La cybersecurity è ormai il perno su cui ruota l’intera infrastruttura digitale europea. Con la diffusione di cloud, intelligenza artificiale e 5G, le telecomunicazioni sono diventate il crocevia di innovazione e vulnerabilità, l’architrave su cui si regge la fiducia digitale. A Cybertech Europe 2025, i grandi protagonisti del settore – Thales, Check Point, Palo Alto Networks e Fortinet – hanno condiviso una visione comune: la sicurezza non può più essere un livello aggiunto, ma un principio fondante. Dalla sovranità tecnologica europea alla sicurezza predittiva, dalla progettazione nativa dei sistemi alla formazione dei talenti, le Telco emergono come i veri architetti della nuova difesa digitale del continente.
Indice degli argomenti
Thales: sovranità digitale e crittografia post-quantum per un’Europa autonoma
Le telecomunicazioni, osserva Sergio Sironi, Cybersecurity Products Sales Director Southern Europe di Thales, “sono oggi il fronte più esposto e strategico della sicurezza digitale europea”. L’azienda punta su un ecosistema fondato su crittografia post-quantum, intelligenza artificiale sicura e sovranità digitale, per costruire una fiducia strutturale nelle reti. “Il cuore della nostra attività è anticipare i tempi – spiega Sironi – Da anni lavoriamo su algoritmi post-quantum, perché entro pochi anni la potenza dei computer quantistici potrebbe rendere vulnerabili i sistemi attuali”.
Secondo il Thales Data Threat Report 2025, il 63% degli operatori teme proprio questo rischio. Per Simone Mola, Cybersecurity Products Regional Sales Manager, “il cloud è un’opportunità per consolidare la sovranità digitale europea, a patto che il dato resti sempre sotto controllo”. Thales protegge anche l’AI stessa, cifrando i database e mettendo in sicurezza i modelli generativi.
Con 4 miliardi di euro investiti in R&S nel 2024, il gruppo punta a un ecosistema europeo indipendente e competitivo. Ma il nodo resta quello delle competenze: “In Italia mancano circa 100mila professionisti della sicurezza – sottolinea Sironi –. Bisogna formarli e motivarli, perché senza fiducia e persone competenti non c’è digitalizzazione possibile”.
[L’ intervista completa a Thales]
Check Point: l’era della prevenzione predittiva e della sicurezza collaborativa
“La cybersecurity deve passare dalla difesa alla prevenzione”, afferma Cristiano Voschion, Country Manager Italia di Check Point. Nella convergenza tra cloud, intelligenza artificiale e 5G, la superficie d’attacco cresce, ma cresce anche la capacità di risposta. Secondo i dati dell’azienda, nel primo trimestre del 2025 gli operatori telco hanno subito oltre 2.600 attacchi a settimana, un incremento del 94% su base annua.
“Non basta più mitigare – osserva Voschion – bisogna prevenire, combinando automazione, AI e threat intelligence in tempo reale.”
Le piattaforme Quantum Network Security e ThreatCloud AI creano una rete di difesa globale e condivisa, capace di individuare anomalie e bloccare minacce prima che diventino incidenti. La Legge italiana n.132/2025 sull’intelligenza artificiale – sottolinea il manager – “spinge le telco a integrare trasparenza e sicurezza by design, aprendo la strada a un nuovo modello collaborativo”. Ma la tecnologia non basta.
“Il vero valore resta umano – aggiunge Voschion – L’AI può automatizzare processi, ma servono persone capaci di interpretare i segnali e costruire strategie”. Con programmi di formazione e 500 nuove assunzioni globali, Check Point lavora per colmare il gap di competenze e diffondere la cultura della sicurezza. “L’Italia non è più indietro – conclude – ma può essere d’avanguardia se continua a investire in resilienza e cooperazione”.
[L’intervista completa a Check Point]
Palo Alto Networks: il 5G industriale come laboratorio della sicurezza nativa
Per Umberto Pirovano, Senior Manager Technical Solutions di Palo Alto Networks, “il 5G industriale sarà davvero un salto di paradigma solo se la sicurezza diventerà nativa, integrata e automatizzata”.
L’evoluzione dal semplice fornitore di connettività a partner di business richiede un cambio radicale: “Quando una linea produttiva dipende dalla rete 5G, la sicurezza diventa sinonimo di produttività”.
L’approccio security by design si traduce nella convergenza tra 5G privato e SASE, che unisce autenticazione basata su SIM e protezione di rete end-to-end. È la risposta a una normativa sempre più stringente, come la direttiva NIS2, che impone resilienza e continuità del servizio. Pirovano evidenzia anche l’urgenza di affrontare la minaccia quantistica, introducendo meccanismi di crittografia post-quantum e strumenti di crypto-agility nei propri sistemi.
Ma la rivoluzione passa anche dalle persone. “Il talent shortage è la sfida più grande – ammette Pirovano –. Servono programmi di formazione già nelle scuole e maggiore inclusione femminile nelle discipline STEM. La cybersecurity deve essere vista come una carriera appassionante”.
[L’intervista completa a Palo Alto Networks]
Fortinet: reti guidate dalla sicurezza e sovranità dei dati
“Non si può più progettare una rete senza partire dai requisiti di sicurezza,” afferma Antonio Madoglio, Senior Director Systems Engineering Italy & Malta di Fortinet. È il principio del Security-Driven Networking, che rovescia il paradigma tradizionale: la sicurezza non è più un accessorio ma l’architettura stessa della rete. “Le telco diventano veicoli della sicurezza, non semplici fornitori di connettività”, aggiunge.
Per Antonio Gentile, Manager Systems Engineering Telco and MSSP Italy, “il 5G e il cloud distribuito ampliano la superficie d’attacco, per questo ogni nuova architettura deve nascere sicura, non diventarlo dopo.” Fortinet ha evoluto la propria piattaforma Security Fabric in un sistema unificato che centralizza la gestione di firewall, server ed endpoint, semplificando le operazioni e riducendo i tempi di risposta.
La sovranità digitale è parte integrante di questa strategia: i servizi SASE possono essere erogati tramite punti di presenza nazionali, garantendo che i dati restino nel territorio italiano. La collaborazione con l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale rafforza questa visione. “La sovranità dei dati è anche una leva competitiva – spiega Gentile – un operatore che assicura che i dati non lasciano il Paese crea fiducia e valore”.
Guardando al futuro, Fortinet punta su intelligenza artificiale e automazione per rendere la sicurezza predittiva e scalabile. “L’obiettivo è una sicurezza invisibile, automatizzata e diffusa, integrata nel DNA delle reti,” conclude Gentile.
[L’intervista completa a Fortinet]




































































