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Costa (Fieg): “Bene Almunia su Google, impegni sul searching vanno respinti”

Il presidente degli editori italiani plaude all’azione del commissario Ue alla concorrenza che ha sollecitato un ulteriore confronto con BigG: “La ricerca online non discriminatoria è essenziale per lo sviluppo dei media e assicurare la libera informazione”

Pubblicato il 10 Set 2014

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La Fieg apprezza l’impegno della Commissione europea per far rispettare la concorrenza sul mercato del searching, mostrando l’intenzione di rigettare la proposta di Impegni di Google, nell’ambito dell’indagine antitrust Ue in corso.

“Almunia ha confermato che “gli impegni di Google appaiono insufficienti a ripristinare la concorrenza nel mercato digitale” e che “le preoccupazioni degli editori appaiono giustificate” – sottolinea il presidente della Fieg, Maurizio Costa – Gli editori avevano sottolineato come “continuare a consentire ad un soggetto di abusare della propria posizione dominante nella ricerca e nella visualizzazione dei siti web favorendo i propri prodotti e servizi, significasse danneggiare non solo i siti dei giornali, ma anche i consumatori e la generalità delle imprese, pregiudicando la stessa crescita dei mercati”.

Per il presidente della Fieg, “una ricerca non discriminatoria realizzata con criteri imparziali nei confronti di tutti i siti web è prerequisito essenziale per lo sviluppo dei media e delle tecnologie a livello europeo”. “L’intenzione manifestata dalla Commissione Ue di sollecitare un ulteriore confronto con Google alla ricerca di soluzioni più idonee a garantire lo sviluppo concorrenziale dell’attività di produzione e fruizione di contenuti editoriali online – ha concluso – va anche nella direzione della riaffermazione del principio, saldamente e in ogni occasione ribadito dalla Fieg, che l’utilizzo equo e corretto dei contenuti soggetti a proprietà intellettuale è fondamentale, anche e soprattutto per assicurare a tutti i cittadini una informazione libera e di qualità”.

Bruxelles ancora non sarebbe convinta delle soluzioni presentate da BigG per garantire pari opportunità ai concorrenti sul mercato del searching. “Siamo ora in contatto con Google per vedere se sono pronti a offrire soluzioni”, ma “non possiamo anticipare quanto tempo prenderanno queste discussioni”, ha detto ieri il il portavoce del commissario Ue alla concorrenza Joaquin Almunia, sottolineando che “ovviamente dipende se Google è pronta ad affrontare le questioni che abbiamo identificato”. Nelle osservazioni dei concorrenti ai rimedi proposti dal gigante di Internet sulla questione dei motori di ricerca ci sono infatti elementi che “devono essere presi in considerazione”.

Ad aprire alla possibilità di riaprire le indagini sulla vicenda era stato il commissario europeo alla Concorrenza Joaquin Almunia, che parlando a Bloomberg Tv aveva spiegato di volere “cercare di ottenere termini più vantaggiosi”, ovvero più concessioni da parte di Google. “Sono stati introdotti nuovi argomenti, nuovi dati, nuove considerazioni. Dobbiamo ora analizzarli e vedere se si può trovare una soluzione e se Google può allontanare preoccupazioni che troviamo giustificate”, aveva detto. Dal canto suo il colosso di Mountain View ha ribadito la volontà di “continuare a lavorare con la Commissione europea per risolvere le preoccupazioni che sono emerse”.

Nella terza e ultima proposta dello scorso febbraio, Google ha promesso di visualizzare, con pari rilevanza, i prodotti/servizi offerti da Google e quelli da portali concorrenti. La soluzione, che si applicherebbe soltanto per le ricerche europee, sembra a prima vista soddisfacente.

Ma come si sceglieranno tre i portali non-Google? Tramite un’asta. Ma proprio questo meccanismo che non ha convinto Almunia secondo cui porterebbe ulteriori risorse economiche al soggetto dominante.

I competitor di Google tra luglio e agosto sono stati chiamati a presentare le loro valutazioni sulle ultime proposte e hanno illustrato i rischi cui si andrebbe incontro se fossero accolte, sostenendo che le misure di Mountain View non sono tali da evitare che l’azienda continui a esercitare il proprio monopolio.

Dubbi anche da parte degli editori europei che hanno chiesto alla Commissione europea di rigettare la terza proposta. Gli Impegni assunti dal motore di ricerca non porrebbero fine al trattamento preferenziale effettuato verso i propri servizi, abusando della propria posizione dominante nell’ambito della ricerca in Internet ma, al contrario, lo approverebbero formalmente. Pertanto – sostengono gli editori – la proposta di Impegni presentata è del tutto insufficiente per ripristinare la concorrenza, l’innovazione e la capacità di scelta dei consumatori all’interno del Mercato Digitale.

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