IL CDM

Golden power, il governo rincara la dose e “blinda” Tim

Il Consiglio dei ministri ha deciso di esercitare i poteri speciali e ha disposto provvedimenti ad hoc per tutelare reti e impianti strategici. L’azienda: “Misure in linea con nostra strategia. Dialogo franco e costruttivo con Governo e Autorità”. Si va verso lo scorporo?

Pubblicato il 02 Nov 2017

Mila Fiordalisi

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Adozione di adeguati piani di sviluppo, investimento e manutenzione sulle reti e sugli impianti. Realizzazione di adeguate misure di natura tecnica ed organizzativa di gestione dei rischi. Obbligo di comunicazione preventiva di qualsiasi variazione e riorganizzazione degli assetti societari di Tim e delle società direttamente o indirettamente controllate nonché di qualsiasi piano di cessione o alienazione di attivi strategici o delibere del Consiglio di Amministrazione rilevanti. Queste in sintesi le misure che Tim dovrà mettere in atto a seguito della decisione, da parte del Consiglio dei ministri, di esercitare i poteri speciali, alias il golden power a tutela della rete e delle infrastrutture critiche in capo alla società sotto il controllo dei francesi di Vivendi.

Il governo dunque non molla e, anzi, rincara la dose – peraltro in anticipo sui tempi previsti – a seguito delle disposizioni già messe nero su bianco nel decreto di ottobre relativo alla governance di Tim, Telsy e Sparkle.

“Il Consiglio dei ministri ha deliberato di esercitare i poteri speciali in relazione alla notifica di Tim S.p.a. della delibera dell’Assemblea degli azionisti ordinari del 4 maggio 2017 e del Consiglio di amministrazione del 27 luglio 2017”, si legge nella nota emessa a seguito del Cdm. “All’esito dell’attività istruttoria, si è ritenuto che i cambiamenti intervenuti nella governance di Tim s.p.a., che hanno determinato il controllo e la disponibilità in capo a Vivendi S.A., anche alla luce dell’entità della partecipazione detenuta, degli attivi strategici di Tim, potrebbero, in ragione della differente mission industriale di quest’ultima, determinare mutamenti nelle scelte organizzative e strategiche di Tim, rilevanti per il funzionamento, la sicurezza e l’integrità delle reti, con conseguente minaccia di grave pregiudizio degli interessi pubblici di cui all’articolo 2, comma 3, del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21”.

Quanto notificato dall’azienda – segnala il governo – è riconducibile dunque “ad attività di rilevanza strategica per il settore delle comunicazioni”. E si rileva “una minaccia di grave pregiudizio per gli interessi pubblici relativi alla sicurezza e al funzionamento delle reti e degli impianti e alla continuità degli approvvigionamenti”.

Nel rispetto dei principi di proporzionalità e ragionevolezza – indica l’esecutivo – è stato dunque disposto l’esercizio dei poteri speciali mediante l’imposizione di specifiche prescrizioni e condizioni.

In particolare – recita il testo “sono previste prescrizioni e condizioni destinate all’adozione di adeguati piani di sviluppo, investimento e manutenzione sulle reti e sugli impianti, necessari ad assicurarne il funzionamento e l’integrità, a garantire la continuità della fornitura del servizio universale e a soddisfare i bisogni e le necessità di interesse generale nel medio e lungo termine, nonché a realizzare adeguate misure di natura tecnica ed organizzativa di gestione dei rischi, volte a garantire l’integrità e la sicurezza delle reti, nonché la continuità e la fornitura dei servizi”. Fatti salvi gli obblighi di notifica previsti dalla legge, “Tim S.p.a. è tenuta a comunicare preventivamente qualsiasi variazione e riorganizzazione degli assetti societari di Tim S.p.a. e delle società dalla stessa, direttamente o indirettamente, controllate, nonché qualsiasi piano di cessione o alienazione di attivi strategici o delibere del Consiglio di Amministrazione, rilevanti per l’eventuale impatto sulla sicurezza, la disponibilità e il funzionamento delle reti e degli impianti, nonché sulla continuità del servizio universale”.

Immediata la risposta dell’azienda. Nel comunicare la notifica del provvedimento Tim “prende atto che si tratta di misure relative ai piani di sviluppo, investimento e manutenzione sulle proprie reti e impianti al fine di preservarne funzionalità e integrità, nonché all’obbligo di notificare ogni azione societaria che possa avere un impatto sulla loro sicurezza, disponibilità e funzionamento”, si legge sulla nota emessa dall’azienda a seguito del provvedimento. Tim fa sapere che comunicherà con cadenza annuale l’adempimento delle prescrizioni. E condivide il provvedimento stesso: “Le misure adottate si pongono in linea con la strategia di Tim e rispetto ad esse la società manifesta la propria condivisione ed il proprio impegno, a conferma della volontà di continuare ad avere un dialogo franco e costruttivo con il Governo e le Autorità di settore che permetta di coniugare gli interessi del Paese con quelli della libera attività d’impresa”.

Sul piatto resta la questione scorporo, soluzione non esclusa e anzi caldeggiata da molti. La creazione di una newco con la partecipazione di Cdp una delle ipotesi più accreditate. Gli analisti di Mediobanca la danno come altamente probabile e stimano il valore del titolo – a seguito dell’eventuale operazione – a 1,58 euro, più alto rispetto al valore attuale.

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