L’intelligenza artificiale sta rimodellando il modo in cui si progettano, si costruiscono e si scalano le infrastrutture cloud. Si tratta di una transizione che sta accelerando rapidamente: modelli generativi, modelli di base e altri carichi di lavoro legati all’AI richiedono infatti estrema flessibilità del parco GPU, latenza ultra bassa e strutture di costo che i tradizionali cloud spesso faticano a fornire.
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L’AI vero magnete per gli investimenti globali
In questo scenario, non stupisce dunque che il Global Index 2025 di DC Byte evidenzi la capacità legata all’intelligenza artificiale come uno dei segmenti in più rapida crescita.
Secondo la società di analisi e ricerca, il comparto rappresenta l’11% della capacità di assorbimento globale. In particolare, sono aumentati vertiginosamente gli investimenti di venture capital e aziendali nelle infrastrutture di intelligenza artificiale, con una spesa globale destinata a crescere a un tasso più che doppio rispetto alle implementazioni cloud tradizionali nei prossimi tre anni. Per esempio, CoreWeave ha impegnato 1,5 miliardi di sterline (parte di un più ampio investimento da 2,5 miliardi di sterline) in investimenti in data center di intelligenza artificiale nel Regno Unito, a dimostrazione dell’enorme flusso di capitali in questo comparto.
D’altra parte, gli analisti di DC Byte sottolineano che è improbabile che il futuro del cloud e dell’intelligenza artificiale sia univoco. Gli scenari includono l’ascesa dei cosiddetti neocloud specializzati, modelli di intelligenza artificiale ibridi che combinano piattaforme hyperscaler e di nicchia, e quadri normativi che definiscano chiaramente chi può competere in Europa.
Gli attori che possono cavalcare l’onda della trasformazione
In particolare, l’osservatorio DC Byte vede emergere chiare opportunità strategiche per una serie di attori chiave. In primo luogo, per gli operatori, a partire dalle telco, che possono posizionare le strutture per densità GPU e carichi di lavoro ad alte prestazioni. Gli investitori hanno invece la possibilità di monitorare i primi operatori e valutare la sostenibilità a lungo termine dei progetti. Al tempo stesso, gli sviluppatori immobiliari potrebbero anticipare la domanda di terreni con un solido accesso alla rete e al raffreddamento, mentre ai fornitori viene suggerito di costruire relazioni tempestive con gli operatori neocloud per allineare lo sviluppo del prodotto. Le società di consulenza, infine, sono invitate a guidare i clienti attraverso strategie di intelligenza artificiale ibrida e decisioni di investimento.
Parola d’ordine neocloud: una definizione
Tutto, rimarca DC Byte, deve ruotare intorno al concetto di neocloud, che sta emergendo come una categoria distinta di cloud creati specificamente per l’intelligenza artificiale. I loro attributi principali includono modelli GPU-as-a-service, networking a latenza ultra bassa e stack software ottimizzati per carichi di lavoro di intelligenza artificiale su larga scala. A differenza delle tradizionali offerte di infrastruttura come servizio o piattaforma come servizio, i neocloud offrono funzionalità su misura per l’intelligenza artificiale, dall’addestramento e inferenza alla messa a punto e all’hosting completo dei modelli.
I player globali ed europei si stanno già affermando in questo ambito, creando nuova concorrenza tra hyperscaler e provider regionali. Per l’ecosistema nel suo complesso, le implicazioni sono chiare. I neocloud introducono nuove tipologie di tenant, spingono le strutture verso requisiti di maggiore densità e richiedono un coinvolgimento più tempestivo dei fornitori rispetto alle soluzioni cloud convenzionali.
Fattori chiave: cosa richiede l’AI alle infrastrutture
I carichi di lavoro dell’AI del resto stanno riscrivendo i requisiti infrastrutturali. Invece di piccole implementazioni distribuite, l’addestramento dell’AI richiede siti concentrati con migliaia di GPU che lavorano in parallelo. Questo cambiamento sta creando nuove sfide progettuali e operative che si ripercuotono sull’intero ecosistema. In pratica l’infrastruttura si sta spostando da nodi distribuiti a siti centralizzati estremamente densi. Le strutture vengono ora progettate per ospitare densità di rack molto più elevate rispetto alle implementazioni aziendali o cloud tradizionali, spingendo al limite la pianificazione dello spazio e la selezione dei siti.
Il consumo energetico dei cluster GPU è immenso e i sistemi di raffreddamento tradizionali spesso non riescono a tenere il passo. Gli operatori stanno esplorando un numero sempre maggiore di soluzioni avanzate come il raffreddamento a liquido o a immersione. Allo stesso tempo, l’accesso alla capacità di rete sta diventando uno dei fattori più decisivi per la scelta del luogo in cui costruire strutture pronte per l’AI.
Il ruolo del Regno Unito nello sviluppo dell’ecosistema
Per descrivere un caso virtuoso di sviluppo dell’ecosistema AI, DC Byte punta i riflettori sul già citato Regno Unito, diventato un punto focale per gli investimenti in questo tipo di soluzioni. Microsoft ha innanzitutto messo sul piatto miliardi di sterline per le infrastrutture di AI, mentre Nvidia sta promuovendo il concetto di AI factory supportando iniziative governative come le AI Growth Zones.
Il sostegno politico è forte, ma secondo la società di analisi permangono delle sfide di non poco conto. La capacità della rete energetica, i vincoli di pianificazione e le aspettative di sostenibilità potrebbero infatti rallentare il ritmo dello sviluppo.
Secondo gli ultimi dati di DC Byte, infatti, nel Regno Unito si registrano attualmente 6,7 GW di capacità di pipeline, rispetto ai 46 GW in Europa. Ciò evidenzia sia il ruolo emergente del Regno Unito sia i limiti di scala rispetto ad altri mercati.
Per gli operatori e le società di telecomunicazioni, questo significa competere per un accesso anticipato alle connessioni di rete. Per gli investitori, significa bilanciare le ambizioni del governo con i vincoli del mondo reale. Per i fornitori e i consulenti immobiliari, significa prevedere dove i colli di bottiglia infrastrutturali creeranno nuove opportunità.