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Intelligenza artificiale, von der Leyen: “La legge Ue diventa globale”



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Firmata la Convenzione quadro in occasione della conferenza informale dei ministri della Giustizia del Consiglio d’Europa a Vilnius. In campo oltre ai Paesi Ue, altri Stati europei nonché Santa Sede, Usa, Canada, Messico, Giappone, Israele, Australia, Argentina, Perù, Uruguay e Costa Rica

Pubblicato il 5 set 2024



ursula von der leyen

È ufficiale il primo accordo internazionale sull’Ai legalmente vincolante: la vicepresidente della Commissione europea per i valori e le trasparenza, Věra Jourová, ha, infatti, firmato per conto dell’Ue la Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sull’intelligenza artificiale e i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto (Framework convention on artificial intelligence), un documento pienamente in linea con l’Ai Act dell’Unione europea, la prima legge complessiva al mondo a regolare questa tecnologia. La Convenzione copre i sistemi di intelligenza artificiale che potenzialmente interferiscono con i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto, seguendo un approccio differenziato e basato sul rischio.

Con un post sul suo account X, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha accolto con favore la firma, avvenuta in occasione della conferenza informale dei ministri della Giustizia del Consiglio d’Europa a Vilnius, in Lituania.

“In linea con la nostra legge sull’intelligenza artificiale”, ha scritto von der Leyen, la convenzione “fornisce un approccio comune per un’intelligenza artificiale affidabile e innovativa, compatibile con i valori democratici. L’Ue continuerà a promuovere l’innovazione al servizio delle persone”.

L’Ue alla guida della prima convenzione globale sull’Ai

L’Ue, rappresentata dalla Commissione e con il sostegno degli Stati membri, ha partecipato molto attivamente ai negoziati di questa convenzione. Hanno preso parte ai lavori anche altri Stati europei, nonché Santa Sede, Usa, Canada, Messico, Giappone, Israele, Australia, Argentina, Perù, Uruguay e Costa Rica. Sono, inoltre, stati accolti i contributi di 68 organizzazioni internazionali, tra imprese, università e rappresentanti della società civile.

La convenzione è coerente con tutte le leggi dell’Unione europea e include una serie di concetti chiave come: l’Ai deve essere centrata sulla persona, coerente con i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto; l’approccio risk-based; i principi chiave per un’Ai affidabile (ad esempio, trasparenza, robustezza, sicurezza, governance e protezione dei dati); trasparenza per i contenuti generati dall’Ai e nelle interazioni con i sistemi di intelligenza artificiale; documentazione, responsabilità e rimedi più forti; supporto per l’innovazione sicura attraverso sandbox normative; obblighi di gestione del rischio; obblighi di documentazione; meccanismi di supervisione delle attività di intelligenza artificiale. È prevista la possibilità di vietare sistemi Ai che chiaramente rappresentano una minaccia ai diritti fondamentali.

Questo quadro è definito necessario per fornire a livello internazionale dei criteri per affrontare i rischi posti dall’Ai per i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto.

Il framework normativo per tutelare diritti umani e democrazie

La Convenzione prevede un approccio comune per garantire che le attività all’interno del ciclo di vita dei sistemi di intelligenza artificiale siano compatibili con i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto, senza frenare l’innovazione o minare la fiducia verso la tecnologia.

I principi e gli obblighi previsti dalla Convenzione si applicheranno alle attività nell’ambito del ciclo di vita dei sistemi di intelligenza artificiale usati da autorità pubbliche o attori privati. Per quanto riguarda le aziende private, queste devono affrontare i rischi e gli impatti dei sistemi di intelligenza artificiale in modo da allinearsi con gli obiettivi della Convenzione, ma possono farlo o applicando direttamente gli obblighi della Convenzione o mediante misure alternative appropriate.

La Convenzione include esenzioni per la ricerca e lo sviluppo, nonché per la sicurezza nazionale ed è aperta all’adesione ai membri del Consiglio d’Europa, all’Ue e ad altri paesi terzi in tutto il mondo. La convenzione sarà attuata nell’Ue mediante l’Ai Act.

La firma da parte della commissaria Jourovà esprime l’intenzione dell’Ue di diventare parte della Convenzione. A seguito di ciò, la Commissione europea preparerà una proposta per il Consiglio per concludere la Convenzione. Anche il Parlamento europeo dovrà dare il suo consenso.

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