IIl termine backhaul indica il collegamento tra le stazioni radio base e il core network di un operatore. È la spina dorsale che trasporta voce, dati e segnalazione dalla periferia della rete verso il centro. Senza un backhaul efficiente, la rete mobile non può garantire qualità del servizio, capacità e bassa latenza.
L’importanza di questa infrastruttura è oggi più evidente che mai: secondo l’ultimo Ericsson Mobility Report (giugno 2025), il traffico dati mobile globale è cresciuto del 19% in un solo anno e si prevede che più che raddoppierà entro il 2030, passando da 126 exabyte/mese nel 2024 a oltre 303 EB/mese. Alla fine del 2024, il 5G gestiva già il 35% del traffico mobile globale, quota che supererà l’80% entro il 2030, mentre gli abbonamenti 5G raggiungeranno 2,9 miliardi entro fine 2025. Questa crescita impone alle telco di ripensare il backhaul: il mercato globale del backhaul mobile vale oggi 34,97 miliardi di dollari e arriverà a 70,95 miliardi entro il 2030, con capacità richieste fino a 100 Gbps per cella. In questo scenario, il backhaul satellitare emerge come soluzione strategica per garantire copertura e resilienza, soprattutto in aree remote e in contesti dove la fibra non è praticabile.
Indice degli argomenti
Backhaul mobile: l’anello di congiunzione tra stazioni base e rete centrale
Il backhaul rappresenta il collegamento vitale che consente alle stazioni radio base di trasmettere traffico voce e dati verso il cuore della rete. Senza questa infrastruttura, la rete mobile non può funzionare in modo efficiente. Storicamente, il backhaul è stato realizzato tramite fibra ottica o ponti radio, soluzioni che garantiscono alta capacità ma richiedono tempi lunghi e investimenti significativi. In aree remote, isole, regioni montuose o contesti marittimi e aeronautici, la posa della fibra è spesso impraticabile e i collegamenti terrestri risultano vulnerabili. In questi scenari, il satellite diventa l’anello mancante: una tecnologia capace di superare le barriere geografiche e garantire continuità di servizio dove le reti tradizionali non arrivano.
Perché il backhaul è cruciale per il 5G e oltre
Il 5G richiede capacità elevata e latenze ridotte. La densificazione delle celle e l’adozione di small cell aumentano la pressione sul backhaul. Senza un’infrastruttura adeguata, le promesse del 5G – velocità gigabit, IoT massivo, applicazioni mission-critical – non possono essere mantenute. Secondo la Gsma, il traffico dati mobile globale crescerà di oltre il 400% entro il 2030, rendendo il backhaul un elemento strategico per la sostenibilità delle reti.
Backhaul satellitare: la soluzione all’anello mancante
Il backhaul via satellite consente di connettere siti remoti senza posa di fibra, garantendo copertura rapida e resiliente, riducendo drasticamente i tempi di implementazione rispetto alle soluzioni terrestri. Questa tecnologia permette agli operatori di superare le barriere geografiche e infrastrutturali, offrendo una risposta immediata alle esigenze di connettività in aree rurali, insulari o colpite da calamità naturali. Inoltre, il backhaul satellitare assicura continuità operativa anche in condizioni estreme, dove le reti tradizionali risultano vulnerabili, e consente di scalare rapidamente la capacità in base alla domanda, supportando applicazioni critiche come servizi di emergenza, telemedicina e IoT industriale.
Le sfide delle reti di backhaul terrestri
Fibra e microonde offrono prestazioni eccellenti, ma presentano limiti: costi elevati per la posa in zone impervie, tempi lunghi di implementazione e vulnerabilità a disastri naturali e atti vandalici. In scenari di emergenza, il ripristino tramite satellite può avvenire in meno di 48 ore, contro le settimane necessarie per riparare infrastrutture terrestri.
Come funziona il backhaul via satellite
Il principio è semplice: il traffico della stazione base viene inviato a un satellite, che lo ritrasmette a una stazione di terra collegata al core network. Questo processo avviene attraverso collegamenti ad alta frequenza e protocolli ottimizzati per ridurre la latenza e garantire la qualità del servizio. Nei sistemi più avanzati, il segnale viene compresso e cifrato per aumentare l’efficienza e la sicurezza, prima di essere instradato verso il core della rete.
Grazie alle moderne costellazioni Leo, il percorso del segnale è più breve rispetto ai satelliti Geo, riducendo i tempi di propagazione e consentendo applicazioni sensibili al ritardo come streaming video in tempo reale e comunicazioni critiche. Inoltre, l’integrazione con tecnologie di orchestrazione intelligente permette di bilanciare il traffico tra più satelliti e gateway, assicurando continuità anche in caso di congestione o guasti.
Architettura e componenti di un sistema di backhaul satellitare
Gli elementi chiave sono le antenne paraboliche presso il sito remoto, i satelliti Geo o Leo come ripetitori, i gateway terrestri per l’instradamento verso la rete centrale e i modem satellitari per la modulazione e demodulazione del segnale. Nei sistemi Leo, la latenza può scendere sotto i 50 millisecondi, rendendo possibile il supporto di applicazioni critiche come telemedicina e veicoli autonomi.
