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Agricoltura 4.0, sinergia pubblico-privato per dare spinta all’uso delle tecnologie avanzate



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Secondo uno studio del World Economic Forum la collaborazione tra aziende e istituzioni è cruciale per agganciare la quarta rivoluzione industriale. Data driven decision chiave di volta per ottimizzare colture e processi produttivi

Pubblicato il 9 mag 2024



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Sarà l’agritech alimentato dalle tecnologie della Quarta Rivoluzione Industriale a guidare la prossima ondata di trasformazione del settore agricolo. Sfide come il cambiamento climatico, l’instabilità delle situazioni geopolitiche e l’interruzione delle catene di approvvigionamento influenzeranno l’intero settore agricolo, indipendentemente dalle dimensioni delle operazioni. L’avvento delle tecnologie agritech deve quindi essere visto in una prospettiva macro-industriale, al fine di generare valore lungo l’intera catena di approvvigionamento, che contribuirà a costruire resilienza, agilità, efficienza e trasparenza per il settore agricolo.

In questo scenario, è essenziale che i responsabili politici considerino l’integrazione dell’agritech da una prospettiva di sistema e sviluppino infrastrutture pubbliche digitali, politiche e programmi per aumentare l’accessibilità dell’agritech. Per il settore privato – compresi gli investitori e le start-up – e i think tank, gli sforzi per mappare le prove empiriche dell’impatto delle tecnologie emergenti sull’agricoltura – rese, qualità, ricavi, costi di coltivazione, costi logistici e perdita di raccolto post-raccolta – contribuiranno a generare interesse da parte degli agricoltori e delle piccole e medie imprese agricole, incoraggiandole ad adottare e utilizzare attivamente le tecnologie della quarta rivoluzione industriale.

Sono le conclusioni del report “Agritech: shaping agriculture in emerging economies, today and tomorrow” del World Economic Forum (SCARICA QUI IL REPORT COMPLETO), la cui iniziativa “Artificial Intelligence for Agriculture Innovation” mira a far scalare le tecnologie della quarta rivoluzione industriale attraverso il partenariato pubblico-privato.

L’importanza della collaborazione pubblico-privato

Il progetto pilota Saagu Baagu, condotto in collaborazione con il governo di Telangana, si è concentrato sull’introduzione di quattro servizi agritech a 7.000 coltivatori di peperoncino. Il progetto ha registrato un notevole aumento del 18% dei profitti assoluti degli agricoltori rispetto ai loro colleghi che non hanno partecipato all’intervento ed è ora in fase di estensione a 500.000 agricoltori che piantano cinque colture in 10 distretti dello Stato. Questa iniziativa evidenzia l’importanza della collaborazione tra più soggetti e di un approccio multiforme. Il settore agricolo ha bisogno di sforzi collaborativi simili per raggiungere l’obiettivo comune di mettere gli agricoltori in condizione di adattarsi ai cambiamenti climatici e ad altri rischi, sviluppando al contempo l’ecosistema del settore.

“La tecnologia, tuttavia, è semplicemente un fattore abilitante. Non è una bacchetta magica – afferma il Wef -. Sono gli operatori del settore agricolo a doversi responsabilizzare e a prendere le decisioni giuste, adottando metodi razionali e sfruttando gli strumenti dell‘innovazione tecnologica“.

Governi come facilitatori dell’accesso a dati di qualità

I servizi agritech sono in grado di catalizzare la prossima rivoluzione nel settore agricolo e hanno il potenziale per aiutare gli agricoltori a produrre di più senza richiedere maggiori risorse. “Con la diffusione dell’agritech – spiega il report -, è imperativo includere i piccoli agricoltori e le donne, altrimenti le implicazioni per la sicurezza alimentare e i mezzi di sussistenza di milioni di persone nelle economie emergenti ne risentiranno. I governi e il settore privato dovrebbero esplorare i tipi di collaborazione pubblico-privato che si sono dimostrati efficaci nella creazione di infrastrutture e servizi pubblici sostenibili. I servizi agritech hanno realizzato solo una piccola parte della grande opportunità non sfruttata di trasformare il settore agricolo nelle economie emergenti. I governi dovranno assumere il ruolo di facilitatori e offrire incentivi, finanziari e non, come l’accesso a dati di qualità tramite Dpi o a canali in loco, al fine di incoraggiare il settore privato a investire nella scalata dell’adozione di agritech nella catena del valore“.

Necessità di un approccio multistakeholder

Il Wef puntualizza anche che “i canali digitali da soli non sono in grado di guidare l’adozione dei servizi agritech. Sono necessarie risorse condivise – ad esempio, imprenditori rurali, una rete di operatori di moneta mobile o servizi di e-governance – che potrebbero essere fondamentali per promuovere l’adozione a livello locale. Poiché tali servizi hanno sede in una determinata comunità, godrebbero della fiducia degli agricoltori e questo, a sua volta, li aiuterebbe a comprendere e ad apprezzare i vantaggi dell’agritech e a sostenerli nel loro percorso di adozione. Una presenza fisica locale sarebbe importante, confermando l’accuratezza dei dati satellitari sulle colture seminate in un campo, ad esempio. Uno sforzo di collaborazione tra governi, settore privato – comprese le start-up e gli investitori – università e società civile è la necessità del momento. Considerando la complessità e l’interrelazione delle attività nel settore agricolo, la scalabilità dell’agritech inclusivo può essere raggiunta al meglio adottando un approccio multistakeholder”.

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