LO STUDIO

Connected car & mobility, mercato in crescita: giro d’affari da 2,5 miliardi

Le soluzioni legate all’auto connessa e ai sistemi digitali per la mobilità urbana a +16%. Secondo la ricerca dell’Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano il 43% dei consumatori possiede veicoli con almeno una funzionalità smart

Pubblicato il 26 Mag 2023

Il settore delle auto connesse e della smart mobility continua a crescere. Nel 2022 il mercato della Connected Car & Mobility ha raggiunto, in Italia, un valore di 2,5 miliardi di euro, +16% rispetto al 2021. Un risultato di tutto rispetto, soprattutto se si considerano le problematiche legate alla carenza di semiconduttori e di materie prime, a cui si è poi aggiunta l’instabilità economica e politica per la guerra in Ucraina.

Le soluzioni per l’auto connessa valgono 1,4 miliardi di euro (+10% in un anno), mentre gli Advanced Driver Assistance Systems (Adas) integrati nei nuovi modelli, come la frenata automatica d’emergenza o il mantenimento del veicolo in corsia, valgono 740 milioni di euro (+16%). Le soluzioni Smart Mobility nelle città, in primis per la gestione dei parcheggi e la sharing mobility hanno invece raggiunto i 340 milioni di euro, +48%. Cresce anche la diffusione delle auto connesse: a fine 2022 nel nostro paese se ne contavano 19,7 milioni, un’auto su due del parco circolante (50%), una ogni tre abitanti.

La ricerca dell’Osservatorio del Politecnico di Milano

Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Connected Car & Mobility della School of Management del Politecnico di Milano, presentata oggi durante il convegno: “Connected car & Mobility: da grandi poteri, grandi responsabilità”.
“Sono in atto profondi cambiamenti nel settore dell’auto e della mobilità”, commenta Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio Connected Car & Mobility. “Nuove sfide attendono la filiera industriale italiana e le istituzioni, con impatti diretti e indiretti anche sul livello di accettazione del consumatore finale. Al tempo stesso, la Smart Mobility è sempre più al centro dell’attenzione nel nostro Paese, grazie al proliferare dei progetti e alle opportunità previste dal Pnrr. In un contesto caratterizzato da fattori critici come la crisi dei chip, le difficoltà di approvvigionamento di componenti e il rincaro delle materie prime e dell’energia, l’evoluzione tecnologica ha un ruolo chiave per consentire alle aziende di continuare ad essere competitive e abilitare nuove opportunità di crescita in futuro. Tra le tecnologie disponibili, la connettività è certamente una delle più promettenti”.

Le soluzioni e l’impatto della normativa

Le soluzioni più diffuse sono i box Gps/Gprs per la localizzazione e la registrazione dei parametri di guida con finalità assicurative (10 milioni, +4% rispetto al 2021), ormai sul mercato da molti anni, ma la crescita è trainata principalmente da auto nativamente connesse tramite sim (4,3 milioni, +21%). Parallelamente, prosegue con convinzione il processo di maturazione dell’offerta di soluzioni per l’auto smart, con sempre più aziende in grado di raccogliere grandi quantità di dati dai veicoli, che creano un impatto diretto sui numeri del mercato: i servizi raggiungono quota 480 milioni di euro, +20% rispetto al 2021.
Le novità normative costituiranno un importante motore di crescita: sia l’obbligo, a partire dal 2024, di integrare specifici Adas all’interno di tutte le vetture di nuova immatricolazione, sia quello, dal 2035, di immatricolare solo veicoli a emissioni zero. La connettività avrà infatti un ruolo molto importante nella gestione dei nuovi veicoli elettrici e nel garantire scambi di informazioni tra auto e infrastruttura (ad esempio, per individuare le stazioni di ricarica più vicine).