Vantaggi del backhaul satellitare per le aziende
Questa soluzione offre copertura globale, inclusi luoghi remoti, rapida implementazione in pochi giorni, scalabilità e flessibilità, oltre a resilienza in scenari di emergenza.
Casi d’uso e applicazioni pratiche del backhaul via satellite
I casi d’uso spaziano dal mining e oil & gas alla connettività marittima e aeronautica, fino agli eventi temporanei come festival, emergenze e operazioni militari. Nel settore marittimo, ad esempio, il backhaul satellitare è già utilizzato per garantire connettività stabile alle flotte commerciali e alle navi da crociera.
Backhaul via satellite: quale soluzione scegliere?
Il processo decisionale per scegliere la tecnologia di backhaul satellitare più adatta non è banale. Gli operatori devono considerare fattori come la densità di traffico, la latenza richiesta dalle applicazioni, la disponibilità di infrastrutture terrestri e i costi operativi. In contesti remoti, dove la fibra è impraticabile, il satellite diventa la soluzione più rapida e resiliente. Tuttavia, la scelta tra Geo e Leo dipende dalle esigenze di servizio: mentre i Geo offrono stabilità e copertura ampia, i Leo garantiscono prestazioni superiori per applicazioni real-time. Inoltre, la crescente integrazione con tecnologie cloud-native e SD-Wan consente di orchestrare dinamicamente il traffico, ottimizzando costi e qualità. Alcuni operatori stanno già sperimentando modelli di business basati su pay-per-use per il backhaul satellitare, riducendo le barriere di ingresso e favorendo la scalabilità. Le partnership strategiche tra telco e provider satellitari sono destinate ad aumentare, con investimenti mirati a creare reti globali e resilienti, capaci di affrontare le sfide del 5G e del futuro 6G.
Confronto tra tecnologie: satelliti geostazionari (Geo) vs. bassa orbita (Leo)
I satelliti geostazionari (Geo) garantiscono copertura ampia e sono ideali per traffico stabile, ma presentano una latenza di circa 600 millisecondi. I satelliti in bassa orbita (Leo) offrono invece bassa latenza, inferiore a 100 millisecondi, e sono perfetti per il 5G e le applicazioni in tempo reale, sebbene richiedano costellazioni di satelliti.
Come valutare un fornitore di backhaul satellitare
Nella scelta di un fornitore è importante valutare gli Sla e le garanzie di throughput, la compatibilità con Ran multi-vendor, il supporto per sincronizzazione e QoS e le opzioni di integrazione cloud. Alcuni operatori stanno già adottando soluzioni multi-orbit per bilanciare capacità e resilienza.
Il futuro del backhaul: l’integrazione di più tecnologie
L’evoluzione delle reti mobili non si fermerà al 5G. Con l’arrivo del 6G e delle architetture cloud-native, il backhaul dovrà affrontare sfide ancora più complesse. La crescente domanda di edge computing, applicazioni immersive come realtà aumentata e virtuale, e servizi mission-critical richiederà una capacità di trasporto dati senza precedenti. In questo scenario, il backhaul satellitare non sarà più una soluzione di nicchia, ma parte integrante di un ecosistema multi-tecnologico. Gli operatori stanno già sperimentando modelli di integrazione tra satelliti Leo e reti terrestri per garantire continuità di servizio e ridondanza. Inoltre, l’adozione di tecnologie come SD-Wan e orchestrazione intelligente permetterà di gestire dinamicamente il traffico tra fibra, microonde e satellite, ottimizzando costi e prestazioni. Le partnership tra telco e provider satellitari si stanno moltiplicando, con investimenti che puntano a creare reti resilienti e globali. Secondo le previsioni di mercato, entro il 2035 il backhaul satellitare sarà un pilastro per la connettività universale, supportando anche scenari di emergenza climatica e sicurezza nazionale.
Backhaul ibrido: la sinergia tra satellite, fibra e microonde
Le reti ibride combinano resilienza e performance: fibra per aree urbane, microonde per medie distanze e satellite per copertura globale. Questo modello è già adottato da operatori in Africa e America Latina, dove la connettività terrestre è limitata.
Prospettive e innovazioni per il backhaul delle reti di nuova generazione
Le prospettive includono costellazioni Leo come Starlink, OneWeb e Kuiper per ridurre la latenza, l’adozione dello standard 3GPP Ntn per l’integrazione nativa satellite-5G, soluzioni multi-orbit che combinano Geo e Leo per garantire capacità e ridondanza e un mercato in forte crescita, previsto oltre i 5 miliardi di dollari entro il 2033. Secondo analisi di Northern Sky Research, il segmento backhaul satellitare crescerà con un Cagr del 12% nei prossimi otto anni, trainato dalla domanda di connettività universale.










