LA CRISI

Italtel, sindacati sul piede di guerra: “Niente cassa integrazione senza certezze sul futuro”

Marco Giglio (Fim Cisl): “Inconcepibile che le scelte industriali portate avanti negli ultimi anni da parte dell’azienda non abbiamo ancora portato dei risultati operativi nonostante il sacrificio dei lavoratori”. L’azienda: “Confermiamo la necessità di utilizzare gli ammortizzatori sociali anche nel secondo semestre, così come previsto dal nostro piano”. Domani il tavolo al Mise

Pubblicato il 24 Giu 2021

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Niente cassa integrazione senza un piano industriale di rilancio. Alla vigilia dell’incontro sulla crisi Italtel che si terrà domani al Ministero dello Sviluppo Economico, i sindacati tornano a puntare i riflettori sulla necessità di elaborare una strategia industriale adeguata a garantire i livelli occupazionali.

“È inconcepibile come le scelte industriali portate avanti negli ultimi anni da parte di Italtel, non abbiamo ancora portato dei risultati operativi nonostante il sacrificio economico pagato ancora una volta attraverso la riduzione del salario delle lavoratrici e dei lavoratori – spiega Marco Giglio coordinatore nazionale Fim Cisl, oggi al presidio dei lavoratori del gruppo di Tlc che si sono ritrovati in Piazza Barberini – Ad oggi sottolinea il sindacalista continua ad esserci molta incertezza sul futuro dei lavoratori. Dopo una prima acquisizione da parte del Gruppo Psc di Italtel, e dopo l’aumento del lavoro che abbiamo registrato negli ultimi mesi, ancora non c’è un vero piano di rilancio se non quello dove l’azienda ci chiede di riaprire di nuovo la procedura per la concessione della cassa integrazione straordinaria per crisi”.

Si tratta secondo i sindacati di una richiesta irricevibile come riferito da Fim, Fiom e Uil al Ministero del Lavoro e che ribadiranno anche domani al Governo. “Non siamo disponibili a intraprendere nessuna discussione in questo senso senza che ci siano garanzie e certezze sul futuro dei lavoratori con prospettive serie che riguardano la società e tutto il settore”, conclude Giglio.

Il commento di Italtel

“Confermiamo la necessità di utilizzare gli ammortizzatori sociali anche nel secondo semestre, così come previsto dal nostro piano – commenta lazienda a CorCom – Nel primo semestre abbiamo utilizzato la Cassa integrazione ordinaria per motivazione Covid. Questo strumento ora non è più disponibile e da qui a fine anno intentiamo utilizzare la Cassa integrazione straordinaria, che è l’unica per noi utilizzabile.

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L’ingresso di Psc in Italtel

Lo scorso 17 marzo il tribunale di Milano ha dato il via libera all’ammissione al concordato di Italtel: con l’ok si accetta anche il piano di rilancio proposto dal gruppo Psc, che diventerà azionista di controllo al 75%, in cordata con Tim, che rileverà il 25% delle quote. Il Tribunale ha ritenuto che la proposta concordataria presentata da Italtel possa essere idonea a garantire la ristrutturazione dei debiti e la soddisfazione dei creditori.

“L’approvazione del piano di sviluppo offre nuovo slancio al nostro cammino industriale – commentava in quell’occasione l’Ad di Italtel, Stefano Pileri –  i cui capisaldi sono: la proposta di linee innovative sui temi 5G e Banda Ultra Larga, Cybersecurity, IoT e Hybrid-Cloud con una forte declinazione multi-technology; la differenziazione sui mercati della pubblica amministrazione, delle utilities, delle banche e assicurazioni, dei media;  la massima focalizzazione sui servizi di ingegneria e operation con il valore aggiunto del software; la crescita focalizzata su mercati internazionali presidiati che offrono le maggiori prospettive di sviluppo; l’investimento sulle competenze delle persone”.

Il prossimo passaggio  sarà quello de 29 settembre con l’adunanza dei creditori.

Con il via libera si dovrebbe così spianare la strada all’omologa, prevista per fine anno o al massimo entro gennaio 2022.

Italtel proseguirà nella sua attività con Psc e Tim, i quali – rivela oggi il Sole 24 Ore – hanno già scelto il Chief Restructuring Officer che sarà Andrea Severini, già membro del board di Psc.

L’obiettivo del piano di rilancio di Italtel è raggiungere i 350 milioni di ricavi al 2023 e 450 al 2026. Psc ha puntato sull’operazione 35 milioni mentre Tim 9 milioni.

Chi è Psc Partecipazioni

Psc è controllata direttamente ed indirettamente – tramite la holding Psc Partecipazioni – dalla famiglia Pesce, di cui il capostipite Emidio Pesce, padre di Umberto, Angelo e Annalisa, ne è stato il fondatore.

Nel 2014 Simest – società controllata da Cassa depositi e prestiti, l’Istituto Nazionale di Promozione controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e partecipato da oltre 60 Fondazioni bancarie – ha acquisito una quota del capitale sociale di Psc incrementando la propria partecipazione nel 2016 attraverso un ulteriore aumento di capitale riservato. Ad oggi detiene il 9,64%.

Nel 2018 Fincantieri  controllata per il 71,6% da Fintecna, finanziaria del Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha acquisito una quota del 10% del capitale sociale del Gruppo Psc mediante un aumento di capitale riservato.

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