GLI ATTACCHI

Cybercrime, nuova ondata di attacchi hacker. Jbs paga riscatto record da 11 milioni di dollari

Il colosso della lavorazione della carne costretto a un maxi esborso per evitare ripercussioni sui clienti. Nelle ultime ore nel mirino il gigante dei videogiochi Electronic Arts e la Luma Energy di Porto Rico. E McDonald’s annuncia di aver subito un’offensiva in Corea del Sud

Pubblicato il 11 Giu 2021

A. S.

Cybersecurity-PenTest

Si moltiplicano gli attacchi hacker su scala internazionale. Se gli amanti dei videogames saranno rimasti sopresi dall’offensiva nei confronti di Electronic Arts, uno dei colossi del settore, a destare preoccupazione è soprattutto ciò che è successo a Porto Rico, dove i pirati informatici avrebbero compromesso l’infrastruttura di Luma Energy, la società che distribuisce l’energia elettrica sull’isola americana, provocando un incendio a una sottostazione e un esteso black-out. Intanto Jbs, colosso brasiliano della lavorazione della carne, ha ammesso – dopo l’attacco subito nei giorni scorsi – di aver pagato ai criminali informatici un riscatto da 11 milioni di dollari per poter  tornare in controllo del proprio sistema informatico.

Nel caso di Electronic Arts l’azienda ha sottolineato che ha avviato le indagini sulla “recente intrusione nella nostra rete, con la quale è stato rubato un ammontare limitato di codice sorgente. Non c’è ragione di ritenere che la privacy degli utenti sia a rischio”.

Più complesso appare al momento il caso di Luma Energy a Porto Rico: “C’è stato un incendio in un trasformatore nella sottostazione di Monacillo” ha spiegato la società elettrica due ore dopo aver ammesso di essere stata l’obiettivo di un attacco hacker che ha reso “difficile” per i clienti l’accesso ai propri account online.

Quanto infine a Jbs, che è la più grande società al mondo nel campo della lavorazione delle carni, era stata vittima di un attacco hacker il 31 maggio per mezzo di un ransomware, la cui responsabilità era stata attribuita dall’Fbi a REvil, gruppo russofono che si è ritagliato la fama internazionale per le richieste di riscatto milionarie. Secondo quanto riferito dalla filiale statunitense di Jbs i sistemi aziendali hanno ripreso a funzionare regolarmente, nella maggior parte dei casi, dopo il pagamento.

“È stata una decisione molto difficile da prendere per la nostra società e per me personalmente – afferma Andre Nogueira, ceo di Jbs Usa – Comunque abbiamo sentito che questa decisione dovesse essere presa per evitare ogni potenziale rischio per i nostri clienti”. Jbs ha in ogni caso sottolineato che le indagini sono ancora in corso, ma che non risulta sia stato compromesso nessun dato della società, né di clienti o impiegati.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori gli hacker avevano preso di mira nello specifico i server su cui si appoggia Jbs in Nord America e Australia, creando gravi problemi alla produzione per giorni. Proprio nelle ultime ore è infine arrivato l’annuncio del Dipartimento di Giustizia statunitense, che ha chiarito di essere riuscito a recuperare una gran parte del riscatto milionario versato nelle casse dei criminali informatici da Colonial Pipeline, società che gestisce uno dei principali oleodotti americani. Anche in questo era stato versato un riscatto a un gruppo di criminali che avevano i loro headquarters in Russia.  

E delle ultime intanto l’annuncio di Mc Donald’s, che afferma di aver subito un attacco hacker in Corea del Sud e Taiwan: un data brach che avrebbe causato l’esposizione delle informazioni personali di un certo numero di dipendenti e di clienti. “Abbiamo chiuso rapidamente l’accesso alle informazioni – spiega la compagnia in uno statement – ma secondo le nostre indagini i dati di un piccolo numero di persone sono stati violati, e in alcuni casi si è trattato di dati personali”.

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