Entro il 2020 l’Europa dovrà inserire quasi un milione di professionisti dell’informazione e della comunicazione nelle aziende per garantirne l’integrazione digitale, canale ormai indispensabile per qualsiasi tipo di attività. Per questo da tempo sono state avviate all’interno dei gruppi di lavoro dell’Unione, e in particolare nel Comitato Europeo di Normazione (Cen), numerose attività di supporto alla standardizzazione.
In questo contesto l’Italia si pone all’avanguardia. Uninfo, l’organismo per la normazione tecnica in ambito informatico, ha prodotto la norma tecnica multiparte Uni 11621: si tratta di una regola, prima in Europa, a definire specifiche competenze professionali nel settore Ict riguarda le “Attività professionali non regolamentate – Profili professionali per l’Ict” ed è suddivisa attualmente in quattro parti.
Il lavoro è frutto della commissione Attività Professionali Non Regolamentate (Apnr) che opera all’interno dell’ente di normazione Uninfo e presieduta da Agid. “Questa attività risulta importante per la strategia dell’agenda digitale italiana e per l’iniziativa di mappatura delle competenze all’interno dell’Agenzia”, spiega una nota di Agid.
In questo modo è stato possibile identificare le competenze digitali specialistiche dei singoli soggetti catalogandole in modo univoco. Sempre in ambito europeo sono state identificate 6 famiglie di prima generazione, che hanno poi dato seguito 23 profili Ict di seconda generazione, prevedendo comunque successivi profili – definiti di terza generazione – per coprire tutte le eventuali specializzazioni.
“La norma si pone come primo recepimento in Europa di un documento di lavoro cen (cwa 16458) per la definizione dei profili di competenza. La catalogazione offre l’opportunità di poter avere un quadro di riferimento per diversi attori: dai professionisti, ai committenti, ai soggetti che si occupano di formare e riqualificare personale in qualsiasi settore, compresa la PA – spiega Roberto Scano, presidente della commissione Uninfo – L’Italia per una volta può dirsi capofila in Europa. Altri paesi hanno dimostrato interesse al lavoro svolto e pertanto si auspica, come già successo per la norma sul modello ecf, l’avvio di una normazione Europea a guida italiana”.
L’attività del nostro paese sulla catalogazione dei profili professionali Ict è stata all’avanguardia fin dal 2013 quando dopo aver recepito il modello Cen e-Competence Framework (e-CF), lo ha elaborato alla versione e-CF 3.0 ottenendone poi il riconoscimento come norma tecnica (Uni 11506:2013) da parte di tutte le nazioni europee. Ciò ha permesso di classificare le 40 competenze del framework in 5 aree di attività ICT collegate allo European Qualifications Framework (Eqf).