Meta è costretta a rivedere al rialzo la spesa per la realizzazione di data center in grado di supportare le applicazioni AI. Si tratta di un incremento che potrebbe aggirarsi intorno ai 10 miliardi di dollari, da addebitare sostanzialmente alle politiche commerciali imposte da Donald Trump. Nell’ultima trimestrale il colosso dei social network, che ha registrato forti margini, ha dichiarato che l’aumento della spesa in conto capitale per il 2025 per questo tipo di infrastrutture ammonterà tra i 64 e i 72 miliardi di dollari, rispetto ai 60-65 miliardi previsti in precedenza. E questo nel quadro di una strategia di riduzione delle spese totali per l’intero anno 2025, che secondo le previsioni si aggireranno tra i 113 e i 118 miliardi di dollari, in calo rispetto alla precedente previsione di 114-119 miliardi di dollari.
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Le ragioni dell’incremento
L’incremento è in parte dovuto ad “alcuni aggiustamenti alla nostra strategia di costruzione che ci permetteranno di aumentare la capacità più rapidamente, sia nel 2025 che nel 2026”, ha dichiarato il direttore finanziario Susan Li in una conferenza stampa. Ma “i costi più elevati che prevediamo di sostenere quest’anno per l’hardware delle infrastrutture derivano in realtà da fornitori che si riforniscono da Paesi di tutto il mondo, e c’è molta incertezza al riguardo, viste le discussioni in corso sul commercio”, ha proseguito Li. “E questo si riflette sia nel range più ampio che stiamo dando, sia nel fatto che stiamo lavorando per mitigare i costi ottimizzando la nostra catena di fornitura. Le previsioni attuali cercano di riflettere la nostra migliore comprensione dell’impatto potenziale di quest’anno in tutta questa incertezza”.
Anche la società di Mark Zuckerberg, che pure ha sostenuto il nuovo inquilino della Casa Bianca, deve dunque scontare gli effetti della politica dei dazi avviata da Donald Trump. La guerra commerciale degli Stati Uniti contro il resto del mondo e soprattutto con la Cina ha provocato un’improvvisa impennata dei costi dei beni importati. Allo stesso modo, le tariffe di ritorsione hanno avuto un impatto sulla costruzione di data center in altre nazioni. I dazi, come sanno tutti, sono pagati dall’importatore, non dall’esportatore. E questo, a dispetto dei obiettivi di lungo termine dichiarati dall’amministrazione Trump, rischia di rallentare la crescita delle imprese che prosperano soprattutto grazie ai forti investimenti in innovazione.
L’andamento del primo trimestre 2025
Basti pensare che, solo nei primi tre mesi del 2025, Meta ha speso 13,7 miliardi di dollari, principalmente in server, data center e infrastrutture di rete. Le entrate dell’azienda, principalmente dalla pubblicità, hanno continuato a crescere, con un aumento del 16% rispetto all’anno scorso, nonostante le preoccupazioni economiche legate ai dazi. Il gruppo ha così messo a segno un fatturato pari a 42,3 miliardi di dollari, con una crescita del 16% rispetto allo stesso periodo del 2024.
“Abbiamo avuto un forte inizio di un anno importante, la nostra comunità continua a crescere e il nostro business sta performando molto bene”, ha dichiarato Mark Zuckerberg. “Stiamo facendo buoni progressi con gli occhiali AI e con Meta AI, che ora ha quasi un miliardo di utenti mensili”.
Meta prevede che il fatturato totale del secondo trimestre 2025 sarà compreso tra 42,5 e 45,5 miliardi di dollari. L’amministratore delegato ha sottolineato come l’intelligenza artificiale abbia contribuito a migliorare la pubblicità, aumentando i ricavi. Le azioni della società sono balzate del 4,5% alla notizia.
Le sfide di Meta per i prossimi mesi
Ma sul business di Meta non pende solo la spada di Damocle dei dazi. L’azienda è infatti nel bel mezzo di una causa con la Federal Trade Commission degli Stati Uniti per stabilire se Instagram e WhatsApp debbano essere scorporati, e deve anche affrontare alcuni problemi di compliance emersi nel Vecchio continente. “La Commissione europea ha recentemente annunciato la sua decisione che il nostro modello di abbonamento senza pubblicità non è conforme al Digital Markets Act”, si legge nella nota a commento della trimestrale. “Sulla base del feedback ricevuto dalla Commissione Europea in relazione al Dma, prevediamo di dover apportare alcune modifiche al nostro modello, che potrebbero comportare un peggioramento sostanziale dell’esperienza d’uso per gli utenti europei e un impatto significativo sulla nostra attività e sui nostri ricavi in Europa già a partire dal terzo trimestre del 2025. Ricorreremo in appello contro la decisione della Commissione in materia di Dma, ma le modifiche al nostro modello potrebbero essere imposte prima o durante il processo di appello”.