Il Regno Unito “libera”lo spettro mobile. E l’Italia avvia la roadmap

Il governo britannico accelera sull’asta competitiva a favore delle telco. Ma Ofcom puntualizza: “Non prima del 2011”. E in Italia si fa strada una proposta per riallocare le frequenze tv entro il 2015

Pubblicato il 28 Lug 2010

Il governo britannico dà il via libera per l’asta dello spettro
a favore degli operatori di Tlc mobili. Anche la Gran Bretagna si
avvia in questo modo ad affrontare l’impennata di domanda di
Internet a banda larga dai cellulari, migliorandone la velocità di
Internet, oltre che a rimpinguare le casse dello Stato e ridurre il
debito nazionale.

L’operazione “modernizzazione dello spettro”, come ha detto
il ministro delle Comunicazioni Ed Vaizey, è partita. Formalmente,
è stato affidato ad Ofcom il coordinamento di un'asta
combinata per gli 800 Mhz e i 2600 Mhz da realizzarsi il più
presto possibile, in modo che "gli operatori siano in grado di
fornire diffusa ad alta velocità a banda larga mobile."

Ofcom ha precisato che l’asta si svolgerà con tutta probabilità
alla fine del 2011 (gli operatori speravano invece entro il
2010).

La decisione del Regno Unito fa seguito a quelle prese dal governo
indiano e da quello tedesco che hanno incassato dalla aste
rispettivamente 8,23 miliardi dollari e 3,8 miliardi di euro. Il
portavoce del ministero delle Comunicazioni britannico non ha
quantificato il guadagno che lo Stato potrebbe realizzare dalla
gara su cui ora scalda i motori anche la Francia: lo scorso mese
l’Authority francese per le comunicazioni (Arcep) ha annunciato
che la gara per l’assegnazione dello spettro per il 4G si terrà
entro l’estate del 2011.

“Vogliamo dare garanzie al mercato delle Tlc – ha spiegato Vaizey
-. L’uso di dispositivi come l’iPad e smartphone richiede più
frequenze; i consumatori del Regno Unito hanno bisogno di
un’ampia copertura a banda larga per usare cellulari e device di
nuova generazione”.

Vodafone, che ha speso 2,97 miliardi di euro per le aste indiana e
tedesca, ha accolto con favore la decisione del governo britannico.
“Una mossa intelligente da parte del nuovo governo che ha avuto
tutto il tempo per decidere sulle modalità di riallocazione dello
spettro inglese” è il commento del chief executive di Vodafone
Uk Guy Laurence, aggiungendo che la compagnia assicurerà la
propria collaborazione a Ofcom per garantire un’asta corretta e
veloce.

Vaizey ha inoltre annunciato che Ofcom procederà a una valutazione
dei futuri mercati del 3G e 4G. Il governo vuole anche
liberalizzare lo spettro 2G a 900MHz e 1800MHz, in linea con una
direttiva dell'Unione europea che consente agli operatori di
utilizzare queste frequenze per le tecnologie 3G.

Per quanto riguarda il tipo di diritti, Vaizey pensa a licenze 3G a
tempo indeterminato così da incoraggiare gli investimenti, anche
se i titolari dovranno pagare canoni di abbonamento annuale ad un
prezzo fissato da Ofcom.

Il mese scorso, anche O2 ha detto addio alle tariffe flat per la
navigazione illimitata con gli smartphone. Orange probabilmente
seguirà il suo esempio in estate.

Anche per l'Italia spunta una road map che potrebbe mettere
d'accordo broadcaster locali, nazionali e operatori, così da
riallocare le frequenze tv al broadband prima del 2015 come chiede
la Ue. La proposta, lanciata nel corso di un convegno organizzato
da Arel, prevede innnanzitutto la limitazione al 2015, come
previsto dal Radio Spectrum Policy Group, dell’utilizzo
televisivo della banda 800Mhz. Non devono essere assegnate alle tv
locali le frequenze della banda 800 MHz nelle “white area”,
ovvero le fette di territorio rese inutilizzabili, per alcune
frequenze, dallo schema di “ri-uso” (per ciascuna frequenza
vengono alternate aree di uso e non-uso evitando in questo modo
interferenze in bacini di utilizzo adiacenti), adottato dal Piano
frequenze allo scopo di garantire la realizzazione di almeno 13
multiplex per area tecnica: le frequenze nelle “white area”
generano coperture tv limitate mentre sono più
“fisiologicamente” adatte ai servizi di telefonia mobile.

Le tv avranno la possibilità di moltiplicare per 3 il numero di
programmi pur risparmiando frequenze: gli altri 3 multiplex (con il
digitale la moltiplicazione è di 1 a 6) potranno essere liberati e
monetizzati: la rinuncia al “fattore 6” sarà finanziata dai
ricavi dell’asta. Oltretutto, il futuro passaggio al Dvb-T2 (la
Gran Bretagna lo adotterà dal 2012) porteranno a più di 20 i
programmi irradiabili su un singolo multiplex.

L’assegnazione dello spettro (occupato e libero) deve avvenire
con un’asta a rilanci competitivi analoga all’asta tedesca che
ha fatto incassare allo Stato 3 miliardi e mezzo.

L’attuale tariffa per l’uso dello spettro, corrispondente
all’1% del fatturato, deve essere sostituita da tariffe
amministrative incentivanti per l’uso dello spettro televisivo a
carico di tutti i broadcaster televisivi: tariffe, cioè,
proporzionali alla quantità di spettro occupata e non al
fatturato.

Si deve inoltre consentire immediatamente l’uso mobile delle
frequenze nelle aree libere. Infine, dev’essere lasciata alla
trattativa tra vincitori dell’asta e operatori Tv l’eventuale
liberazione anticipata dello spettro nelle aree occupate.

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