I comuni e la Smart Mobility

Il tema Smart Mobility è considerato fondamentale o comunque rilevante da più di quattro comuni italiani su cinque (83%) con popolazione superiore ai 15 mila abitanti. Coerentemente, sono lievemente aumentate le iniziative: comuni che hanno avviato progetti passano dal 27% nel 2020 al 46% nel 2021 e al 47% nel 2022. Guardando alle intenzioni per il breve periodo, in particolare ai progetti che saranno attivati a partire dal 2023, è forte l’interesse dei comuni verso la mobilità elettrica (81%), la sharing mobility (60%), e per le applicazioni per la gestione del traffico (39%) attraverso, ad esempio, l’utilizzo di semafori intelligenti e l’attivazione di servizi di infomobilità.
I nuovi fondi previsti dal Pnrr daranno una nuova forte spinta al mercato della Smart Mobility. Nel 2022, a livello nazionale, sono stati già stanziati 14 miliardi di euro per progetti legati alla mobilità sostenibile e intelligente. Tra questi rientrano, ad esempio, il rinnovo delle flotte di treni e bus verdi, l’adozione di soluzioni di mobilità a idrogeno, lo sviluppo di infrastrutture di ricarica elettrica, il rafforzamento della mobilità ciclistica e il MaaS (Mobility as a Service). Nonostante i fondi, alcuni comuni – soprattutto quelli di piccole e medie dimensioni – si trovano ancora a fare i conti con la carenza di disponibilità economiche (64% dei rispondenti). Si riscontra invece qualche segnale positivo per quanto riguarda la mancanza di competenze (62%, -7% rispetto 2021).

Accelera lo sviluppo delle Smart Road

Il 2022 si è rilevato un anno molto importante anche per lo sviluppo delle Smart Road a livello nazionale e internazionale: 190 i progetti identificati a livello mondiale a partire dal 2015, di cui ben 63 nel 2022 (+43% sul 2021). I principali obiettivi delle iniziative avviate riguardano la sicurezza stradale, il maggior comfort per chi guida, l’ottimizzazione dei flussi di traffico, la riduzione dell’inquinamento e la possibilità di ottimizzare la manutenzione dell’infrastruttura stradale. In Italia sono 15 le iniziative attivate nel solo biennio 2021-2022, dalla A35 BreBeMi alla A4 Torino-Milano fino alla A2 Salerno-Reggio Calabria, a riprova dell’impegno e dell’interesse del Paese su questo fronte.
“L’evoluzione delle tecnologie V2X permetterà ai veicoli di condividere in tempo reale grandi volumi di dati prodotti dai sistemi di bordo”, afferma Monica Nicoli, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Connected Car & Mobility, “aumentando la capacità di coordinamento delle manovre in scenari complessi di mobilità e rendendo la comunicazione efficiente, robusta, versatile e sicura. La comunità scientifica e industriale sta lavorando alla ricerca e sviluppo di sistemi più avanzati per supportare anche funzioni di guida autonoma, basati sul V2X di nuova generazione, come il platooning denso, la percezione cooperativa (con condivisione di dati ad alta risoluzione dai sensori di bordo), la guida da remoto e il controllo cooperativo delle manovre”.

Il punto di vista del consumatore

Cresce la percentuale di consumatori italiani che possiede un’auto con almeno una funzionalità smart (43% nel 2022, +40% rispetto al 2021). Le attuali soluzioni sono però ritenute ancora complesse da configurare e gestire (20%, +3% vs 2021), e continuano a risultare troppo invasive agli occhi del consumatore (16%, +1%). A fronte di tante innovazioni che di anno in anno trovano sempre più spazio nel mercato, ad oggi – secondo un’indagine Cawi condotta in collaborazione con Bva Doxa – la maggior parte dei cittadini italiani intervistati (71%) non è soddisfatto di come il proprio comune affronta i problemi legati alla mobilità urbana (ad esempio traffico, carenza di parcheggi e piste ciclabili) e solo il 37% ha effettivamente utilizzato almeno una volta i servizi di mobilità offerti. Tra questi, ben il 78% ne è rimasto pienamente o parzialmente soddisfatto, a dimostrazione di come l’effettiva realizzazione del progetto non termini con l’erogazione del servizio, ma richieda una corretta attività di comunicazione del valore generato e dei benefici ottenibili.
Guardando al futuro, la propensione del consumatore a fruire di nuovi servizi di Smart Mobility è piuttosto elevata, con il 72% che si dichiara interessato a tali iniziative.

A fine 2022 circa un italiano su due si dice propenso a utilizzare un’auto a guida autonoma. Lo è principalmente per motivi legati al comfort (“posso fare altre attività durante il tragitto”, 45%), perché si sente più sicuro (31%), perché l’auto sarebbe in grado di trovare parcheggio autonomamente (30%) e perché si avrebbe una riduzione del costo dell’assicurazione (24%). Chi invece non è propenso a guidarla lo è per la sensazione di non avere il controllo della vettura (37%), il piacere di guidare in prima persona la propria auto (34%), la sensazione di non sentirsi sicuri (33%).

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