IL CASO

Tim, in Brasile si complica l’operazione Oi: Algar sul piede di guerra

Inviata al Cade una lista di obiezioni al deal che vede in campo anche Claro e Vivo: la vendita degli asset mobili – sostiene il competitor – avrebbe dovuto essere effettuata per lotti più piccoli. E non si esclude che l’Autorità decida di porre condizioni specifiche

Pubblicato il 15 Gen 2021

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Grana Algar per Tim in Brasile. Il Cade, l’autorità antitrust , dopo aver aperto l’istruttoria sulle cessione degli asset mobili di Oi alla cordata  Tim-Claro-Vivo ha anche pubblicato le obiezioni di Algar, uno dei più grandi operatori tlc a livello regionale, sull’operazione. Secondo la telco gli asset andavano ceduti divisi per lotti più piccoli in modo da dare anche alle aziende minori la possibilità di partecipare alla vendita. E per questo chiedeva la sospensione dell’operazione.

Ma la posizione di Algar non ha comunque convinto il Cade a bloccare il tutto. E nemmeno il mercato è convinto ddato che il titolo di Tim Brasil ha comunque guadagnato l’1,5% in Borsa.

Quello che può accadare, secondo gli analisti, è che il Cade dopo aver ascoltato di nuovo Algar nel corso del processo autorizzativo decida di dare il via libera all’operazione della cordata Tim-Claro-Vivo ponendo però qualche condizione.

L’operazione Oi

Lo scorso 15 dicembre Tim Brasil si aggiudicata con Vivo e Claro le attività mobili di Oi. Come precisa una nota della controllante Tim “l’offerta presentata da Tim insieme a Telefônica Brasil (Vivo) e Claro, è stata dichiarata aggiudicataria del processo di vendita competitivo per l’acquisto delle attività mobili del Gruppo Oi”.

Il perfezionamento dell’operazione, atteso nel corso del 2021, “è comunque soggetto al verificarsi di alcune condizioni sospensive previste negli accordi e alle autorizzazioni delle Autorità competenti”, spiega la nota.

Il valore complessivo dell’operazione ammonta a 16,5 miliardi di Reais (circa 2,7 miliardi di euro) a cui si aggiunge il corrispettivo offerto al Gruppo Oi, di circa 819 milioni di reais (circa 134 milioni di euro), come valore attuale netto (Npv) per i Take-or-Pay Data Transmission Capacity Contracts.

Tim Brasil parteciperà all’operazione con un investimento di circa 7,3 miliardi di reais (circa 1,2 miliardi di euro), da corrispondere al closing e 476 milioni di reais relativi alla quota di Tim Brasil nel valore attuale netto (Npv) dei contratti. Considerato il basso indebitamento e le favorevoli condizioni di mercato, Tim ritiene di finanziare l’acquisizione facendo ricorso alla cassa e al mercato del debito locale. Tuttavia, in caso di eventuali cambiamenti delle condizioni di mercato, Tim valuterà tutte le opzioni disponibili.

Cosa prevede il piano di acquisto

Il piano d’acquisto prevede che Tim Brasil, Telefônica Brasil e Claro procedano al riparto degli asset mobili di Oi e, in particolare, dei clienti, delle radio-frequenze e dell’infrastruttura di accesso mobile.

In particolare, a Tim Brasil saranno assegnati circa 14,5 milioni di clienti (pari al 40% della customer base totale di Upi Ativos Móveis), secondo i dati Anatel di aprile 2020. La ripartizione tiene conto di criteri che favoriscono la concorrenza tra gli operatori presenti sul mercato locale; circa 49 Mhz come media nazionale ponderata per popolazione (il 54% delle frequenze radio di Upi Ativos Móveis). La ripartizione rispetta rigorosamente i limiti di spettro per gruppo stabiliti da Anatel e  circa 7,2 mila siti di accesso mobile (pari al 49% dei siti di Upi Ativos Móveis).

Secondo Tim l’operazione, una volta perfezionata, “porterà valore non solo alla sua controllata in Brasile, ma anche a tutto il Gruppo e ai suoi azionisti perché permetterà di accelerare la crescita e aumentare l’efficienza operativa attraverso sinergie rilevanti”. Inoltre, sono previsti effetti positivi anche per i clienti, visto che dall’operazione sono attesi miglioramenti nella user-experience e nella qualità dei servizi offerti. Infine, dall’operazione si attendono benefici per tutto il settore delle Tlc in Sud America, che si rafforzerà in termini di capacità di investimento, innovazione tecnologica e competitività.

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