L’intelligenza artificiale sta ormai entrando nelle offerte di tutti i fornitori tecnologici, nell’It aziendale e anche nelle strategie digitali dei Paesi. Ma resta irrisolta la sfida ambientale di questa tecnologia: le infrastrutture che supportano l’Ai – i data center – non sono pronte a gestirne l’impatto energetico.
Infatti, secondo i risultati della ricerca “Data Center of the Future” commissionata da Lenovo (condotta su 250 decisori C-level e It in Emea, Italia inclusa), quasi la metà dei leader IT in EMEA (45%) ammette che il design attuale dei propri data center non è adeguato a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e di riduzione delle emissioni.
Lo studio osserva come la rapida adozione dell’Ai (il 90% degli intervistati prevede un aumento esponenziale dei dati) si scontri con la realtà di infrastrutture inefficienti dal punto di vista energetico.
Per questo Lenovo, collaborando con i pluripremiati architetti Mamou-Mani dello studio di ingegneria AKT II, ha cercato di immaginare come potrebbero essere i data center fra 30 anni in base a dei concept che, sfruttando risorse naturali, spazi dismessi e tecnologie di raffreddamento a liquido, riusciranno a ridurre l’impatto ambientale.
Indice degli argomenti
Ai e data center, allarme consumi energetici
Lo studio “Data Center of the Future”, realizzato insieme ad Opinium, punta infatti a delineare i fattori chiave che influenzeranno design, tecnologia e localizzazione dei data center, in un contesto di crescita del mercato e pressioni crescenti su energia, sostenibilità e costi.
Solo il 41% dei responsabili It si sente realmente pronto a integrare l’Ai in modo efficiente e sostenibile. Da ciò consegue che il 92% dà priorità a partner tecnologici che riducono consumi ed emissioni, anche perché solo il 45% pensa che il design attuale del proprio data center supporti tali obiettivi. I sistemi di raffreddamento tradizionali (come l’aria) non riescono più a bilanciare efficienza, costi e riduzione del carbonio.
Il 90% dei responsabili It ritiene che l’Ai aumenterà significativamente l’uso dei dati nel prossimo decennio e il 62% prevede che Ai e automazione avranno il maggiore impatto sulla strategia It. Tuttavia, il 41% ammette di non essere pronto a integrarla in modo efficiente.
Lo scenario è reso più complesso dai requisiti di sovranità sui dati impiegati dall’Ai. Infatti, l’88% considera la sovranità dei dati una priorità e il 99% prevede che resterà tale nei prossimi cinque anni.
Infine, il 94% indica la bassa latenza come requisito chiave, spinta da applicazioni real-time e edge computing.
Il design del futuro secondo Lenovo
“Il data center del futuro sarà definito dalla capacità di scalare per sostenere la sempre maggiore richiesta di Ai, rispettare gli obiettivi di sostenibilità e operare con la massima efficienza energetica”, afferma Simone Larsson, Head of Enterprise Ai, Emea di Lenovo. “In Emea, la sovranità dei dati è una priorità urgente, plasmata da normative complesse e dalla crescente attenzione dei Cio. Le aziende devono agire ora: prepararsi al futuro significa fare scelte oggi”.
Per affrontare le sfide di Ai e sostenibilità, Lenovo propone Neptune Liquid Cooling, che rimuove il 98% del calore alla fonte, riducendo consumi energetici e dipendenza dai sistemi ad aria.
“Con Neptune stiamo già aiutando i clienti a gestire le crescenti esigenze energetiche dell’AI”, conclude Larsson. “La sostenibilità non deve essere un’aggiunta, ma parte integrante del design”.

I concept visionari per il 2055
Tra i concept elaborati da Lenovo con gli architetti Mamou-Mani:
- Floating Cloud: data center sospesi a 20-30 km di altitudine, alimentati da energia solare e raffreddati con circuiti liquidi chiusi.
- Data Village: strutture modulari vicino a corsi d’acqua, con possibilità di trasferire calore residuo a scuole e abitazioni.
- Data Spa: centri dati integrati in paesaggi naturali, alimentati da energia geotermica.
- Data Center Bunker: utilizzo di tunnel e bunker dismessi per ridurre consumo di suolo e migliorare sicurezza.

Tutti i concept si basano su raffreddamento a liquido, più efficiente e sostenibile rispetto all’aria.
Quanta energia consumano i data center
Il recente rapporto “Dare Energ-IA all’Italia” dell’Istituto per la Competitività (I-Com) ha messo in luce esattamente come l’intelligenza artificiale stia accelerando la domanda di potenza computazionale, spingendo i data center verso una crescita, anche dei consumi energetici, senza precedenti. Oggi queste infrastrutture assorbono circa l’1,5% dell’elettricità mondiale, ma entro il 2030 il consumo potrebbe aumentare del 127%, passando da 416 TWh a 946 TWh. Parallelamente, la capacità installata globale salirà da 97 GW nel 2024 a 226 GW.
Gli Stati Uniti guidano la classifica con il 44% dei consumi, seguiti da Cina (25%) ed Europa (16%). In Ue il peso dei data center sul fabbisogno elettrico è già pari al 3%, con punte record in Irlanda, dove nel 2023 il settore ha inciso per il 21% dei consumi nazionali. L’avvento dell’AI generativa amplifica questa tendenza, poiché l’addestramento dei modelli richiede enormi quantità di energia: basti pensare che GPT-4 ha consumato oltre 62.000 MWh in fase di training.
Anche l’International Energy Agency (IEA) si è occupata di consumi energetici dei data center: queste infrastrutture assorbono oggi circa 415 TWh l’anno, pari all’1,5% dei consumi globali, ma la crescita è impressionante: +12% ogni anno negli ultimi cinque anni, con una previsione di oltre 945 TWh entro il 2030, trainata dall’adozione massiva di Ai e calcolo accelerato.
La risposta dell’Ue: etichette e roadmap strategica
Oltre all’energia, i data center generano CO₂ se alimentati da fonti non decarbonizzate, consumano grandi volumi d’acqua per il cooling e dipendono da materie prime critiche. A ciò si aggiunge la produzione di rifiuti elettronici. La sostenibilità del settore Ict diventa quindi un tema centrale per la neutralità climatica europea.
Il rischio è che la corsa all’Ai e alla capacità di calcolo comprometta gli obiettivi del Green Deal, spingendo verso soluzioni drastiche come il ritorno al nucleare, come evidenziato da analisi recenti sul fabbisogno energetico globale legato all’AI.
Per affrontare la sfida, Bruxelles prepara un pacchetto sull’efficienza energetica dei data center, atteso nel 2026. Tra le misure: etichetta europea con dati su consumo di energia e acqua e quota di rinnovabili; e database europeo per monitorare le performance e garantire trasparenza, obbligando gli operatori alla rendicontazione.
Parallelamente, la Commissione lavora alla Strategic Roadmap per digitalizzazione e Ai nell’energia, che punta a integrare i data center nel sistema energetico in modo sostenibile e a sfruttare le tecnologie digitali per ottimizzare reti e flessibilità della domanda.


