L'INCHIESTA

Datagate, Nyt: “L’Europa spia via Facebook più degli Usa”

Il quotidiano americano “ribalta” i ruoli e denuncia: “I numeri europei ufficiali sono sottostimati”. Oltre la metà delle richieste di informazioni sugli account sarebbero arrivate dai Governi degli Stati membri Ue

Pubblicato il 13 Nov 2013

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Il Datagate è stato nelle scorse settimane uno degli argomenti di discussione principali al di qua e al di là dell’oceano, fino a creare fibrillazioni diplomatiche nei rapporti tra i principali Paesi europei e gli Stati uniti. E da questo dibattito gli Usa hanno guadagnato la fama di Paese “invadente”, sorpreso a “spiare” i suoi stessi alleati ai massimi livelli istituzionali. Una nomea che a Washington non è stata comprensibilmente accolta con piacere, e che ora in America si sta tentando di “equilibrare”, chiamando in causa il ruolo che molti governi Ue avrebbero avuto, ad esempio, nella richiesta di informazioni sugli account dei social network che hanno base negli Usa.

Così uno dei più autorevoli quotidiani statunitensi, il New York Times, pubblicava stamattina come notizia d’apertura della sezione tecnologia del sito Internet una notizia utile proprio ad approfondire il ruolo degli europei in questa vicenda, titolando “In Europa migliaia di richieste sui dati di Facebook”.

“Le notizie sulla portata dell’attività di spionaggio online degli Stati Uniti sono diventate un argomento di discussione in tutto il mondo – scrive il New York Times – ma lentamente sta emergendo anche quanto fatto dagli europei”.

A dimostrazione di questa tesi il quotidiano cita l’audizione di Richard Allan, direttore della public policy di Facebook per Europa, Medio oriente e Africa, che si è svolta lunedì a Bruxelles presso la Commissione per le libertà civili dell’Europarlamento, in cui Allan ha dato conto delle richieste che arrivano al social network dagli Stati membri dell’Unione.

“Nei primi sei mesi del 2013 Facebook ha ricevuto 8.500 richieste da paesi Ue, riguardanti 10mila account”, aveva detto Allan. E il Nyt le ha confrontate con le 12 mila richieste su 21mila account provenienti dagli Usa, lasciando intendere che i numeri europei siano in realtà sottostimati a causa dei “trattati per la mutua assistenza legale” tra Europa e Usa.

Secondo Linda Griffin, portavoce di Facebook da Londra, “le richieste avanzate avvalendosi di questi accordi risultano a carico degli Stati Uniti – si legge sul New York Times – e così Facebook non è in grado di dire con esattezza quante siano provenienti dal vecchio continente”.

Nel dettaglio, secondo quanto riportato dal quotidiano online newyorchese, i Paesi dell’Unione europea che hanno maggiormente rivolto richieste Facebook sono il Regno Unito (1.975), la Germania (1.886), l’Italia (1.705) e la Francia (1.547).

“In ogni caso – aveva conlcuso durante l’audizione Allan – soltanto una piccola parte dell’1% degli account degli utenti Facebook (un miliardo e 200 milioni in tutto) sono stati oggetto di un qualche tipo di richiesta da parte dei governi nell’anno passato”.

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