«Un dato è chiaro: il digitale sottolinea la differenza tra il professionista bravo e quello mediocre. Il web ha messo a disposizione di tutti una quantità incredibile di informazioni: con la democrazia del sapere basta un click per avere una risposta su qualsiasi problema. E questo vale ancora di più per le applicazioni specifiche sulle professioni, app che permettono di avere una consulenza legale, medica e di qualsiasi altro genere, in tempo reale e spesso gratuitamente. Ciò significa che oggi il professionista non può più permettersi una semplice consulenza didascalica perché quella, ormai, è alla portata di tutti. Con i dispositivi digitali i cittadini sono in grado di capire da soli dove mettere una firma; è necessario quindi che il professionista dia valore aggiunto alla sua figura e al suo mestiere, con creatività, originalità e preparazione». Giuseppe La Scala, avvocato e fondatore dell’omonimo studio legale, inquadra così il rapporto tra il mondo digitale e quello dei professionisti.
Un rapporto messo in discussione da tante applicazioni per smartphone e tablet dedicate alle professioni. “Fino a poco tempo fa – continua La Scala – gli avvocati, e i professionisti in generale, pensavano che telefonini, tablet e ogni cosa proveniente dal mondo hi-tech potessero essere utili ma senza prendere il posto del professionista. Oggi non è più così: il digitale può rendere la professione più creativa e interessante”.
Perché se è vero – ci tiene a puntualizzare l’avvocato La Scala – che basta un click per capire come risolvere una controversia senza una mediazione legale, è anche vero che il valore aggiunto dell’avvocato sta nella sua capacità di collegare un fatto attuale a un caso precedente per coglierne spunti e dati utili, ai consigli sugli opportuni comportamenti, agli avvisi.
“Il digitale, quindi, cambia l’utente perché gli permette di avvicinarsi con più dimestichezza e preparazione al professionista, ma cambia anche il mondo delle professioni, perché la sola preparazione nozionistica non basta più. Serve aguzzare l’ingegno, la fantasia e la creatività per dare valore aggiunto alla propria figura”.
E per andare oltre le tante app licazioni che permettono di avere il professionista in tasca e sempre a disposizione. Come fa iusletter, lanciata dallo stesso studio La Scala e caricabile gratuitamente dal sito iusletter.com che, oltre alle informazioni utili sulla giurisprudenza, permette di fare domande e ottenere risposte immediate su qualsiasi problematica legale. Molto simile è AppVocato, applicazione per iOS che offre ai clienti consulenza su ogni problema: recuperare crediti, impugnare un atto, chiedere un risarcimento, comunicare una disdetta, assumere un dipendente, definire un affare.
Se invece serve una consulenza medica, ecco Consiglio dal Medico, app che permette di avviare una chat privata con un gruppo di medici e ricevere sul proprio telefono i consigli giusti a un costo contenuto. Non mancano poi, app, dedicate al mondo dell’arredamento come Autodesk Homestyler, che suggerisce come arredare e progettare casa al pari di un architetto, e al mondo farmaceutico, come iFarmaci, il prontuario farmaceutico per iPhone, iPad e iPod touch, dotato di tutte le informazioni sui farmaci ospedalieri, odontoiatrici, per anestesia, psichiatrici, con obbligo di ricetta, da banco, veterinari.
Insomma, c’è almeno un’app per ogni professione. E mentre cresce l’attenzione per le opportunità offerte dal digitale, aumentano i professionisti che cominciano a prendere confidenza con la dimensione tecnologica.
Da poco tempo, infatti, è nato Prontoprofessionista.it, il portale di esperti in grado di fornire informazioni su controversie condominiali, certificazioni energetiche, regolamenti relativi agli appalti pubblici, ruolo legale dei social network, privacy, diverse tipologie di ipoteche e molto altro ancora. In soli sei mesi, in tutta Italia sono oltre 1.500 gli specialisti che hanno aderito al network, pronti a rispondere alle richieste dei clienti. Un approccio 2.0 al mondo delle professioni, dunque, che “spinge il professionista a capire quali sono gli spazi dove la tecnologia non può arrivare e dove è ancora fondamentale la sua figura”, conclude l’avvocato La Scala.