INNOVAZIONE

Acquisti PA, dalla centrale di committenza a quella di competenza: digitale driver strategico

Secondo una ricerca effettuata di PromoPA e Jaggaer per garantire acquisti pubblici più efficienti è necessario abilitare un modello che metta al centro tecnologie ed e-skill

Pubblicato il 02 Lug 2021

jagger
Il digitale driver per passare dalla centrale di committenza alla centrale di competenza negli acquisti pubblici. E’ il fulcro della ricerca effettuata da PromoPA Fondazione e Jaggaer, per verificare lo status quo degli acquisti pubblici, interrogando numerose principali stazioni appaltanti italiane sugli acquisti compiuti nel triennio 2017/2019.

A partire dai dati raccolti, l’indagine si è data l’obiettivo di avviare una riflessione su un modello alternativo di aggregazione e qualificazione delle spese, non più basato sul solo parametro territoriale ma sulle competenze specifiche di filiera/categoria merceologica delle pubbliche amministrazioni. Un discorso che ben si inserisce in questo momento storico in cui il nuovo Pnrr è destinato ad avere un impatto dirompente sugli appalti, in particolare attraverso la prima missione dedicata alla digitalizzazione (con i suoi 49,2 miliardi di budget) e la seconda per la transizione ecologica (69,8 miliardi).

I dati della ricerca

I dati raccolti mettono in evidenza che, – al netto degli acquisti di farmaci, apparecchiature mediche, prodotti farmaceutici e per la cura personale, che concentrano oltre 286.000 CIG l’anno gestiti principalmente dalle aziende sanitarie -, i soggetti di spesa più rilevanti sono i cosiddetti gestori di servizi pubblici, cioè il variegato mondo delle utilities, delle aziende partecipate, dei soggetti gestori dei servizi pubblici, inclusi i parchi, le Autorità Portuali, ecc., che svolgono il 58% di tutte le gare per attrezzature di trasporto, il 57% di macchine e apparecchi per l’illuminazione, il 50% degli acquisti di sostanze chimiche, il 53% degli acquisiti di acqua depurata, solo per vitare alcune voci. Un attore cruciale quindi nel sistema della revisione della spesa a livello nazionale e che acquista per proprio conto.

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Tra le altre cose, l’indagine ha rivelato anche che i processi di aggregazione e centralizzazione degli acquisti portati avanti dal legislatore nel corso dell’ultimo decennio hanno solo minimamente inciso sul problema dell’eccessiva frammentazione delle stazioni, che hanno determinato nel periodo di riferimento oltre 914.000 gare su 280 settori diversi. Inoltre, sul numero totale di procedure del triennio, solo il 28,7% è transitato dalle adesioni ad accordo quadro di Soggetti aggregatori o centrali di committenza nazionali o locali. Dai Comuni, alle Scuole, al Turismo, tutti evidenziano trend simili, con spese replicate senza una visione d’insieme e spesso con capitolati dissimili, gestiti (come nel caso delle gite scolastiche di ogni istituto, bandite una volta l’anno spesso senza avere gli strumenti per valutare per esempio il mercato delle agenzie di viaggio).

Il nuovo modello

Da queste evidenze scaturisce la riflessione verso un modello alternativo, quello della centrale di competenza, che mira alla specializzazione delle competenze per categoria merceologica. La centrale di competenza non punta all’aggregazione della spesa ma alla qualificazione settoriale della stessa, consentendo di gestire gli appalti in modo efficiente e innovativo, minimizzando i rischi fornitura, anche con il supporto della tecnologia digitale.

“La nostra riflessione è nata prima di incrociare il Pnrr – commenta Gaetano Scognamiglio, Presidente di Promo PA Fondazione, promotore con Jaggaer dell’indagine  – Ma adesso abbiamo l’occasione di fare un grande investimento in competenze per riuscire a spendere le risorse europee in modo rapido ed efficiente”.

“Il modello delineato nella nostra ricerca può trovare una corretta esecuzione con l’utilizzo di tecnologie per la digitalizzazione del Public Procurement assicurando collaborazione ed interoperabilità tra enti, trasparenza, efficienza, sicurezza e governance dei processi di spesa – evidenzia Mario Messuri, General Manager Italy e VP South Europe di Jaggaer –  L’indirizzo sull’innovazione digitale dettato dal Pnrr crea i presupposti per il salto di qualità delle Stazioni Appaltanti che dovrebbero fare lo sforzo di muovere la propria attitudine dal mero adempimento normativo ad un processo a vantaggio dell’intero Sistema Paese”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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