IL REFARMING

5G, tv locali sul piede guerra: “Accelerare sugli indennizzi per la banda 700 Mhz”

Il Coordinamento Nazionale Radio Televisioni-Terzo Polo Digitale chiede al governo di accorciare i tempi dei rimborsi per il rilascio delle frequenze: “Settore a rischio collasso”

Pubblicato il 05 Feb 2021

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Le tv e radio locali sul piede di guerra per i rimborsi sul rilascio delle frequenze. Il Coordinamento Nazionale Radio Televisioni-Terzo Polo Digitale chiede al governo di accorciare i tempi degli indennizzi per la banda 700 Mhz. Il decreto ministeriale, pubblicato un GU il 20 gennaio 2021, definisce le modalità operative e le procedure per l’erogazione degli indennizzi, prevede uno stanziamento complessivo di 304,2 milioni di euro, dei quali 301,158 effettivamente disponibili per gli indennizzi (essendoci un accantonamento dell’1% per far fronte a circostanze sopravvenute da cui derivino oneri aggiuntivi a carico della procedura).

Ma secondo il decreto direttoriale di concessione dell’indennizzo è emanato entro 60 giorni dal ricevimento della domanda previa attestazione dell’avvenuto rilascio della frequenza interessata e il rimborso è erogato entro 60 giorni dall’adozione del decreto.

“A questa tempistica, si arriverebbe a fine maggio per l’accredito, e non è tollerabile una attesa tale a fronte di risorse già espropriate”, spiega l’associazione secondo cui le condizioni attuali di mercato del settore radiotelevisivo locale sono pessime e rischiano di peggiorare se i tempi si alligano troppo.

“L’imminente ennesima rivoluzione tecnologica e dell’etere, che comporteràda un lato il totale riassetto delle tradizionali frequenze con porzioni sempre più ridotte per il broadcasting a favore delle telco e la loro banda larga, dall’altro l’adeguamento al nuovo standard di emissione digitale – evidenzia Cnrt – Tutto ciò ha un costo pesante per le tv locali, un costo che va ad iscriversi in un bilancio già disastrato dalla crisi degli introiti pubblicitari dovuti alle difficoltà economiche generali già note, e per le incombenze fiscali che, al momento, non vedono alcuna forma di ristoro (condono fiscale tombale) di cui molto si è discusso”.

In questo contesto si evidenzia quanto siano importanti, vitali, necessari, inevitabili, le forme di introiti di natura statale cui gli editori possono appigliarsi per consentire la prosecuzione delle attività, e garantire il benedetto pluralismo dell’informazione”.

Cruciale anche il Fondo per il pluralismo e l’innovazione del quale l’associazione denuncia ritardi nell’erogazione.

“ Basti pensare che per l’anno2019 destinato alle Tv locali commerciali, solo il 9 aprile scorso è stato emesso il decreto direttoriale, registrato dall’Ufficio Centrale di Bilancio del Mise – spiega –  il successivo14 aprile al N. 329, con il quale sono stati approvati la graduatoria definitiva e gli elenchi degli importi previsti. Se le tempistiche non vengono puntualmente rispettate, a causa dei soliti ricorsi e delle revisioni delle graduatorie, non si potrà mai garantire agli editori di poter fare piani precisi di investimento, cosa ancor più grave in questo periodo in cui ci sono già tante criticità come il passaggio al nuovo digitale terrestre”

Il rilascio della banda 700 Mhz, cosa prevedono le norme

Lo scorso ottobre Agcom ha approvato il provvedimento per il refarming delle frequenze. Il provvedimento, che fa seguito a quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2019, manda avanti il percorso del refarming della banda 700 Mhz che dovrà concludersi entro giugno 2022 per assegnare le frequenze ai servizi di comunicazione elettronica a banda larga senza fili e al contempo per conferire un nuovo assetto al sistema radiotelevisivo su piattaforma digitale terrestre (nazionale e locale) alla luce della dotazione delle risorse di spettro rimaste a disposizione per il servizio broadcasting.

Ammontano a 12 le nuove reti nazionali in tecnologia Dvb-T2 previste dal Piano nazionale di assegnazione delle frequenze (Pnaf): l’assegnazione dei quattro lotti avverrà sulla base delle offerte presentate da ciascun partecipante, costituite da una componente tecnica e una componente economica. È stato individuato per ciascun lotto un valore minimo delle offerte pari a 7,9 milioni di euro.

E per consentire l’ingresso nel mercato di nuovi operatori, nonché la possibilità di espansione degli operatori di rete esistenti di minori dimensioni, i 4 lotti in gara sono stati articolati in tre distinte categorie che prevedono differenti condizioni di partecipazione. In particolare, sono state riservate due categorie di lotti caratterizzate, in ottica pro-concorrenziale, dall’applicazione di un fattore di sconto del 50% sul valore minimo stabilito per ciascun lotto.

Successivamente, il dm del ministero dello Sviluppo economico del 27 novembre 2020 e pubblicato in GU il 20 gennaio 2021, ha stabilito che tutti gli operatori di rete “titolari di diritti d’uso in ambito locale e che devono liberare le frequenze per legge, in anticipo rispetto alla scadenza prevista nel relativo diritto d’uso rilasciato dal ministero, avranno diritto a un indennizzo.

Il decreto, che definisce le modalità operative e le procedure per l’erogazione degli indennizzi, prevede uno stanziamento complessivo di 304,2 milioni di euro, dei quali 301,158 effettivamente disponibili per gli indennizzi (essendoci un accantonamento dell’1% per far fronte a circostanze sopravvenute da cui derivino oneri aggiuntivi a carico della procedura).

Le risorse stanziate – si legge nel dm – sono ripartite secondo le seguenti quote: 25 milioni di euro da destinare al calcolo dell’indennizzo basato sul numero complessivo di impianti legittimamente eserciti; 276,158 milioni di euro da destinare al calcolo dell’indennizzo basato sulla popolazione residente nelle province oggetto dei diritti d’uso e delle autorizzazioni temporanee.

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