L'OPERAZIONE

Ion non si ferma, dopo Cedacri punta a Cerved: Opa da 1,8 miliardi

Attraverso Castor, il gruppo di Andrea Pignataro ha annunciato un’offerta pubblica sulla totalità dei titoli della società per un prezzo di 9,5 euro ad azione. L’obiettivo dichiarato è quello del delisting

Pubblicato il 10 Mar 2021

Domenico Aliperto

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Andrea Pignataro punta su Cerved, il maggiore information provider nel Paese. La mossa arriva a breve distanza dall’acquisizione di Cedacri, il principale operatore italiano nel mercato dell’outsourcing di servizi It per banche e istituzioni finanziarie. Attraverso il veicolo Castor della sua Ion Capital, cui partecipa anche il fondo sovrano di Singapore, Pignataro ha infatti annunciato l’Opa sulla totalità delle azioni Cerved per un controvalore massimo di 1,855 miliardi di euro, con l’obiettivo del delisting. Il Fondo strategico italiano guidato da Maurizio Tamagnini agisce di concerto con Castor, impegnandosi a sottoscrivere per 150 milioni uno strumento riscattabile o convertibile in azioni di categoria speciale della società che lancia l’offerta su Cerved.

Le azioni di Cerved, oggi controllata da una serie di fondi, sono offerte a un prezzo offerto di 9,5 euro, pari a un premio del 34,9% rispetto al prezzo ufficiale al 5 marzo. In Borsa ieri il titolo si è subito allineato, chiudendo a 9,61 euro (+19,9%).

La strategia di Ion su Cerved

L’Opa lanciata su Cerved si pone, come detto, l’obiettivo il delisting della società quotata a Piazza Affari e controllata da una serie di fondi. In una nota diffusa dal gruppo si specifica che “qualora il delisting non fosse raggiunto al termine dell’Offerta e l’Offerente rinunciasse alla Condizione Soglia (come in seguito definita)”, Castor si riserva di portare Cerved fuori dalla Borsa “mediante la fusione di Cerved nell’Offerente o in altra società non quotata facente parte del gruppo riconducibile ad Ap (il “Gruppo Ion”), con conseguente Delisting dell’Emittente”.

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Il Gruppo Ion si dice pronto a contribuire alla crescita di Cerved, “facendo leva sull’esperienza che vanta nei settori dei software, dell’analisi di dati e allo scopo di raggiungere taluni degli obiettivi di crescita previsti dalla strategia di Cerved resa nota al pubblico”. E, a tal fine, “non esclude la possibilità di valutare in futuro la realizzazione di operazioni straordinarie o di riorganizzazione societaria e di business che si ritenessero opportune”.

Le aziende italiane che lasciano Piazza Affari

Con Cerved, quotata dal 2014, si allunga l’elenco delle società che dicono addio a Piazza Affari. Solo ieri l’annuncio dell’Opa degli americani di Gowan su Isagro, società lombarda che opera nel mercato degli agrofarmaci, sempre finalizzata al delisting. Prima ancora il colosso del packaging Ima della famiglia Vacchi, e poi Segafredo Zanetti e Techedge.

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