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Il fondo Atomico punta tutto sull’Europa: oltre 800 milioni per le startup

In campo l’ex fondatore di Skype. Obiettivo: dare vita a un Rinascimento tech continentale. L’ambizione è aumentare gli “unicorni”

Pubblicato il 19 Feb 2020

Antonio Dini

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Atomico, nuovo fondo di venture capital creato dal co-fondatore di Skype, lo svedese Niklas Zennstrom, che ha l’obiettivo di finanziare le startup hi-tech europee, ha raccolto 820 milioni di dollari, 70 in più dell’obiettivo che si era posto. È la raccolta più grande da quando nel 2006 il miliardario ha iniziato l’attività di venture capitalist.

Secondo Siraj Khaliq, partner di Atomico, l’obiettivo del fondo è fare cassa sul “Rinascimento tech” che è in corso in Europa negli ultimi mesi. Secondo Khaliq l’ascesa dei cosiddetti “unicorni”, le startup con una valutazione sulla carta superiore al miliardo di dollari, è in costante aumento nell’ultimo decennio. Nel 2014 in Europa c’erano 22 unicorni, mentre adesso sono oltre quota 100.

“Adesso in Europa ci sono talenti, i mentori, cioè tutti gli ingredienti necessari per fare in modo che le storie di successo dell’Europa possano realizzarsi. Non voglio dire che non si possa fare meglio, ma quel che voglio dire è che siamo davvero sulla strada giusta”.

Khaliq, che è stato il fondatore di Climate Corporation, azienda della Silicon Valley nel settore dell’agricoltura, sulla quale Atomico aveva investito, ha lasciato gli Usa dopo che la Monsanto ha comprato la sua startup per 1,1 miliardi di dollari.

Atomico ha dichiarato che la sua ultima raccolta di fondi ha fatto letteralmente il tutto esaurito, superando le aspettative che i venture capitalist si erano posti con obiettivo a quota 750 milioni di dollari, attraendo anche capitali di investitori istituzionali. La società non ha reso pubblici i nomi dei suoi investitori, ma ha comunque detto che comprende fondi sovrani, fondi pensionistici e i fondatori delle startup europea Adyen, Klarna e TransferWise. Con quest’ultimo giro di finanziamento il venture capital Atomico ha raccolto e gestito sino a questo momento 2,7 miliardi di dollari di capitali.

In Europa i venture capitalist stanno accelerando, raccogliendo centinaia di milioni di dollari per finanziare aziende hi-tech che non fanno parte della Silicon Valley. È Un fenomeno recente, di questi ultimi mesi e comprende i 400 milioni raccolti da Balderton Capital a novembre, mentre Northzone ne ha raccolti altri 500.

L’anno scorso le startup europee sono riuscite a raccogliere complessivamente più di 30 miliardi di dollari di fondi, secondo i dati raccolti da una serie di differenti agenzie, con un aumento dei mega-round superiori ai 100 milioni di dollari. Il Vecchio continente a quanto pare sta attirando l’interesse di investitori nel settore tech sia asiatici che americani, una tendenza che sta dando spinta anche al capitale di ventura locale, che rimane competitivo.

Per Atomico il veicolo che ha attratto i finanziamento è un approccio “pure-play”, che mira cioè a finanziare startup nelle prime fasi. Secondo i dati di Pitchbook in passato DST Global, Rocket Internet e Index Ventures hanno chiuso raccolte più grandi, ma secondo Atomico sono0 state tutte pensate per fasi più avanzati di sviluppo delle startup o di aziende vere e proprie in vista della quotazione.

Atomico ha già iniziato le attività sul mercato degli investimenti, comprando quote di varie aziende: Infarm, società di urban farming, oppure Healx, nel settore biotech. Fino a oggi Atomico ha finanziato più di 100 aziende, da Klarna a Supercell, il creatore di Clash of Clans.

Nonostante Atomico abbia investito anche in aziende americane, secondo Khaliq è sempre stato “abbastanza esplicito” che la sua strategia di investimenti è focalizzata primariamente sull’Europa.

Secondo Khaliq infatti non è necessario andare a investire al di fuori dell’Europa se non per alcune “piccole eccezioni” che riguardano soprattutto aziende americane nelle ultime fasi prima della quotazione che vogliano entrare anche nel mercato europee.

Il nuovo fondo di Atomico verrà diviso in tre parti, ognuno focalizzato su obiettivi diversi: tecnologia per il mercato consumer, per il mercato enterprise, e tecnologia di frontiera. Sono queste ultime le startup in cui la ricerca e l’innovazione più visionaria e d’avanguardia gioca un ruolo fondamentale.

L’annuncio della chiusura della raccolta da parte di Atomico arriva in controtendenza rispetto alle preoccupazioni che, dopo il fallimento della quotazione di WeWork, il mercato del venture capital europeo stesse rallentando.

Secondo Khaliq, intervistato dalla stampa americana, nonostante la debacle di WeWork il fondo Atomico continua a scommettere su aziende che fanno perdite, facendo come “esempio di primaria grandezza” i nome di Amazon, una azienda che non ha dovuto raggiungere la profittabilità all’inizio della sua traiettoria per diventare una azienda di successo.

“Siamo un fondo di venture capital – ha detto Khaliq – che è in Europa da più tempo. Questo significa che abbiamo una certa disciplina quando analizziamo le startup europee, vediamo quanto valgono e quanto questo valga in termini di investimenti”

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