INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Google vs Microsoft: parte l’upgrade del motore per la sfida a Bing

Modello stile Chatgpt per le ricerche. Si punta soprattutto sui giovani. Il pioniere Geoffrey Hinton, che ha appena lasciato Alphabet, accende i riflettori sui rischi: “AI minaccia più urgente del cambiamento climatico”. Intanto OpenAI annuncia che i dati dei clienti non saranno più usati per addestrare i modelli linguistici per evitare la scure delle autorità mondiali dopo il caso del Garante Privacy in Italia

Pubblicato il 08 Mag 2023

intelligenza artificiale

Google, il motore di ricerca più famoso del mondo, è pronto a rinnovare la sua veste per reagire alla concorrenza di Microsoft, che integrerà l’Ai generativa ChatGpt (sviluppato da OpenAi) nel suo motore di ricerca Bing. Secondo quanto riporta il Wall Street Journal, Google risponderà con una serie d modifiche che renderanno il suo motore di ricerca più “visivo, fruibile, personale e umano”, sfruttando un modello linguistico con Ai generativa simile a ChatGpt e integrando i video clip, anche per attrarre il pubblico dei giovani.

L’Ai e i video nella Google search

I documenti interni di Google visionati dal Wall Street Journal affermano che Mountain View vuole dare risposta alle ricerche impostate dagli utenti che restano insoddisfatte dai tradizionali risultati web dei “10 link blu”. Nei risultati della search verranno incorporati, dunque, anche le conversazioni con l’intelligenza artificiale, i post dei social media e i video brevi.

Google sta sviluppando il suo software Ai dal nome Bard, che potrebbe richiedere a Big G una spesa fino a dieci volte maggiore rispetto a quella dedicata al funzionamento della ricerca web attuale.

Bard si pone come obiettivo quello di generare risposte dettagliate a domande semplici. Il suo funzionamento si basa su LaMda, il Language model for dialogue applications balzato agli onori delle cronache lo scorso anno per essere stato definito “senziente” da parte di uno degli ingegneri di Google.

“Più rischi dell’Ai che dall’emergenza clima”

Sono proprio queste caratteristiche avanzate e “umane” dell’Ai a rendere la tecnologia così controversa.

“L’intelligenza artificiale potrebbe rappresentare per l’umanità una minaccia ancora più urgente del cambiamento climatico”, ha detto il pioniere dell’Ai, Geoffrey Hinton, in un’intervista con la Reuters.

Hinton, noto come uno dei “padrini dell’Ai”, ha di recente annunciato l’uscita dal gruppo Alphabet, dove ha lavorato per dieci anni, perché vuole essere libero di parlare dei rischi della tecnologia di intelligenza artificiale.

“Non voglio sminuire il problema del cambiamento climatico”, ha chiarito Hinton, “ma solo dire che in questo caso è più facile dire come reagire: fermare la combustion degli idrocarburi o ridurre la CO2. Ma con l’Ai, non è affatto chiaro come arginare il rischio” che si creerebbe se il software diventasse più intelligente dell’essere umano.

ChatGpt più attento alla privacy 

Intanto, sul delicato tema della privacy, il ceo di OpenAi, Sam Altman, ha dichiarato a Cnbc.com che la sua società non addestra più i modelli di intelligenza artificiale linguistici come Gpt con i dati dei clienti a pagamento (tra cui Microsoft, Salesforce o Snapchat). “I clienti vogliono chiaramente che non addestriamo l’Ai con i loro dati, quindi abbiamo cambiato i nostri piani: non lo faremo”, ha detto Altman.

I termini di servizio di OpenAi sono stati aggiornati il 1 marzo. “Non usiamo alcun dato delle Api, non lo facciamo da un po'”, ha dichiarato Altman. Le Api sono interfacce che permettono ai clienti di collegarsi direttamente (plug-in) al software di OpenAi. Ma queste nuove tutele dei dati e della privacy riguardano solo i clienti che usano i servizi Api di OpenAi.

Negli Stati Uniti diverse associazioni che tutelano la proprietà intellettuale si sono, infatti, mostrate preoccupate dal fatto che ChatGpt possa sostituire i lavori creativi o catturare dati sensibili quando i dipendenti delle imprese usano il chatbot.

Per tutelare i dati di tutti gli utenti di ChatGpt, in Italia è intervenuto il Garante per la protezione dei dati personali, imponendo uno stop finché non fossero risolti alcuni elementi critici. ChatGpt è ora di nuovo disponibile per gli utenti italiani: la società americana ha messo a disposizione degli utenti e non utenti europei e, in alcuni casi, anche extra-europei, una serie di informazioni aggiuntive, sono stati modificati e chiariti alcuni punti e sono state riconosciute a utenti e non utenti soluzioni accessibili per l’esercizio dei loro diritti.

Il confronto col Garante privacy, tuttavia, non è chiuso: “L’Autorità riconosce i passi in avanti compiuti per coniugare il progresso tecnologico con il rispetto dei diritti delle persone e auspica che la società prosegua lungo questo percorso di adeguamento alla normativa europea sulla protezione dati”, ha detto l’autorità; al tempo stesso, il Garante proseguirà nell’attività istruttoria avviata nei confronti di OpenAi e nel lavoro che porterà avanti la apposita task force costituita in seno al Comitato che riunisce le Autorità per la privacy dell’Unione europea.

ChatGpt pesa sui conti di OpenAi 

I costi di sviluppo e finalizzazione di ChatGpt pesano intanto sui conti di OpenAi che nel 2022 ha perso 540 milioni di dollari (lo riporta il sito The Information). Questi costi derivano dal potere di calcolo dei computer necessari al funzionamento e all’elaborazione dei dati per gli Llm, “large language model”, i modelli linguistici che donano a progetti come ChatGpt la capacità di comprendere il linguaggio umano e rispondere conversando. ChatGpt “costa” a OpenAi circa 700 mila dollari al giorno.

Le spalle di OpenAi sono però protette. All’inizio di quest’anno la società ha ricevuto da Microsoft un investimento di circa 10 miliardi di dollari, che si aggiunge al miliardi investito dalla stessa Microsoft a partire dal 2019.

Inoltre, il Ceo di OpenAi, Altman, ha affermato che l’azienda potrebbe raccogliere altri 100 miliardi di dollari in finanziamenti nei prossimi anni, cavalcando l’interesse per l’intelligenza artificiale, soprattutto in vista del lancio di una nuova generazione di ChatGpt. L’attesa è per l’intelligenza artificiale generale (Agi), un modello talmente avanzato da rendersi indistinguibile da una controparte umana nelle capacità di interazione e padronanza della conversazione.

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