Papa Leone XIV lancia un appello importante a tutti gli attori del settore tecnologico nel contesto dell’AI for Good Global Summit organizzato dalla International Telecommunication Union (Itu): sviluppare l’intelligenza artificiale (AI) con un forte orientamento etico, centrato sui valori umani e sul bene comune.
Il summit celebra il 160° anniversario della fondazione dell’Itu, un ente che da oltre un secolo promuove la connettività universale.
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Intelligenza artificiale a servizio dell’uomo
Papa Leone XIV ha sottolineato che, sebbene l’intelligenza artificiale possa simulare alcune funzioni cognitive umane, essa non è in grado di replicare il discernimento morale o di creare vere relazioni umane. Perciò, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale deve sempre essere guidato da un quadro etico che garantisca che la tecnologia sia utilizzata per il bene di tutta l’umanità.
“L’umanità è a una svolta, di fronte all’immenso potenziale generato dalla rivoluzione digitale, alimentata dall’Intelligenza Artificiale – afferma il Pontefice -. Questo impatto travolgente sta trasformando settori come l’istruzione, il lavoro, l’arte, la sanità, la governance, la difesa e le comunicazioni. Questa trasformazione epocale richiede responsabilità e discernimento affinché l’AI venga sviluppata e utilizzata per il bene comune, costruendo ponti di dialogo e promuovendo la fraternità, affinché serva gli interessi dell’intera umanità”.
L’Itu e il suo impegno per una tecnologia inclusiva
Nel suo messaggio, il Papa ha enfatizzato anche il ruolo dell’International Telecommunication Union, che quest’anno celebra i suoi 160 anni di attività. L’Itu ha svolto un ruolo fondamentale nel promuovere la connettività globale e ha ribadito la sua volontà di garantire che tutte le persone possano accedere alle tecnologie digitali, comprese le più remote comunità. Doreen Bogdan-Martin, Segretaria Generale dell’ITU, ha accolto positivamente il messaggio del Papa, sostenendo che l’AI deve essere sviluppata con un occhio di riguardo per i diritti umani e la dignità di ogni persona.
“L’intelligenza artificiale, se sviluppata e utilizzata correttamente, può essere uno strumento potente per migliorare la vita delle persone”, ha dichiarato Bogdan-Martin, sottolineando come l’Itu continui a lavorare per garantire che le tecnologie digitali siano al servizio di un progresso che sia equo e inclusivo. L’organizzazione internazionale ha anche promesso di impegnarsi per lo sviluppo di normative internazionali che regolino l’uso dell’intelligenza artificiale, con un focus particolare sulle imprese tecnologiche e sugli organismi governativi.
Etica, governance e la sfida globale dell’intelligenza artificiale
Papa Leone XIV ha anche messo in evidenza un punto cruciale: la necessità di una governance etica globale per l’intelligenza artificiale. Come il Papa ha osservato, mentre l’AI ha il potenziale per migliorare vari settori — dalla salute all’educazione, dall’industria alla governance — è essenziale che lo sviluppo e l’adozione dell’intelligenza artificiale siano accompagnati da una riflessione profonda sui valori morali coinvolti. L’AI non deve solo essere efficiente, ma deve anche servire a creare società più giuste, basate su solidarietà e rispetto reciproco.
Questo tipo di responsabilità etica è di fondamentale importanza soprattutto in un contesto in cui l’intelligenza artificiale diventa sempre più integrata in settori critici, come i sistemi sanitari, i servizi pubblici, e le tecnologie di sorveglianza. La capacità dell’AI di automatizzare processi e prendere decisioni autonome solleva interrogativi non solo tecnici, ma anche morali, specialmente in relazione al potenziale abuso di potere o alla creazione di nuove disuguaglianze.
La necessità di un approccio umano all’intelligenza artificiale
Un altro punto sollevato da Papa Leone XIV riguarda il rischio che la crescente automatizzazione dei processi riduca l’importanza delle relazioni umane. Sebbene l’AI possa velocizzare il lavoro, migliorare l’efficienza e risolvere problemi complessi, non può sostituire il cuore umano né le capacità relazionali che definiscono ciò che significa essere umano. Papa Leone XIV ha ricordato che l’AI deve sempre rispettare la centralità dell’essere umano, ponendo la dignità e la libertà delle persone al centro della sua progettazione.
Questa visione è cruciale per evitare che l’intelligenza artificiale venga utilizzata per fine commerciali o per promuovere modelli sociali che minano i diritti fondamentali. È necessario che gli sviluppatori e i governi continuino a lavorare insieme per definire regolamentazioni che pongano al centro la protezione delle libertà civili e l’equità sociale.
Il futuro tra progresso e responsabilità
Il messaggio del Papa, insieme alle dichiarazioni di Doreen Bogdan-Martin, segna un passo importante verso la creazione di un futuro più giusto per l’intelligenza artificiale. L’AI ha il potenziale di rivoluzionare il mondo, ma solo se accompagnata da una riflessione etica che garantisca il suo impiego per il bene comune. Le parole del Papa e il sostegno dell’Itu hanno messo in evidenza che l’innovazione tecnologica non deve essere guidata solo dalla competizione economica, ma deve essere sempre orientata a migliorare la vita delle persone.