LA MANOVRA/2

Il governo spinge sull’intelligenza artificiale: sul piatto 15 miliardi

In tre anni saranno stanziati fondi pubblici per rilanciare investimenti in tecnologie di nuovissima generazione. Prevista una task force per valutare, monitorare e attivare rapidamente i progetti d’investimento

Pubblicato il 16 Ott 2018

F. Me

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Investimenti pubblici per sviluppare l‘intelligenza artificiale. Nel ddl Bilancio licenziato ieri dal Consiglio dei ministri si stanziano 15 miliardi aggiuntivi nei prossimi 3 anni per rilanciare gli investimenti pubblici, soprattutto nell’ambito infrastrutturale, dell’adeguamento antisismico, dell’efficientamento energetico, dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie. Si crea inoltre una task force per valutare, monitorare e attivare rapidamente i progetti d’investimento.

Nella manovra è stato dunque accolto l’appello della maggioranza 5 Stelle-Lega che chiedeva appunto un maggiore impegno da parte del governo per promuovere lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. “Potenziamento degli investimenti pubblici e privati nell’intelligenza artificiale e nelle tecnologie strettamente connesse e per dotare il Paese di una rete digitale capillare e tecnologicamente all’avanguardia”: si leggeva nella risoluzione presentata dalla maggioranza in Senato sulla Nota di aggiornamento al Def.

E una spinta sarebbe necessaria dato che i numeri parlano di un’Italia arranca sullo sviluppo dell’AI. Secondo un report di Roland Berger si piazza al penultimo posto per numero di startup attive nel settore dell’Intelligenza Artificiale a livello mondiale. Lo studio, che fornisce una panoramica globale, rileva che con solo 22 startup all’attivo, l’Italia occupa la 19esima posizione nella classifica dei Top 20 Paesi al mondo per numero di startup nel settore dell’Intelligenza Artificiale. Gli Stati Uniti dominano la classifica con 1.393 startup all’attivo. A seguire la Cina in seconda posizione con 383 startup, Israele con 362, UK e Canada chiudono la Top 5 rispettivamente con 245 e 131 startup.

Il motivo del ritardo? La presenza – secondo Roland Berger – di un sistema scolastico e di un mondo del lavoro tradizionale non incentivano la cultura dell’assunzione del rischio o, ancora, dell’eventuale sconfitta vista come risorsa per ripartire con maggiore forza e consapevolezza.

Eppure l’intelligenza artificiale è una tecnologia in grado di guidare la crescita economic, come evidenzia un report McKinsey: l’adozione diffusa delle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale contribuirà a una crescita del prodotto interno loro a livello globale pari a 13mila miliardi di dollari entro il 2030, per una crescita pari a circa l’1,2% medio annuo.

Il Mise ha pubblicato una call per selezionare la task force che avrà il compito di supportare il governo nell’elaborazione della strategia nazionale sull’intelligenza artificiale (le candidatura poteva essere inviate fino al 14 ottobre). Il gruppo di alto livello sarà composto di 10 membri esponenti del mondo imprenditoriale o delle associazioni di categoria di riferimento che operano in ambito AI; 10 esponenti di organismi e centri di ricerca, del mondo accademico o think-tank; 10 esponenti delle organizzazioni sindacali, del terzo settore, dei consumatori o, in generale, della società civile; 10 rappresentanti Mise.

Una volta messa nera su bianco, la strategia nazionale sarà sottoposta a consultazione pubblica.

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