Google batte Facebook e si prende i droni di Titan

L’azienda era finita anche nel mirino di Zuckerberg che però ha poi virato su Ascenta. Per le big company americane si apre il “capitolo” connettività: l’obiettivo è portare Internet soprattutto nelle aree fuori “rete”

Pubblicato il 15 Apr 2014

Lorenzo Forlani

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Google ha concluso l’acquisto della start up che produce droni Titan Aerospace, società che aveva attirato l’interesse anche di Facebook. Lo riporta il Wall Street Journal. Il prezzo di acquisto non è stato comunicato. Titan produce droni alimentati con energia solare che puntano a volare per anni.

Facebook aveva iniziato a trattare per Titan all’inizio dell’anno ma alla fine aveva acquistato la società aerospaziale Ascenta per 20 milioni di dollari. Titan, che ha sede in New Mexico e conta su circa 20 dipendenti, lavorerà con Google Project loon, l’iniziativa per portare internet nelle aree del mondo che attualmente non sono online con dirigibili. Titan potrebbe però collaborare anche con Makani, l’altro progetto che Google sta sviluppando per generare energia più efficiente. I dipendenti di Titan rimarranno in New Mexico e l’azienda continuerà ad essere guidata da Vern Raburn.

I droni di Titan – afferma la società fondata nel 2012 – sono capaci di raccogliere dati in tempo reale, immagini ad alta risoluzione della Terra e portano con sè sensori atmosferici. Si tratta di un tipo di tecnologia che quindi può aiutare molte delle attività di Google, incluse le mappe. ”Siamo ancora nelle fase iniziali ma i satelliti atmosferici possono aiutare a portare l’accesso a internet a milioni di persone e aiutare a risolvere altri problemi” afferma Google. I droni che Titan sta sviluppando sono in grado di portare internet a una velocità di 1 gigabit al secondo, una velocità quindi maggiore di quella disponibile in molti paesi in via di sviluppo.

“E’ ancora presto per dirlo, ma i satelliti atmosferici potrebbero contribuire a portare la connessione internet a milioni di persone e ad aiutare a risolvere altri problemi, prevedendo per esempio catastrofi e di danni ambientali”, ha affermato un portavoce di Google. Titan sta sviluppando due droni a forma di libellula dotati di batterie caricate da pannelli solari alari per rimanere in alta quota anche durante la notte. Il modello più piccolo, chiamato Solara 50, ha un’apertura alare di 164 metri, leggermente più grande di un Boeing 767.

Secondo il direttore del Centro di ricerche sull’aviazione dell’Università di Kansas State, Kurt Barnhart, intervistato dal Wall Street Journal, una delle ragioni per cui Facebook e Google stanno virando verso i velivoli ad energia solare è che l’efficacia dell’alternativa principale, i dirigibili, è troppo legata alle condizioni atmosferiche. “(i dirigibili, ndr) sono più grandi e più difficili da manovrare”, commenta Barnhart, mentre l’energia solare è una opzione migliore delle batterie nei droni: queste ultime possono tenere in volo un velivolo solo per un’ora o due. I combustibili fossili sono più costosi e richiederebbero un rifornimento continuo.

“Il problema con gli aerei ad energia solare è che si limitano a piccoli carichi, e durante la notte c’è bisogno di molta energia per trasmettere il sengale visto che non la si può prendere dal sole”, aggiunge Patrick Egan, un esperto di droni e redattore di sUAS News, un sito web che si occupa dell’industria dei droni.

Sia Facebook che Google potrebbero raggiungere milioni di nuovi clienti per i loro servizi. Le opportunità più grandi potrebbe venire dai paesi in via di sviluppo, dove Facebook e Google si stanno dando battaglia per essere i riferimenti principali. Facebook conta di allargare la sua base di consumatori nei paesi più poveri con alcuni progetti, come la nuova versione di Facebook per i telefonini più economici, chiamata “Facebook for Every Phone“. Anche l’acquisto di Whatsapp potrebbe portare a Facebook nuovi clienti: la app è infatti popolarissima in paesi come l’India, dove le compagnie telefoniche di norma fanno pagare per i messaggi di testo dal cellulare.

Le potenzialità di un servizio internet fornito direttamente dai droni in alta quota o dai dirigibili sono enormi, e da sole spiegherebbero l’interesse di Google e Facebook per questo tipo di tecnologia. In proposito, Patrick Egan commenta: “Se riusciranno a superare le sfide di carattere tecnico, (Google e Facebook, ndr) potrebbero costruire reti proprie con cui offrire internet e banda larga per miliardi di dollari”.

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