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Comdata non molla, confermati 264 licenziamenti a Padova e Pozzuoli

Fumata nera all’incontro tra azienda e sindacati che chiedevano di ritirare il piano di chiusura dei due siti. Prossimo round in Regione il 5 giugno

Pubblicato il 31 Mag 2018

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Comdata conferma i licenziamenti nei siti di Padova e Pozzuoli. Ieri si è concluso con una fumata nera l’incontro tra l’azienda e Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil che chiedevano un ritiro dei tagli.

“È incomprensibile come un’azienda che sta assumendo in altre regioni e presenti bilanci in salute venga al tavolo con il sindacato confermando i licenziamenti senza avviare un confronto di merito sulla situazione dei siti di Napoli e Padova – afferma Alessandra Tommasini, segretaria generale Slc Cgil Napoli e Campania – La trattativa continuerà sui due territori impattati dai licenziamenti, al fine di poterla svolgere con l’ausilio delle istituzioni locali. Chiederemo che l’incontro del 5 giugno si tenga in Regione in modo da individuare con essa una soluzione che abbia come fine principale la messa in sicurezza dei posti di lavoro. E’ necessario che siano presenti anche le strutture nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil data la gravità della vertenza e i posti di lavoro a rischio”.

Comdata ha annunciato la chiusura dei call center di Padova e Pozzuoli mettendo a rischio 264 lavoratori: si tratta di circa 60 adetti della sede campagna e i 200 restanti della veneta, 60 dei quali di Comdata tech quindi con contratto metalmeccanici.

La chiusura dei due siti rientra nella strategia di riallocazione delle commesse messa in campo da Comdata. Come spiega a CorCom Angelo Ughetta della Uilcom, “l’azienda intende spostare le attività di customer care del settore bancario, attualmente erogate dei call center di Padova, nella sede di Ivrea che ha subito un calo dei volumi di chiamate a seguito del ridimensionamento della commessa Tim (a Ivrea di fa principalmente customer care per le telco ndr)”. Nel call center piemontese ci so363 addetti in cassa integrazione a zero ore che dovrebbero – nelle intenzioni di Comdata – riprendere l’attività una volta spostata la commessa da Padova.

A Pozzuoli dove rischiano il posto circa 60 persone, invece, la situazione è più critica. Si tratta di un sito che non gestisce una commessa ma “pezzi” sparsi di altre attività che però sono “core” in altri siti. Inoltre molti lavoratori sono ex addetti Vodafone, passati in Comdata quando la società ha comprato il ramo d’azienda dalla compagnia e dunque con un costo del lavoro più alto rispetto agli altri.

Come spiega la società nella comunicazione di apertura della procedura per riduzione di personale, il sito di Pozzuoli “ha prodotto un valore della produzione insoddisfacente rispetto ai costi complessivi da esso sostenuti.  Difatti il costo del lavoro, sproporzionato rispetto alle commesse rimaste e al fatturato generato, congiuntamente al ridotto dimensionamento, non permette più la copertura dei costi fissi di gestione della struttura causando quindi un risultato di Ebitda costantemente negativo”. Per Comdata  i risultati degli esercizi pregressi non sono stati idonei, e non lo potranno essere per il futuro, a sostenere i costi dell’unità produttiva di Pozzuoli e dunque “la prosecuzione delle attività si rivela essere una soluzione non perseguibile, stante l’incapacità dei siti di poter proseguire l’attività in un equilibrio economico sostenibile”.

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