Alessandra Perrazzelli entra nel Consiglio d’amministrazione di Tim. Il board, presieduto da Alberta Figari, ha cooptato la ex vicedirettrice generale della Banca d’Italia in sostituzione della dimissionaria Domitilla Benigni. Perrazzelli, che non possiede quote azionarie del gruppo. entra in Cda come amministratore non esecutivo, e farà parte dei comitati Nomine e Remunerazione e Sostenibilità.
Indice degli argomenti
Il parere degli analisti
Secondo gli analisti di Intermonte, l’ingresso di Perrazzelli rappresenta un segnale positivo. La sua figura è considerata “autorevole e qualificante”, che “contribuisce a ristabilire l’equilibrio della governance, sia in termini di rappresentanza di genere (4 donne su 9 membri) che di consiglieri indipendenti (7 su 9).
Il nodo Poste Italiane
L’ingresso di Alessandra Perrazzelli in Cda non scioglie, però il nodo dell’ingresso di Poste Italiane nel consiglio d’amministrazione di Tim. Le indiscrezioni di stampa avevano riportato che le dimissioni di Domitilla Benigni avrebbero potuto aprire la strada dell’ingresso nel board del gruppo guidato da Matteo Del Fante, che detiene il 24,8% del capitale ordinario dell’operatore Tlc.
Tra i “papabili” era circolato nei giorni scorsi il nome di Laura Furlan, AD di Poste Vita, la cui cooptazione nel board è però a questo punto stata smentita – almeno in questa tornata – dai fatti.
Labriola: Tim in posizione unica per guidare il futuro
Sulle prospettive di Tim è tornato nelle scorse ore l’amministratore delegato, Pietro Labriola, che in una lettera indirizzata ai dipendenti ha sottolineato come l’azienda sia “in una posizione unica per guidare il futuro delle telecomunicazioni in Italia, grazie a infrastrutture distintive, tecnologie come cyber, cloud, IoT e Ai e all’unica grande rete di vendita sul territorio nazionale”.
Parlando dell’attenzione al cliente e della sua centralità come di un’ “ossessione quotidiana” per l’azienda, Labriola si èp anche soffermato sul valore strategico del cloud sovrano sul piano nazionale: “Quando i dati sono gestiti da operatori extraeuropei – scrive Labriola – finiscono sotto leggi straniere. Tim, con un azionista italiano di riferimento (Poste Italiane, ndr), puo’ garantire la piena sovranità digitale. Nei prossimi anni – conclude – possiamo diventare leader nel cloud, accelerare sul 5G, costruire data center all’avanguardia e ottimizzare i nostri processi, diventando un’azienda più agile ed efficiente”.
Le altre decisioni del Cda
Nella stessa seduta con cui ha ratificato l’ingresso di Alessandra Perrazzelli nel board, il Consiglio d’amministrazione di Tim ha preso atto “dei risultati del recesso conseguente alla modifica dell’art. 3 dello Statuto relativo all’ampliamento dell’oggetto sociale, approvata dall’Assemblea degli Azionisti del 24 giugno 2025”.
Con l’ampliamento dell’oggetto sociale, lo ricordiamo, Tim ha aperto la strada alla fornitura alla propria base clienti di servizi diversi da quelli definiti strettamente dall’ambito Tlc, come nel caso di quelle che riguardano Gas e Luce.
“Il 12 settembre 2025 si è concluso il periodo di adesione all’offerta rivolta agli azionisti che non hanno esercitato il diritto di recesso per l’acquisto delle azioni ordinarie e di risparmio oggetto di recesso. Tutte le azioni oggetto di recesso, per un controvalore complessivo pari a circa 443.546 euro, risultano acquistate. La data di pagamento del controvalore, così come l’accredito e il trasferimento delle azioni acquistate, sarà oggetto di successiva comunicazione”.
Il Mef fuori dalle “parti correlate”
Il board ha infine votato all’unanimità dei presenti “di escludere il Ministero dell’Economia e delle Finanze dall’elenco delle parti correlate di TIM, in cui era stato precedentemente inserito.
La decisione è stata presa in applicazione della recente modifica normativa – conclude la nota – che ha escluso rapporti di correlazione fra le pubbliche amministrazioni e le società partecipate, anche in modo indiretto, su cui le pubbliche amministrazioni non esercitano poteri di direzione e coordinamento”.