispositivi. Per questo motivo, la banda ultralarga è essenziale per abilitare i nuovi servizi. Scopri come la banda ultralarga abilita le applicazioni innovative.
Negli Stati Uniti, Lumen Technologies si è rilanciata posizionandosi come “backbone dell’AI”, con 4,2 miliardi di investimenti nel 2025 e una rete da 17 milioni di miglia intercity in fibra. Partner di Aws e Meta, Lumen ha adottato una strategia definita “intelligent network fabric”.
Anche Zayo segue questa rotta: 5.000 nuove miglia di fibra, 4,25 miliardi investiti e una previsione secondo cui serviranno 120 milioni di miglia long-haul entro il 2030 per reggere la domanda. In Europa, Arelion parla di “superstrada AI scandinava”, mentre in UK Neos Networks sfrutta le ferrovie per portare fibra ad alta densità (432 fili). In Asia, Hkt ha annunciato una “AI Superhighway” da 800 Gbps per applicazioni scientifiche e aziendali.
Modelli di business e ritorno sull’investimento
Uno dei principali interrogativi è: le AI factory saranno sostenibili economicamente? Il 54% degli operatori ritiene di sì, secondo il Dsp Leaders Report. Tuttavia, il rischio di “build it and they will come” è concreto. Servono casi d’uso, domanda reale e una chiara proposizione di valore.
Il modello più promettente è quello del Gpu-as-a-Service, già operativo in Norvegia con Telenor, che ha investito 10 milioni in una AI factory basata su Nvidia e Aws. Il progetto ha attirato interesse crescente da aziende e PA, specialmente dopo le tensioni geopolitiche del 2025. Anche SoftBank ha presentato un modello AI-Ran con ritorni stimati fino al 219% per server installato.
Per molte telco, l’AI è un’estensione naturale dell’offerta: chi possiede già infrastrutture cloud, edge e rete può integrare servizi AI a valore aggiunto, posizionandosi come partner locale per lo sviluppo di modelli linguistici, AI verticali e inferenza distribuita.
Telco AI: una scommessa da vincere
Il report lancia un messaggio forte: la Telco AI è un’opportunità irripetibile, ma solo per chi agisce subito. Non basta installare Gpu o siglare accordi con hyperscaler. Serve una strategia che tenga insieme capex, sostenibilità, gestione del dato e ritorno commerciale.
L’intelligenza artificiale può essere il nuovo “momento smartphone” delle telecomunicazioni. Ma per esserci, le telco devono investire nel giusto mix di AI factory, edge computing e reti a banda ultralarga, e sviluppare una visione chiara su come monetizzare la potenza computazionale. Chi saprà farlo, potrà riconquistare un ruolo centrale nel nuovo ordine digitale.