IL CASO

Fine roaming, Europa in standby

La Francia guida l’opposizione per ritardare al 2018 la data. Contro la proposta della presidenza lettone che punta al raggiungimento dell’obiettivo per metà 2017. Tutto rimandato al Consiglio Tlc in programma il 12 giugno

Pubblicato il 03 Giu 2015

A.S.

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Su fine del roaming e tutela della net neutrality i 28 stati membri dell’Unione europea non riescono a trovare una soluzione di compromesso. Una nuova battuta d’arresto si è registrata nelle scorse ore con i negoziati tra Consiglio, Parlamento e Commissione che si sono chiusi senza che ne sia scaturita una posizione convergente.

A complicare la situazione il fatto che venerdì una minoranza di blocco di Stati, guidati dalla Francia, ha indebolito il mandato negoziale della presidenza lettone facendo marcia indietro rispetto alla proposta di compromesso che aveva proposto. Nello specifico, gli stati membri hanno di nuovo chiesto il rinvio della fine del roaming a metà giugno 2018, quando i lettoni avevano proposto metà 2017 come data di compromesso rispetto al 2016 sostenuto dalll’Europarlamento. I 28 hanno chiesto anche il taglio del traffico dati disponibile al prezzo nazionale a 100 megabyte l’anno, contro i 150 proposti dal compromesso della presidenza lettone.

“Il Parlamento ha una posizione molto rigida sull’abolizione del roaming e la presidenza lettone, dopo l’ultima riunione degli ambasciatori di venerdi’, si presenta alle discussioni con un mandato negoziale che non è forte”, spiegavano nelle scorse ore alcune fonti Ue. La Commissione Ue, dal canto suo, spinge per un accordo sulla base del compromesso lettone per evitare di allungare ancora ulteriormente i tempi per mettere fine al roaming, ma ritiene non accettabile il nuovo passo indietro dei 28.

Intanto non è ancora un’opzione politica concreta la possibilità che Bruxelles ha di ritirare la proposta dal tavolo per presentarne una nuova in seno al pacchetto sul mercato unico digitale. La decisione finale verrà presa con ogni probabilità dopo il prossimo Consiglio Ue tlc in programma il 12 giugno a Lussemburgo. “Stiamo cominciando a pensare a un piano B o anche a un piano C”, fanno sapere fonti della presidenza, che molto probabilmente si troverà a dover passare la “patata bollente” del pacchetto tlc alla successiva presidenza lussemburghese dopo averla ereditata da quella italiana.

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