STRATEGIE

Tim, Santagata: “Per rafforzare la cybersecurity la formazione è fattore abilitante”

La telco sigla un accordo con la Cyber Security Italy Foundation per diffondere la cultura della cybersicurezza nelle scuole e avviare una collaborazione che consenta di studiare la minaccia cibernetica sotto il profilo della Cyber Threat Intelligence. Secondo i risultati di uno studio del Global Cybersecurity Forum, il 72% dei minori esposto a violazioni informatiche

Pubblicato il 29 Gen 2024

Eugenio Santagata

Diffondere nelle scuole la cultura della cybersicurezza e avviare una collaborazione che consenta di studiare la minaccia cibernetica sotto il profilo della Cyber Threat Intelligence. È l’obiettivo del protocollo di intesa siglato fra Tim e la Cyber Security Italy Foundation, i quali si fanno così protagonisti di un percorso che mira a sensibilizzare studenti, insegnanti e famiglie sull’utilizzo consapevole delle tecnologie e le misure di sicurezza da adottare nel web e sui social network.

“È essenziale favorire la cultura del digitale, promuovendo collaborazioni tra il pubblico e il privato, già a partire dalle scuole – spiega Eugenio Santagata, Chief Public Affairs & Security Officer di Tim e amministratore delegato di Telsy -. La formazione in questo ambito è fondamentale e costituisce un fattore abilitante per favorire una digitalizzazione consapevole. Inoltre, fornire un quadro costantemente aggiornato delle potenziali minacce e della loro evoluzione consente di innalzare il livello di difesa, agendo sui soggetti più esposti, ovvero i giovani, e in generale chiunque acceda a risorse digitali”.

Stimolare i giovani verso una formazione ad hoc

L’accordo intende promuovere nuovi modelli di comportamento responsabile al fine di prevenire fenomeni come il cyberbullismo, la pedopornografia e la falsificazione dell’identità digitale oltre a stimolare l’interesse dei giovani verso una formazione specialistica per avviare una carriera nel campo della cybersicurezza.

In particolare, le competenze messe in campo dai partner guideranno i giovani attraverso un programma di apprendimento delle tecnologie informatiche, conoscenze di base e esperienze anche pratiche in materia di cybersicurezza e adozione di strumenti di cyber defence. Ulteriore obiettivo sarà poi quello di orientare l’interesse dei giovani a una formazione specialistica, di secondo livello e universitaria.

Obiettivo: formare cittadini consapevoli, responsabili e competenti

Con questa partnership “prosegue il nostro percorso di sensibilizzazione delle giovani generazioni sui rischi della Rete con l’obiettivo di formare, sin dai banchi di scuola, cittadini consapevoli, responsabili e capaci di navigare in modo sicuro – fa presente Marco Gabriele Proietti, fondatore e presidente della Cyber Security Italy Foundation, la prima fondazione no profit italiana sul mondo cibernetico -. Insegnare la sicurezza cibernetica nelle scuole non solo contribuisce alla formazione di futuri professionisti del settore, ma promuove anche una cultura digitale diffusa, che permetterà di affrontare efficacemente le sfide del futuro”.

Il 72% dei bambini di tutto il mondo sotto minaccia informatica

Intanto, il rapporto “Why Children are Unsafe in Cyberspace” del Global Cybersecurity Forum fa ulteriormente luce sul rapporto giovani-cybersicurezza. Lo studio rileva infatti che il 72% dei bambini in tutto il mondo ha subito almeno un tipo di minaccia informatica online. Un dato molto allarmante. Ciò mostra, infatti, che i bambini sono esposti a violazioni della privacy e questo può anche avere un impatto sulla salute mentale, fisica e sull’integrità dei più giovani.

Il rapporto attesta le crescenti sfide affrontate per la protezione dei bambini nel cyberspazio, soprattutto in tempi in cui il 90% dei bambini di età superiore agli 8 anni è già attivo online, ma solo il 40% dei genitori è a conoscenza del fatto che il proprio figlio, in passato, ha subito una minaccia informatica.

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