CASSAZIONE

E’ reato aprire un account di posta a nome altrui

Sentenza della Cassazione: multa di 1.140 euro per sostituzione di persona ai danni di un 42enne romano che usava le generalità di una donna per partecipare ad un sito di aste online, facendo ricadere le morosità sull’ignara vittima

Pubblicato il 03 Apr 2012

P.A.

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Integra il reato di sostituzione di persona la condotta di chi crea e utilizza un account di posta elettronica attribuendosi falsamente le generalità di un’altra persona. Lo sottolinea la Cassazione, esaminando il caso di Andrea A, 42enne della Capitale, condannato dalla Corte d’appello di Roma perché "in concorso con altro soggetto e senza il consenso dell’interessata, al fin di trarne profitto o di procurare a quest’ultima un danno" aveva utilizzato i dati anagrafici di una donna "aprendo a suo nome un account e una casella di posta elettronica e facendo così ricadere sull’inconsapevole intestataria le morosità dei pagamenti di beni acquistati mediante la partecipazione ad aste in rete".

La terza sezione penale della Suprema Corte, con la sentenza n.12479 depositata oggi, ha rilevato che "la partecipazione ad aste online con l’uso di pseudonimo presuppone necessariamente che a tale pseudonimo corrisponda una reale identità, accertabile online da parte di tutti i soggetti con i quali vengono concluse compravendite. E ciò evidentemente, al fine di consentire la tutela delle controparti contrattuali nei confronti di eventuali inadempimenti". Chi, aprendo e utilizzando l’account a nome di un altro, induce "in errore gli utenti della rete internet – osservano i giudici di piazza Cavour – nei confronti dei quali le false generalità siano declinate e con il fine di arrecare danno al soggetto le cui generalità siano state abusivamente spese". La Cassazione, dunque, confermando la condanna, ha rideterminato però la pena a carico dell’imputato, convertendola in una pena pecuniaria di 1.140 euro.

Inutile quindi il ricorso di Andrea A. volto a dimostrare di avere utilizzato i dati anagrafici della vittima solo per iscriversi al sito di aste onine, partecipando poi alle stesse con un nome di fantasia.

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