IL CASO

Axel Springer contro Google: “E’ un estorsore”

In una lettera aperta il ceo del gruppo editoriale tedesco, Mathias Doepfner: “Mountain View ci fa paura. Le big company troppo potenti”. Ma presto la situazione si ribalterà: “La storia insegna che i monopoli non durano mai troppo a lungo”

Pubblicato il 18 Apr 2014

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Google ha troppo potere e tutti i media liberi devono averne paura. E’ questo il nocciolo della lettera aperta agli editori e ai lettori firnata dal ceo del gruppo editoriale Axel Springer e pubblicata sul Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz). Nella missiva Mathias Doepfner ha risposto in tal modo a un articolo di Eric Schmidt, ceo di Google, che era uscito sulla stessa Frankfuter, e nel quale Schmidt elogiava i rapporti e gli accordi tra gruppo Springer e Google.

Dopefner, pur riconoscendo soddisfacenti relazioni di mercato con Google, evidenzia che non c’era altra scelta. “Noi come editoriale non avevamo molte altre scelte valide che non trovare un’intesa con Google, perché non vedevamo alcun motore di ricerca alternativo che ci garantisse di ampliare la nostra presenza online”, si legge nella lettera.

L’accusa di Doepfner a Google assume tanta più importanza in un momento chiave per il gruppo Axel Springer che sta affrontando il delicato passaggio dalla carta al digitale. Molte testate regionali e le due testate cartacee più importanti – Die Welt e il quotidiano popolare Bild – sono organizzati in redazioni dive tutti i giornalisti lavorano sia per l’online sia per cartaceo, dando la precedenza al digitale per le grandi notizie e i grandi reportage. E l’abbonamento diventa obbligatorio dopo pochi clic.

L’accordo Google-Springer soddisfa, dunque, ma la Ue – ricorda il manager – “ha sanzionato e criticato l’introduzione di un modello di business che in ambienti poco onorevoli si chiama estorsione” dato che BigG avrebbe il potere di discriminare i suoi rivali. Doepfner“ allarga poi l’analisi, evidenziando che le web company “sono molto più potenti di quanto l’opinione pubblica immagini”. “Fatta eccezione per i virus – dice – non c’è nient’altro che abbia tanta velocità e aggressività come queste piattaforme che sono proprietarie di un nuovo potere”.

“Oggi esiste un monopolio globale del network- avverte – e quindi è della massima importanza creare criteri di trasparenza lealtà e giustizia in cui Google debba operare”.

Doepfner se la prende anche con Facebook. Riferendosi a una frase di Zuckerberg sulla pratica della sua piattaforma sociale di immagazzinare dati – “Chi non ha niente da nascondere non ha nulla da temere” – il manager l’ha definita “terribile”.

“Certe idee espresse da quella frase furono incoraggiate da regimi totalitari, non da società liberal – sottolinea – Una frase simile avrebbe potuta dirla anche il capo della Stasi o di un altro intelligence di qualsiasi dittatura. Quanto a Larry Page, fondatore di Google, Doepfner afferma:

Infine l’avvertimento finale a Google: “La storia dei monopoli economici dovrebbe ricordarcui che questi non hanno mai lunga vita”. L’intervento autorevolissimo di Doepfner è arrivato in un momento di rescenti polemichein Europa sullo strapotere di Google o Facebook e nel contesto della crescente determinazione del governo di grosse Koalition della cancelliera Angela Merkel, determinazione a difendere i cittadini tedeschi e d’Europa dai controlli e dalle intrusioni dei giganti di internet e non solo della Nsa o di altri servizi segreti extraeuropei.

Nel suo intevento, invece, il chairman di Google Eric Schmidt aveva evidenziato la piossibilità di costruire, attraverso l’innovazione, nuovi modelli di business e di ottenere un vantaggio reciproco dalle tecnologie emergenti. “Alla fine dell’anno scorso – ha ricordato il manager – abbiamo firmato una partnership pubblicitaria pluriennale tra la nostra piattaforma AdExchange e quella di Springer che copre sia il web che il mondo mobile”.

Focus anche su Google News. “Non contiene pubblicità, e funziona collegando i lettori con le più rilevanti e autorevoli fonti di informazione e di opinione – ha spiegato – L’obiettivo è quello di far uscire l’utente fuori dal nostro sito e portarlo su quello dell’editore: per leggere l’articolo, infatti, l’utente deve andare sul sito web dell’editore”.

Sul tema delle remunerazione Schmidt ha evidenziato cge BigG ogni mese invia oltre 10 miliardi di visite ai siti degli editori di tutto il mondo. “Ogni click è un’opportunità di business per crescere in termini di pubblico e di profitto. Nel 2013, solamente attraverso il nostro prodotto AdSense, abbiamo distribuito 9 miliardi di dollari agli editori di tutto il mondo”.

Infine il controllo sui contenuti da far comparire o meno sul search. “Grazie a strumenti facili da usare, gli editori mantengono il pieno controllo sul fatto di essere inclusi in Google News o solo nella ricerca web”, ha conluso.

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