INTERCETTAZIONI

Datagate, vertice Germania-Francia

Caos internazionale dopo le rivelazioni sulle intercettazioni della cancelliera Merkel che convoca l’ambasciatore Usa. Il Copasir rassicura: “Nessuna intercettazione massiva sull’Italia”, ma Greenwald insiste: “Italia sotto tiro”

Pubblicato il 24 Ott 2013

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La cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande avranno un incontro bilaterale a Bruxelles sugli sviluppi dello scandalo Datagate. Lo riporta l’agenzia France Press citando fonti francesi, a poche ore dall’annuncio che il governo tedesco ha convocato l’ambasciatore degli Stati Uniti a Berlino per la vicenda delle intercettazioni al cellulare privato della Cancelliera da parte della Nsa (National Security Agency) degli Usa.

La notizia è emersa ieri quando il capo portavoce della Merkel, sottosegretario Steffen Seibert, ha affermato che la Nsa ha messo sotto controllo il cellulare della leader politica, ascoltando e registrando sistematicamente ogni sua conversazione.

“Esigiamo spiegazioni immediate, è inaccettabile un comportamento simile tra i nostri due paesi, amici, partner e alleati dal dopoguerra” ha dichiarato Seibert parlando esplicitamente a nome di Angela Merkel.

La Cancelliera ha poi telefonato al presidente Usa Barack Obama chiedendo spiegazioni immediate. Il capo di Stato americano, dicono i suoi portavoce, ha tentato di rassicurarla. “Il presidente ha detto alla signora Merkel che gli Stati Uniti non sorvegliano e non sorveglieranno mai il suo telefono” ha sostenuto il portavoce Jay Carney. La Casa Bianca ha ammesso però di “aver avviato loro verifiche sui metodi di raccolta dati ad opera dell’intelligence”, a fronte delle preoccupazioni espresse dal governo tedesco, che si sono sommate a quelle già mosse dalla Francia e dall’Italia.

Il 21 ottobre i vertici politici francesi si sono infuriati con gli Usa dopo aver appreso che, dal 10 dicembre 2012 all’8 gennaio 2013, la Nsa aveva effettuato 70,3 milioni di registrazioni di dati telefonici (telefonate e sms) dei francesi. Il presidente francese François Hollande, parlando con il suo omologo statunitense Barack Obama, l’ha definita “una pratica inaccettabile tra amici e alleati”.

Il giorno seguente è scoppiato il “caso Italia”: Claudio Fava, deputato di Sel e membro del Comitato parlamentare di controllo sui servizi (Copasir), ha riferito il contenuto di una serie di incontri che dal 29 settembre al 4 ottobre scorsi una delegazione del Copasir ha avuto a Washington con i direttori delle agenzie di intelligence americane e con i componenti delle commissioni di controllo sui servizi di Congresso e Senato Usa, sostenendo di aver avuto conferma che “telefonate, sms, e-mail tra Italia e Stati Uniti, in entrata e in uscita, sono oggetto di un programma di sorveglianza elettronica del governo Usa”.

Poco dopo il Garante per la privacy Antonello Soro ha chiesto al governo di verificare le attività di spionaggio Usa sui cittadini italiani e di sostenere il progetto europeo di tutela dei dati. In seguito il presidente del Consiglio, Enrico Letta, e il segretario di Stato americano John Kerry, presente il ministro degli Esteri Emma Bonino, si sono incontrati e lo statunitense ha assicurato un atteggiamento collaborativo da parte degli Stati Uniti di fronte alla richiesta italiana di verificare la questione delle intercettazioni.

Oggi il Copasir, Comitato di vigilanza sui Servizi segreti ha rassicurato: “Nessuna intercettazione massiva in Italia”.

“Abbiamo avuto risposte dal governo italiano, che a sua volta si è mosso presso l’amministrazione Usa: intercettazioni massive su cittadini italiani nel territorio nazionale non sono state fatte” ha affermato il presidente del Copasir Giacomo Stucchi. “L’Nsa – ha spiegato il parlamentare della Lega – ci ha spiegato che i loro filtri impediscono che ci sia una raccolta massiva su comunicazioni nel nostro Paese riguardanti cittadini italiani che parlano tra di loro. Siamo stati anche a Washington e i vertici dell’Nsa lo hanno escluso. Ora il governo italiano ci ha confermato che tutto ciò è stato ribadito dagli organi competenti americani. E la conferma è arrivata anche dai servizi italiani. L’unica cosa su cui non c’è ancora chiarezza sono i metadati generati da comunicazioni da e per gli Usa in partenza o in arrivo dall’Italia. Ma solo metadati” ha concluso Stucchi.

Ma al settimanale L’Espresso Gleen Greenwald, il giornalista americano che custodisce i file di Edward Snowden, ha confermato che il governo italiano è tra quelli nel mirino dell’Nsa, l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza americana. La dichiarazione, rilasciata prima che esplodesse lo scandalo delle intercettazioni al cellulare di Angela Merkel, è contenuta in un articolo dell’Espresso di cui il settimanale ha diffuso un’anticipazione.

L’Italia non sarebbe stata soltanto nel mirino del sistema Prism della national Security Agency (Nsa) creato dagli 007statunitensi: con un programma parallelo e convergente chiamato Tempora, scrive il settimanale, anche l’intelligence britannica ha spiato i cavi a fibre ottiche che trasportano telefonate, mail e traffico Internet del nostro Paese. Le informazioni rilevanti raccolte dal Gchq, ossia il Government Communications Head Quarter, venivano poi scambiate con l’Nsa americana. Ma dai file di Snowden, prosegue ancora il settimanale, risulta che la scrematura di questi dati segue criteri spregiudicati, che non riguardano solo la lotta al terrorismo. Gli 007 britannici selezionavano telefonate e mail utili a individuare “le intenzioni politiche dei governi stranieri”.

Gleen Greenwald ha poi spiegato chel’attività di ‘spionaggio globale’ viene svolta attraverso l’intercettazione di tutti i dati ”trasferiti da tre cavi in fibre ottiche sottomarini che hanno terminali in Italia”. Il primo e’ il SeaMeWe3, con ‘terminale’ a Mazara del Vallo. Il secondo e’ il SeaMeWe4, con uno snodo a Palermo. Citta’ da cui transita anche il flusso di dati del Fea (Flag Europe Asia). E i primi due appartengono a consorzi di imprese di cui fa parte anche Telecom Sparkle, societa’ del gruppo italiano Telecom. “In questa raccolta di massa -conclude l’anticipazione dell’Espresso- anche i nostri servizi segreti hanno avuto un ruolo. I documenti di Snowden affermano che i nostri apparati di sicurezza avevano un ‘accordo di terzo livello’ con l’ente britannico che si occupava solo di spiare le comunicazioni”.

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