L'ANNUNCIO

Facebook “tradito” da Twitter: “Non apriremo in Russia”

Misunderstanding sugli annunci in occasione della visita di ieri nel Paese: in un tweet il ministro delle Comunicazioni russo Nikiforov annunciava l’apertura, da parte del social network, di un centro R&D. Ma si era sbagliato. E in un altro tweet corre ai ripari

Pubblicato il 02 Ott 2012

Luciana Maci

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Facebook “non ha intenzione di aprire in Russia”. Lo hanno riferito fonti interne alla società di Palo Alto all’indomani dell’incontro tra il suo fondatore Mark Zuckerberg e il primo ministro russo Dmitry Medvedev a Mosca.

La notizia dell’apertura di un centro di ricerca e sviluppo del gigante social in Russia era stata data ieri per prima dall’Associated Press (Ap) e si era presto diffusa sui media internazionali.

L’Ap aveva rilanciato un tweet del giovane ministro delle comunicazioni russo, Nikolai Nikiforov, postato in concomitanza del colloquio tra l’imprenditore americano e il politico russo. In un inglese non molto fluente il responsabile del dicastero aveva scritto: “Medvedev ha concordato con Zuckerberg, è molto profittevole (it is more profitable) aprire un centro Facebook di ricerca e sviluppo in Russia”.

Poco dopo, però, in risposta a un utente che aveva “ri-twittato” la sua dichiarazione, Nikiforov ha postato un altro tweet con le seguenti parole: “Citazione sbagliata, non distorcete i fatti”.

Secondo alcuni, all’origine del fraintendimento potrebbe esserci un errore di traduzione del primo tweet pubblicato dal ministro, ma i dettagli della vicenda non sono ancora chiari. Molti media sono dunque usciti con la notizia dell’apertura del centro R & D e solo alcuni hanno successivamente pubblicato l’articolo rivisto o una rettifica.

La visita di Zuckerberg era concentrata soprattutto sul reclutamento dei migliori “cervelli” locali. “Ci sono eccellenti sviluppatori e fantastici programmatori per social networks in Russia” ha detto il ragazzo prodigio della comunicazione social. A sua volta il premier ha affrontato le questioni del diritto d’autore. “Abbiamo bisogno di un equilibrio fra nuove e vecchie forme di copyright – ha affermato – che funzioni in modo specifico per Internet, in modo che i contenuti protetti possano essere usati abbastanza liberamente”.

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