LA MOSSA

Apple punta sugli sviluppatori cinesi e tenta il “rilancio” a Est

Annunciata la realizzazione a Shanghai di una “cittadella” dedicata ai programmatori per dare vita ad un ecosistema locale. Un potenziale di 2,5 milioni di risorse per la realizzazione di soluzioni per iPhone e iPad

Pubblicato il 11 Lug 2019

Antonio Dini

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Un oceano di sviluppatori, divisi nella Grande Cina tra Pechino, Taiwan e Hong Kong. Un oceano di opportunità per Apple, che vuole a tutti i costi portare avanti il suo progetto di acceleratore per lo sviluppo di app iPhone e iPad anche qui, come ha fatto ad esempio in Italia per l’Europa con l’acceleratore battezzato a Napoli in collaborazione con l’università Federico II, e come ha fatto più di recente in India e in Brasile per l’America Latina.

L’azienda ha fatto sapere ieri di aver avviato il suo progetto per aiutare gli sviluppatori cinesi a creare app con una struttura a Shanghai. Per Apple è critico riuscire a far crescere il più possibile l’ecosistema degli sviluppatori che creano valore direttamente e indirettamente all’azienda sia vendendo app sul suo store (per le quali, quando a pagamento, Apple prende una percentuale fissa) sia rendendo gli iPhone e gli iPad più appetibili per i consumatori perché dotati di più software acquistabile o scaricabile.

L’acceleratore, cioè il programma avviato da Apple, consisterà di cicli di conferenze, workshop e sessioni di networking per gli sviluppatori. La regione cinese, che raccoglie non solo la Cina continentale ma anche Taiwan e Hong Kong, comprende più di 2,5 milioni di sviluppatori per le piattaforme Apple. Il lancio arriva in un momento in cui le vendite di iPhone in Cina e in tutto il mondo hanno rallentato mentre il ceo Tim Cook sta sottolineando sempre di più il ruolo che il business dei servizi avrà nel futuro di Apple (nei servizi sono compresi i guadagni derivanti da app, media e altri software).

Secondo la società di ricerca Evercore Isi i ricavi dei servizi di Apple sono probabilmente aumentati nel trimestre conclusosi a giugno, in parte trainati dalla crescita in Cina. Nel 2017 Apple ha aperto un acceleratore simile nel 2017 a Bengaluru, in India. Sia il mercato degli smartphone indiano che quello cinese sono dominati dalle aziende che realizzano dispositivi basati su Android, come Xiaomi e Samsung Electronics.

Per affrontare la concorrenza, all’inizio di quest’anno Apple ha lanciato numerosi programmi di finanziamento per rendere gli iPhone più accessibili per i consumatori cinesi. I rivenditori cinesi di elettronica hanno anche ridotto il prezzo di alcuni modelli di iPhone. Tuttavia, oltre al rallentamento delle vendite ci sono altri problemi per Apple: l’azienda infatti è finita dentro la guerra commerciale tra Usa e Cina. Secondo il giapponese Nikkei, Apple ha chiesto ai fornitori di valutare le implicazioni in termini di costi derivanti dallo spostamento di alcune capacità produttive fuori dalla Cina. Foxconn, uno dei più importante terzisti di Apple, ha dichiarato che, se necessario, è disposta a spostare la produzione Apple dalla Cina.

A giugno Tim Cook aveva dichiarato che non prevedeva che la Cina avrebbe preso di mira Apple per via dello scontro commerciale con gli Usa.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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