Nel cuore della rivoluzione digitale innescata dall’Intelligenza Artificiale generativa, un cambiamento altrettanto profondo sta riguardando le fondamenta fisiche dell’infrastruttura digitale globale: l’energia. La crescente domanda di potenza computazionale sta trasformando il modello energetico dei data center, al punto che giganti come Google e Amazon stanno puntando con decisione sull’energia nucleare come fonte primaria per alimentare le proprie reti globali di elaborazione.
È un ritorno inatteso ma strategicamente ponderato, in un momento in cui la sostenibilità ambientale, la sicurezza dell’approvvigionamento e la continuità operativa diventano asset imprescindibili. In questo scenario, il nucleare — da decenni al centro di dibattiti politici e ambientali — si riposiziona al centro del discorso industriale come fonte a zero emissioni, stabile e scalabile.
La notizia che Google abbia assunto Patrick Taylor, ex dirigente Microsoft esperto in tecnologie nucleari, per guidare il proprio Advanced Energy Technology Team, è solo l’ultimo tassello di un mosaico in evoluzione. Taylor, secondo quanto riportato da Data Center Dynamics, guiderà la strategia nucleare del colosso di Mountain View per rispondere alla crescente richiesta energetica dei data center destinati all’AI.
Parallelamente, Amazon Web Services (Aws) ha confermato l’impegno da oltre 500 milioni di dollari in infrastrutture energetiche nucleari, incluse partnership per la costruzione di reattori modulari di nuova generazione (Smr). In una recente intervista, il ceo di Aws, Matt Garman, ha dichiarato che “l’adozione diffusa del nucleare è fondamentale per rispondere alla fame energetica dell’AI”, sottolineando come l’energia continua e priva di emissioni offerta dal nucleare rappresenti oggi “una grande soluzione” per sostenere la trasformazione digitale.
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I data center nella morsa del consumo energetico
I numeri parlano chiaro: secondo la IEA (International Energy Agency), il consumo energetico globale dei data center potrebbe raddoppiare entro il 2030, arrivando a rappresentare il 4% della domanda mondiale di elettricità. Una crescita legata soprattutto alla diffusione di tecnologie AI, machine learning e servizi cloud.
L’AI, in particolare, è estremamente energivora. Ogni singola query AI può consumare decine di volte l’energia richiesta da una ricerca tradizionale. L’addestramento di modelli linguistici come Gpt, per esempio, richiede centinaia di megawattora. È qui che il paradigma energetico dei data center entra in crisi: le fonti rinnovabili, pur essenziali, sono soggette a intermittenze e difficoltà di accumulo. Il gas naturale, invece, non risponde ai criteri Esg sempre più stringenti per le imprese tech.
In questo vuoto strategico si inserisce il nucleare di nuova generazione, con i suoi impianti di taglia ridotta, sicuri, installabili in prossimità dei siti industriali e capaci di operare 24/7. I Small Modular Reactors (SMR) stanno rapidamente diventando il modello di riferimento per i player digitali. Secondo il Dipartimento dell’Energia USA, gli SMR permettono di superare molte delle barriere storiche dell’energia atomica, tra cui dimensioni, tempi di costruzione e costi di gestione.
Energia nucleare: una scelta anche geopolitica
La scelta del nucleare da parte dei giganti del web non è solo un fatto tecnico, ma anche geopolitico. Gli Stati Uniti e l’Europa stanno incentivando la costruzione di nuovi impianti nucleari per ridurre la dipendenza energetica e accelerare la transizione ecologica.
Negli ultimi mesi, progetti pionieristici sono stati annunciati non solo da Google e Amazon, ma anche da Microsoft, che già nel 2023 aveva stretto accordi per utilizzare energia da reattori nucleari per i propri data center in Virginia. Iniziative simili stanno prendendo forma anche in Europa, con la Francia che ha rilanciato un piano nazionale per la costruzione di sei nuovi reattori entro il 2035, destinati in parte anche a sostenere i servizi digitali del Paese.
Sul fronte tecnologico, i data center stanno evolvendo verso modelli di autosufficienza energetica. L’integrazione tra infrastruttura IT e produzione elettrica locale diventa una priorità, e in questo contesto il nucleare offre vantaggi notevoli: non richiede grandi superfici, non è soggetto a variazioni meteorologiche e garantisce un livello di affidabilità superiore rispetto ad altre fonti.
Sostenibilità e Esg, ma l’energia nucleare resta divisiva
Ma il nucleare resta un tema divisivo. L’adozione su larga scala richiederà un nuovo consenso sociale, alimentato da trasparenza, innovazione e standard di sicurezza elevatissimi. In questo, le big tech possono giocare un ruolo chiave: se Google, Amazon e Microsoft riusciranno a dimostrare che l’energia atomica può essere compatibile con i principi Esg, potrebbero innescare un effetto domino su scala globale.
Come sottolinea un’analisi di CorCom pubblicata ad aprile 2024, “l’utilizzo dell’energia nucleare nei data center è destinato a cambiare l’equilibrio del settore, trasformando la gestione dell’infrastruttura in un tema strategico di politica industriale”. I fornitori di servizi cloud, insomma, non sono più solo protagonisti dell’economia digitale, ma veri e propri attori della transizione energetica.
In questo contesto, anche il modello di business evolverà. La co-progettazione tra sviluppatori AI, operatori di data center e utility energetiche porterà alla nascita di hub energetico-digitali integrati, dove l’elaborazione dei dati e la produzione elettrica convivranno nello stesso perimetro infrastrutturale.
Un nuovo paradigma energetico per il digitale
La corsa al nucleare di Google e Amazon non è una moda passeggera né una provocazione, ma una risposta pragmatica a un’urgenza sistemica: l’intelligenza artificiale ha bisogno di energia continua, pulita e affidabile. E oggi, quella promessa viene dal nucleare di nuova generazione.
Il cloud del futuro sarà alimentato da atomi e algoritmi, in una convergenza tra energia e dati che riscrive le priorità dell’innovazione. Mentre la politica discute, i colossi tecnologici costruiscono. E con loro, anche il futuro energetico del mondo digitale.